FESTIVAL DELL’ECONOMIA, INUTILI LE PROVE MUSCOLARI
Già qualche anno fa un esponente di primo piano della Lega trentina ebbe a dire che il Festival dell’Economia sarebbe stata una delle cose da affossare qualora fossero arrivati al governo provinciale. Puntualmente il nuovo presidente ha sottolineato come quel Festival sia un’accolita di sinistrorsi parziali e tendenziosi, sorvolando sul fatto che i premi Nobel possono anche essere di parte, ma sono riconosciuti per la validità scientifica delle loro tesi, non per la tessera dipartito.
Così quello che ha lanciato Trento come appuntamento di grande prestigio, verrà modificato su canoni che siano più vicini alla «gggente». Non più Nobel, ma personaggi alla Bannon, capo-strategia di Trump nelle elezioni di due anni fa. Magari Farage o Orban che è tanto amico degli italiani, ma non si prende un immigrato, perché sono affari nostri, mica suoi, o giornalisti alla Travaglio. Dalle pagine del Financial Times o del Wall Street journal passeremo al quotidiano di qualche cittadina dell’entroterra appenninico vicino alla sagra della cotica liscia. Dispiace vedere un patrimonio così cresciuto nel tempo finire nel solito calderone populista. Lo spoils system anche per la scienza e la cultura non è segno di avvedutezza, ma di superficialità e qualunquismo. Non è l’unica novità alla quale dovremo adattarci. In un Paese dove le fake news sono all’ordine del giorno, non ultima la falsa traduzione di un’intervista dell’ex vicepresidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem per dimostrare che incitava i mercati contro l’Italia, la rigorosità scientifica e accademica diventano un optional sconsigliato. D’altra parte sembra che più si alzi la voce, più hai ragione. Quello che per anni a figli e nipoti è stato inculcato come errore sociale e relazionale. Rita Grisenti, TRENTO
Gentile signora Grisenti,
Su questo tema ha scritto in maniera esaustiva e condivisibile proprio ieri Enrico Franco. Aggiungo solo una piccola riflessione. Giusto che il nuovo presidente della Provincia prenda in esame anche il Festival dell’Economia, ma sarebbe controproducente cancellare un successo cresciuto anno dopo anno aiutando la realtà trentina a uscire da un pericoloso isolamento. Siccome la campagna elettorale è terminata, Fugatti che non è certo uno sprovveduto non darà certo un calcio a una manifestazione che ha caratterizzato il Trentino sia in Italia sia all’estero. La gestione di tale partita, quindi, è un’occasione per la Lega di dimostrare di essere anche un partito di governo e non solo di lotta. Calpestare il Festival sull’altare di una rivendicazione politica, avrebbe unicamente il sapore della vendetta, una prova muscolare fine a se stessa.