Dentro il teatro sotterraneo tra le fondamenta romane
Sosia, nome proprio dello schiavo protagonista del testo teatrale Anfitrione inventato dall’autore latino Plauto, è il primo personaggio del teatro occidentale costretto a incontrare se stesso. Un nome proprio che nel corso dei secoli è passato a indicare un individuo identico a un altro, tanto da poter essere scambiato per questo. L’esperienza di scambio con l’alterità e, contemporaneamente, di incontro forzato con la propria persona, ha ispirato scrittori medievali e moderni, arrivando fino alla contemporaneità in una grande varietà di toni comici e tragici e con complesse rivisitazioni ricche di implicazioni antropologiche e psicanalitiche.
Proprio al «Sosia a teatro» è dedicata la prima serie della rassegna «Teatro sotterraneo» organizzata in collaborazione tra il Centro Santa Chiara e il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento e curato dalla professoressa Caterina Mordeglia.
Una sorta di mini stagione che prende il suo nome dal luogo in cui si svolgerà: lo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas a Trento, l’area archeologica sita sotto Piazza Cesare Battisti e il Teatro Sociale che fa rivivere le antiche fondamenta della Tridentum di epoca romana.
Un palcoscenico d’eccezione caratterizzato dalla speciale atmosfera che emana dalle pietre della città di duemila anni fa che ospiterà sette appuntamenti a ingresso libero da novembre ad aprile.
Nel corso degli incontri i docenti dell’Università di Trento introdurranno grandi capolavori della letteratura e del teatro accompagnati dalle letture di alcuni attori attivi sul territorio provinciale: Stefano Detassis (nella foto), Maura Pettorruso, Emanuele Cerra, Marta Marchi, Clara Setti e Massimo Lazzeri. A partire dal primo appuntamento lunedì 5 novembre guidato da Guido Paduano (Università di Pisa) e Margherita Rubino (Università di Genova) che sarà il momento introduttivo, la rassegna indagherà l’Amphytruo di Plauto e le sue successive riscritture – l’Amphitryon di Molière e quello di Heinrich von Kleist – arrivando poi al William Wilson di Edgar Allan Poe – testo nel quale il protagonista si deve sfidare con un suo misterioso omonimo nemico – Il sosia di Fëdor Dostoevskij - che descrive il progressivo degrado psicologico del protagonista Jakov Goljadkin a causa del confronto con il Goljadkin minore – fino all’appuntamento conclusivo del 10 aprile durante il quale Stefano Detassis darà vita al professor Tertuliano Máximo Afonso, personaggio nato dalla penna di José Saramago e protagonista del romanzo O homem duplicado.