Autonomia e emergenze, provvidenziale la legge 9
La norma del 2011 e i 7.000 vigili del fuoco volontari gli strumenti in più della specialità nelle crisi
TRENTO La forza del Trentino in fase d’emergenza? La legge provinciale 9 del 2011. Quella che potrebbe sembrare una forzosa semplificazione è in realtà la risposta alla domanda che implicitamente molti si sono posti in questi giorni di maltempo, lutti e danni: come fa la Provincia di Trento ad essere così efficiente e rapida nelle sue azioni di risposta a eventi di allarme?
Dell’importanza di questa legge è convinto Tiziano Mellarini, assessore uscente alla protezione civile. Una legge «nostra», come l’ha definita ieri l’assessore durante il suo ultimo giorno in carica, che disciplina le attività di prevenzione, previsione, risposta all’emergenza e ripristino delle normali condizioni di vita in seguito al verificarsi di una calamità.
È grazie alla legge 9 se la dichiarazione dello stato di emergenza da parte della Provincia mette rapidamente in azione la complessa macchina della Protezione civile e delle amministrazioni comunali in modo da coordinarne le azioni sul territorio.
Una legge che sette anni fa, al momento dell’approvazione, fu salutata dall’allora presidente del corpo dei Vigili del Fuoco Volontari Alberto Fleim con grande emozione: «ora possiamo dichiarare di essere riusciti a rendere più attuali ed efficaci le norme che regolano il nostro mondo avendo, contemporaneamente, mantenuto saldi quei principi fondamentali dettati dalle norme “storiche” che hanno contribuito a far sì che i Vigili del Fuoco volontari del Trentino rappresentino, oggi, il punto di riferimento per la sicurezza dei nostri concittadini.»
Mellarini pone poi l’accento su una particolarità della legge: la possibilità di istituire strumenti di sostegno per la ripresa delle attività economiche. Un capitolo di spesa emblematicamente chiamato «somma d’urgenza» che viene stabilito in percentuale contributiva variabile per i singoli comuni per interventi che non superino il milione di euro. «Maurizio Fugatti mi ha confidato che prenderà come modello di riferimento quanto fatto per Moena o Campolongo, ma le modalità di attuazione dipenderanno dalla nuova giunta e dall’entità dei danni. Se per interventi fino a 10 milioni di euro si può intervenire variando le percentuali, sopra un certo ammontare bisognerà trovare nuove strade. A ciò si potranno aggiungere altre risorse destinate agli operatori economici che hanno avuto danni grazie alla legge 6 che regola l’economia provinciale» chiarisce Mellarini.
Nota di merito va naturalmente anche ai Vigili del Fuoco Volontari e Permanenti, realtà che conta più di 7000 uomini tra strutturati e allievi organizzati in 237 corpi comunali e che per puro spirito di volontariato si attivano lavorando sul territorio con rapidità e spirito di cordata. Velocità di intervento e disponibilità alla collaborazione elogiate anche dal presidente Fugatti, che ha ricordato con orgoglio come le testate venete stiano ringraziando la nostra provincia per la provvidenziale apertura della galleria Adige-Garda e per la partenza di un contingente NuVolA (Nuclei di volontariato alpino) a sostegno del bellunese.
E mentre dalle pagine del Corriere della Sera il governatore del Veneto Luca Zaia chiede a gran voce l’autonomia regionale per poter rispondere più rapidamente e con più risorse all’emergenza maltempo che si è abbattuta con uguale intensità su tutta l’Italia nord-orientale, Fugatti lo commenta sostenendo il compagno di partito: «È una richiesta legittima che potrebbe far bene anche al Trentino, perché avere un’altra autonomia vicina aiuterebbe il Trentino a sviluppare la propria».