Il parere di Onida divide Tonini: dubbi fondati Bisesti: il popolo ha scelto
Il segretario della Lega sul caso ineleggibilità. Tonini: «Ricorso fondato, ma non lo faremo»
La questione della possibile ineleggibilità di Maurizio Fugatti a presidente della Provincia rimane aperta. Il segretario della Lega trentina, Mirko Bisesti, è però sereno: «Il popolo ha parlato chiaro, dicendo “Fugatti presidente”. Facciano pure ricorso, sarà una perdita di tempo». Sul versante delle opposizioni, il Partito democratico ritiene fondati i dubbi, ma intende mantenere il dibattito sul livello politico.
TRENTO Valerio Onida è un ex presidente della Corte costituzionale. Quando afferma che il quesito sull’ineleggibilità di Maurizio Fugatti a presidente della Provincia ha «qualche fondatezza» la sua non è un’opinione tra le tante. Il segretario della Lega del Trentino, Mirko Bisesti, si mostra però sereno: «La volontà popolare — ricorda — è stata chiara».
La questione è la seguente: poteva Fugatti essere eletto presidente mentre manteneva la carica di sottosegretario? La legge provinciale sancisce l’ineleggibilità dei membri del governo. Non l’incompatibilità. Quella c’è con la carica di deputato, ma basta che il presidente eletto si dimetta da parlamentare per risolvere la questione. L’ineleggibilità è diversa, va «sanata» prima del voto. «Se la ratio è quella di evitare che un componente del governo influenzi indebitamente la campagna elettorale con il suo ruolo allora si capisce che qualcosa da dire c’è» ha «sentenziato» Onida ieri sul Corriere del Trentino. Maurizio Fugatti, da sottosegretario con delega ai punti nascita, in campagna elettorale ha incontrato gli amministratori locali di Cavalese e promesso l’intervento del governo a favore della riapertura del contestato punto nascita.
La questione, però, è squisitamente giuridica: un sottosegretario è membro del governo? «Per la Costituzione — ricorda Onida — il governo è composto dal presidente del consiglio e dai ministri, ma è anche vero che quella di sottosegretario è una carica propriamente governativa». Quindi? Quindi la soluzione probabile è che non succeda nulla perché, come ricorda Onida «in materia elettorale, spesso vale il criterio restrittivo». Tradotto: prima di mandare a monte un’elezione, la magistratura deve essere di fronte a un caso di ineleggibilità incontestabile.
Comunque andrà a finire, Maurizio Fugatti un certo grado di rischio se lo è preso. «Volevamo che portasse a termine il suo lavoro sui punti nascita — spiega Bisesti — per questo è rimasto al suo posto». Un rischio comunque calcolato. «Il problema la coalizione se lo era posto e infatti, prima di decidere, avevamo acquisito dei pareri legali». Non solo quello sollecitato con un’interrogazione in consiglio e offerto dal direttore generale della Provincia, Michele Nicoletti. «Ne abbiamo chiesto uno anche a Roma — fa sapere Bisesti — e anche quello era positivo. Facciano pure ricorso, facciano perdere tempo alla pubblica amministrazione, ma mi pare — conclude il segretario del Carroccio — che la volontà popolare si sia espressa chiaramente e dica “Fugatti presidente”».
Il Pd non farà ricorso, ma non perché ritiene la questione infondata. «Il parere di Nicoletti — commenta Giorgio Tonini — non mi ha mai convinto. È chiaro che il sottosegretario non ha lo stesso rango costituzionale del ministro, ma partecipa, in via delegata, della funzione di governo, dunque è anche sottoposto al medesimo regime di ineleggibilità. Penso — continua l’ex senatore — che Fugatti abbia fatto molto male a non dimettersi. E la spiegazione che ha fornito, ossia occuparsi di Cavalese, è un’aggravante. Detto questo, noi non abbiamo presentato alcun ricorso perché intendiamo mantenere il confronto sul terreno politico e non trasferirlo su quello giudiziario».
L’ex senatore Vogliamo mantenere il confronto sul terreno politico e non trasferirlo su quello giudiziario