Denis, altra vittima della tempesta
L’uomo, 34 anni, era stato colpito da un fulmine. Allerta cessata: 51 persone ancora sfollate
Ieri è arrivata la seconda vittima del maltempo in Trentino: è Denis Magnani, colpito da un fulmine e ricoverato, inutilmente, per quattro giorni. A visitare il Trentino ferito c’era ieri Angelo Borrelli, capo della Protezione civile nazionale, che ha ammonito contro il rischio futuro di valanghe. I metereologi, intanto, prevedono tempo in miglioramento.
TRENTO La notizia è arrivata ieri mattina, ma si è diffusa solo nel pomeriggio. Sono parole che nessuno vorrebbe mai sentirsi dire, un colpo al cuore non solo di una comunità, ma anche di tutto il Trentino, di una provincia che in queste ore lotta per rialzarsi dopo l’ondata di maltempo che ha flagellato gran parte del territorio.
Si cerca di rialzarsi dal fango e dall’acqua, i vigili del fuoco lavorano senza tregua da domenica, passata la paura si pensa al futuro, torna la speranza e la voglia di ricostruire, poi arriva una notizia che ti destabilizza. Perché tutti in fondo hanno pensato e creduto che Denis Magnani potesse farcela. Lui, di fibra forte, con i suoi soli 34 anni, due bimbi piccoli e la moglie Elisa Wegher che lo stavano aspettando aggrappati all’amore e alla speranza, doveva farcela. Ma il suo cuore non ha retto.
Dopo quattro giorni dal terribile infortunio in campagna ieri mattina è morto l’agricoltore di Segno colpito da un fulmine nelle campagne di Dardine, in val di Non. È la seconda vittima del maltempo in Trentino, la quinta in regione. Il giovane insieme al papà lunedì era andato in campagna per sistemare il tetto di una piccola casetta di proprietà della famiglia usata come deposito degli attrezzi. Voleva riparare la copertura danneggiata dal maltempo, c’era il rischio che entrasse l’acqua, ma è stato colpito da un fulmine. Ha lottato per quattro giorni, poi ieri mattina i medici si sono dovuti arrendere alla triste verità. Per Denis non c’era più nulla da fare. È un bilancio pesante. L’ondata di maltempo che ha flagellato il Trentino ha lasciato dietro di sé devastazione e dolore.
Intanto non si ferma il lavoro della protezione civile impegnata su più fronti per ristabilire i collegamenti stradali e mettere in sicurezza le aree più colpite. Le tratte stradali chiuse scendono da 35 a 29. È stata aperta la strada provinciale 71 Fersina-Avisio, in località Stramentizzo, mentre restano chiuse alcune strade sul passo Rolle.
Scende anche il numero degli sfollati, adesso sono 51 e sono tutti nel paese di Dimaro. Migliora anche la situazione sul fronte dei trasporti, da oggi riapre la tratta delle ferrovia MalèMezzana, ma per il weekend sarà ancora attivo un servizio sostitutivo con bus da Mezzolombardo a Malè. Da lunedì la situazione dovrebbe tornare alla normalità. Sono invece ancora un centinaio le famiglie senza luce, si tratta perlopiù di zone piuttosto isolate, in alcuni casi sono stati attivati dei generatori in attesa della sistemazione della linea elettrica. Intanto la Set distribuzione raccomanda la massima attenzione per i cavi caduti al suolo, in particolare nelle zone boschive. «Meglio evitare uscite nei boschi — raccomanda il sindaco di Levico, Michele Sartori — le aree sono quasi tutte in sicurezza, ma ci sono ancora rischi». Anche ieri i vigili del fuoco hanno effettuato diversi interventi per alberi caduti e piccoli smottamenti. La situazione è però destinata a migliorare, sul fronte del meteo già per oggi sono previste ampie schiarite e dalla mezzanotte è cessata l’allerta della protezione civile. Si torna piano, piano alla normalità, anche se per ricostruire servirà tempo.
«Cambierà la gestione del territorio — ha detto ieri il capo della protezione civile nazionale, Angelo Borrelli — si dovranno affrontare i rischi di slavine e valanghe». Lo stato di emergenza, chiesto dalla Provincia, ci sarà, ha poi assicurato Borrelli che ieri ha sorvolato con l’elicottero le valli del Trentino insieme al presidente Maurizio Fugatti e l’uscente Ugo Rossi. Borrelli ha poi incontrato i soccorritori a Dimaro. «Il paesaggio appare fortemente compromesso — ha aggiunto — ma credo che il Trentino saprà trovare le contromisure adeguate, la protezione civile trentina ha operato al meglio di fronte all’emergenza».