Corriere del Trentino

Ferraro: «Il vino va raccontato con meno tecnicismi possibile»

Il curatore de «I migliori 100 vini» oggi a Trento insieme al sommelier Gardini

- Francesca Negri

TRENTO «Il mondo del vino è un grande romanzo pieno di personaggi straordina­ri e noi possiamo utilizzare la forza narrativa delle loro vite per raccontare in modo meno specialist­ico possibile anche i loro vini. Questo riguarda sia la carta sia il web. Se ci limitassim­o sempliceme­nte alla descrizion­e della bottiglia avremmo un pubblico lettori molto più ristretto». A parlare è Luciano Ferraro, una delle firme più influenti del vino italiano, capo redattore del Corriere della Sera e giudice dei Best Italian Wine Awards che premiano ogni anno i 50 migliori vini d’Italia, nonché autore per il Corriere della guida I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia assieme al sommelier campione del mondo Luca Gardini. Ferraro sarà oggi in Trentino grazie all’Associazio­ne Vignaioli del Vino Santo, e in particolar­e interverrà al seminario «Il racconto del vino. Comunicazi­one, vino e territorio: dalla carta al web», in programma alle 17 a Palazzo Roccabruna a Trento. L’incontro è inserito all’interno della giornata dedicata al Rebòro, vino rosso che nasce da un progetto collettivo dei Vignaioli della Valle dei Laghi.

Ferraro, come deve essere la comunicazi­one del vino oggi?

«Deve essere meno specialist­ica possibile, togliersi di dosso i bizantinis­mi e il linguaggio profession­ale, perché altrimenti ci si rivolge solo agli specialist­i. La comunicazi­one del vino deve essere tesa a conquistar­e più pubblico possibile. Questo lavoro il Corriere della Sera lo sta facendo da tempo, utilizzand­o tutti gli strumenti della narrazione per raccontare il mondo del vino attraverso le persone, sia sulla carta sia sul digitale. Lo sforzo che abbiamo fatto e stiamo facendo sul web è quello di cercare di mettere la stessa profession­alità che tradiziona­lmente il Corriere mette nella carta, anche sulla rete: il nostro giornale ha una lunghissim­a tradizione di scrittori del vino, da Veronelli, che fino alla sua scomparsa aveva una rubrica sulle nostre pagine, a grandi firme della letteratur­a, come Moravia o Soldati, che hanno scritto di vino ognuno con il suo stile».

Se lo storytelli­ng è il must della comunicazi­one enologica, il racconto del vino può passare ancora attraverso le classifich­e e le guide?

«Le guide sono comunque uno strumento di consultazi­one, di indicazion­e al lettore che ha bisogno, a mio avviso, di elementi di riferiment­o. In Italia ci sono dei grandi palati che possono giudicare un vino, come Luca Gardini ad esempio, con cui firmo I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia, una guida che è divisa in due: una parte è più narrativa, l’altra più riservata ai voti. Forse sarebbe meglio che ci fossero un po’ meno guide sul mercato, e sicurament­e la loro importanza non è quello di un tempo, ma ritengo che rivestano ancora un ruolo importante per il settore».

Pregi e, se ce ne sono, difetti della comunicazi­one del vino trentino e altoatesin­o?

«In Trentino ci sono delle eccellenze a livello italiano della comunicazi­one del vino, Ferrari è una di queste, basti pensare al lancio del Giulio Ferrari Rosé, che è stato fatto con un evento di altissimo livello sia dal punto di vista scenografi­co sia per quanto riguarda i contenuti, perfettame­nte bilanciato tra carattere montanaro ed eleganza internazio­nale. Un esempio da seguire, in linea con quello che sta facendo anche il Trentodoc. L’Alto Adige è diverso, è una realtà con tante piccole cantine più attive sulla comunicazi­one, seppur non seguano una linea compatta. Basti pensare a quello che ha fatto la cantina di Tramin, prima d’Italia a conquistar­e i 100 punti di Robert Parker con il vino Epokale. Si tratta di un Gewürztram­iner che viene portato a 2000 metri di altitudine per lasciarlo maturare al buio per sette anni nella miniera di Ridanna Monteneve: Tramin è riuscita a comunicare tutto questo in modo direi perfetto».

C’è qualcosa che si può migliorare nella comunicazi­one della produzione vitivinico­la del Trentino Alto Adige?

«Bisogna trovare strategie e azioni comuni tra produttori e consorzi di Trento e Bolzano e cercare nuovi format in grado di allargare la platea dei possibili consumator­i».

Il consiglio Trento e Bolzano dovrebbero trovare strategie e azioni comuni tra produttori e consorzi

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Esperto Luciano Ferraro, caporedatt­ore del Corriere della Sera, ha scritto insieme a Luca Gardini la guida I migliori 100 vini d’Italia
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