Corriere del Trentino

L’usato resiste nei consumi «È necessario innovarsi»

Re-Store: «Oggi selezionia­mo di più». Dema: «Il vintage va» Il Papavero verde: «Mix con il nuovo». Apre Secondaman­ina

- di T. Di Giannanton­io

TRENTO Negli ultimi cinque anni si è registrato un boom del + 7,7% nel mercato dell’usato italiano, in particolar­e nei settori libri, mobili e vestiti. Secondo quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperativ­e sui dati della Camera di commercio di Milano in relazione alla generale tendenza di riduzione degli sprechi, il circolo virtuoso «produco-consumo-riuso» convince sempre più persone. È pur vero, però, che se da un lato il mercato dell’usato propone una logica, quella circolare, alternativ­a, dall’altro lato è costretto ad adeguarsi alle modalità di vendita dei grandi e piccoli centri commercial­i. «L’idea del mercatino dell’usato è molto cambiata nel tempo. Se dieci anni fa fungevamo da semplice agenzia d’affari, come luogo dove poter vendere e acquistare oggetti usati, adesso ci dobbiamo comportare da veri e propri commercian­ti, selezionan­do i prodotti e disponendo­li come se avessimo un vero e proprio negozio», spiega Giorgio che gestisce insieme a Elisabetta il Re-Store in via padre Eusebio Iori, a Trento sud.

Rimane invece immutata la molla propulsiva dell’economia dell’usato. In base alla ricerca Doxa «second hand economy», in 7 casi su 10 le persone acquistano beni usati principalm­ente per risparmiar­e. «I nostri clienti, di età compresa tra i 45 e i 60 anni, vengono primariame­nte per risparmiar­e. Le persone inoltre non comprano più il superfluo, ma solo cose di immediato uso. Ciò anche per quanto riguarda l’abbigliame­nto che costituisc­e il 70% della nostra merce — riprende il titolare di Re-Store dall’alto della sua esperienza ventennale nel settore dell’usato — Per questo motivo abbiamo alzato del 30% la qualità dei prodotti in vendita. Anche noi però abbiamo sentito la crisi. Negli ultimi due, tre anni in Trentino hanno chiuso cinque mercatini dell’usato. Non siamo aiutati inoltre dai siti di vendita online che intercetta­no molti giovani. Ora abbiamo un ragazzo nello staff che si occupa proprio della comunicazi­one sui social network».

In effetti, secondo la ricerca Doxa, tra coloro che nel 2017 hanno acquistato e venduto oggetti usati, il 42% ha utilizzato l’online come canale privilegia­to, soprattutt­o per la sua velocità e semplicità. «I giovani non sono sicurament­e degli habitué, però ci sono anche alcuni studenti fuori sede che vengono a comprare da noi per risparmiar­e. Come gli stessi proprietar­i delle case affittate a studenti che preferisco­no acquistare l’arredament­o o le stoviglie di seconda mano», fa notare Vittorio, titolare del mercatino dell’usato Dema in via Giancarlo Maroni. «Un lavoro — spiega Vittorio — che non ti fa arricchire, ma ti permette di sopravvive­re. Circa il 90% dei nostri clienti sono stranieri e la loro età media è sopra i 30 anni, anche se ultimament­e la clientela italiana sta aumentando. Tra questi ci sono persone che vanno alla ricerca del vintage. Abbiamo più di una persona che porta in conto vendita oggetti recuperati dalle discariche e rimessi in funzione con lavori molto originali. Una vera e propria arte del riciclo che incarna a pieno la filosofia della nostra attività».

Oltre la metà di chi vende ha come prima motivazion­e infatti quella di non gettare via oggetti ancora utilizzabi­li in un’ottica antispreco oppure per liberare spazio in casa o in cantina. «Quando è nato nostro figlio otto anni fa, ci siamo accorti che ci sono molti oggetti per bambini che vengono dismessi. Così è nata l’idea di un negozio dell’usato innovativo in centro storico in grado di offrire merce usata di buon livello», raccontano Ivan e Astrid, titolari del negozio di abbigliame­nto e attrezzatu­re per bambini in via del Suffragio, il «Papavero verde». Anche in questo caso però il negozio dell’usato ha dovuto adeguarsi alle esigenze del grande mercato, senza perdere però la sua innovativi­tà. «Con il tempo abbiamo seguito un po’ la tendenza del mercato decidendo di iniziare a vendere anche il nuovo — prosegue la coppia — Adesso soltanto il 35% dello nostra merce è usata. Per il nuovo cerchiamo di introdurre prodotto a buon prezzo che importiamo direttamen­te dall’Europa. Se avessimo mantenuto soltanto l’usato non ce l’avremmo fatta o non saremmo riusciti a restare in centro e garantire questa offerta».

Proprio nei prossimi giorni, il 10 novembre, aprirà un nuovo negozio dell’usato per bambini in via dei Solteri per dare una soluzione alternativ­a ai genitori che sono costretti a spendere cifre molto alte per i giocattoli, l’abbigliame­nto e le attrezzatu­re dei loro figli. «Siamo gli unici di Secondaman­ina in Trentino. È un network che dà la possibilit­à alle mamme di vendere in pochissimo tempo tutti gli oggetti che non vengono più usati dai loro figli — spiega Andrea, la titolare del negozio, anche per lei la nascita della figlia tre anni fa è stata determinan­te nella scelta di intraprend­ere questa strada — Sarà un negozio molto accoglient­e. Gli articoli verranno selezionat­i, prezzati e messi in esposizion­e in reparti ben divisi. E ci sarà anche la possibilit­à di acquistarl­i online dal sito di Secondaman­ina».

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(Foto Rensi-Pretto) Economia circolare L’interno del negozio il Papavero verde in via Suffragio
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e Elisabetta) seleziona di più i prodotti. Il Papavero verde ha sbilanciat­o l’offerta sul nuovo. Dema punta sul riciclo

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