Piste, Bosco ottimista «Sistemeremo tutto»
Bosco: bisogna intervenire con celerità, apriremo regolarmente
TRENTO L’emergenza sembra finalmente avviarsi alla conclusione. Per i metereologi, già da oggi inizieranno le prime schiarite, che si consolideranno poi verso la metà della prossima settimana. Al meteo guardano anche gli operatori degli impianti sciistici, a un mese circa dall’apertura delle piste. L’incognita, però, non è solo relativa alla neve: i danni su diversi impianti della regione sono importanti. Le migliaia di alberi sradicati, inoltre, lanciano una grande ombra sul futuro: quale sarà il rischio di frane e valanghe, ora che le radici d tanti alberi non sostengono più i versanti montuosi?
«Il quadro metereologico è rassicurante - spiega Alberto Trenti, direttore di Meteotrentino - andiamo verso un netto miglioramento. Nel weekend ci saranno schiarite e rialzo di temperature. Una previsione sui giorni successivi non è facile con l’atmosfera così disturbata, ma mi sento di dire che da giovedì saremo fuori da questa ondata di maltempo».
Già dalla mezzanotte scorsa, a proposito, il Trentino non è più formalmente in stato di allerta, sebbene il lavoro da fare resti tanto e difficile. Lavoro che, tutto lascia intendere, non si fermerà con la rimozione degli alberi caduti e la ricostruzione. Sono molte e ampie, infatti, le zone del territorio in cui il bosco è stato sradicato o spezzato ed ora, senza la protezione delle radici, sono a più alto rischio di frane e smottamenti.
Chi si intende di foreste spiega che la rinnovazione naturale è troppo lenta. Servirà pulire al più presto il terreno dai tronchi caduti, per velocizzare la ricrescita, ma possono passare anche 30 o 40 anni prima che il bosco torni a sostenere i versanti delle montagne come faceva fino a pochi giorni fa. In molte zone, non resta altra soluzione che piantumare artificialmente nuovi alberi. Soltanto piante vive, infatti, sono efficaci nel prevenire cedimenti del terreno e smottamenti. La possibilità di frane, dunque, rimane un rischio serio per il territorio nei decenni a venire.
Contro il pericolo valanghe durante l’inverno, invece, anche semplici monconi di alberi spezzati dal vento potrebbero bastare. «Anche se l’albero è seccato, un moncone di tronco di un metro e mezzo o due metri ha comunque un ruolo importante nel prevenire il distacco di neve fresca» commenta Francesco Bosco, direttore di Funivie Campiglio e presidente della sezione impianti a fune della Confindustria trentina. Il rischio valanghe, dunque, non è la prima preoccupazione degli impiantisti, che nelle loro previsioni dovrebbero aprire la stagione sciistica, come al solito, verso l’ultimo weekend di novembre.
Problemi seri rimangono, invece, agli impianti di Lavarone e Folgaria dove, racconta Bosco, «diversi alberi sono caduti sui piloni e i pali delle funivie». Altrove, invece, i danni sono limitati ad alberi caduti sulle piste o sui cavi degli impianti di risalita. Tutte situazioni «risolvibili, anche se serve agire con attenzione». La stagione invernale sulle piste dovrebbe aprirsi quindi regolarmente: «Salvo in rarissimi casi - conclude Bosco - la stagione invernale non è assolutamente preclusa».
Trenti (Meteotrentino) Il quadro metereologico è rassicurante. Da giovedì saremo fuori da questa ondata