Ianeselli: nuova giunta, concertazione necessaria
Franco Ianeselli cerca la riconferma alla guida della Cgil. E guarda alla nuova giunta: «Spero che anche con il nuovo governo ci sia modo di lavorare. Se non sarà possibile, siamo in grado di mobilitarci».
TRENTO La Cgil del Trentino va al voto. Al via ieri il 19esimo congresso della sigla sindacale che oggi deciderà se confermare alla carica di segretario generale Franco Ianeselli, eletto nel 2015 a successione dell’allora dimissionario Paolo Burli. Dunque, un momento particolarmente delicato per la sigla sindacale per almeno due motivi: si tratta per Ianeselli della prima corsa alla poltrona all’interno delle dinamiche di congresso, e coincide con un’importante variazione del clima politico provinciale e nazionale. L’uscente parte con i favori del pronostico anche se non mancano elementi di incertezza. Se è vero, infatti, che Ianeselli è l’unico al momento candidato per la carica di segretario generale, e che al netto di polemiche e contrapposizioni interne non sembra ci siano altri disposti a raccoglierne il testimone, è anche vero che basterebbe il 3% dei delegati, appena 7 persone, a proporre un nuovo nome o una nuova lista che andrebbe obbligatoriamente al voto contro Ianeselli stesso.
Il segretario uscente si trincera dietro un laconico «no comment», ma nel corso della sua relazione finale non si astiene dall’indicare una precisa direzione per il futuro della Cgil: «Spero che anche con questa nuova giunta, come in passato, ci sia modo di lavorare attraverso il metodo della concertazione. Se non sarà possibile, siamo in grado di mobilitarci». Una presa di posizione che deve necessariamente prendere atto della importanti e apparentemente insanabili differenze che separano il programma del nuovo governo provinciale da quelle indicate da Ianeselli come «bussole» della Cgil. «Prima di tutto l’Europa, che deve senza dubbio dimostrarsi più attenta alle dinamiche sociali ma dalla quale sarebbe un grave errore prendere le distanze. E dall’altra il sostegno agli stranieri in un’ottica di integrazione, che sappiamo essere l’altra faccia della medaglia della sicurezza». Nonostante ciò, il segretario uscente non si dice preoccupato: «Il bilancio di questi anni è positivo. Abbiamo ottenuto bei risultati come l’assegno unico e il fondo, approvato lo scorso 15 ottobre, che garantisce una maggiore durata della disoccupazione per i lavoratori stagionali. Per quanto riguarda il welfare non abbiamo grandi timori perché il programma del nuovo presidente non dà alcuna indicazione di riduzione o ridimensionamento. Ma allo stesso tempo non possiamo che constatare come siano arrivate anche in Trentino certe correnti profonde di rancore e paura. Le nuove sfide della globalizzazione, dell’incertezza del lavoro a causa della delocalizzazione delle imprese e delle nuove tecnologie che rischiano di eliminare posti di lavoro possono essere vinte solo attraverso due strategie: la collaborazione con altre realtà
Il congresso L’uscente in cerca di conferma: «Pronti a mobilitarci. Gli stranieri vanno sostenuti»
di tipo associativo per combattere l’onda nera di razzismo e omofobia che colpisce la società e la valorizzazione della conoscenza e della formazione continua».
Infine, un paio di critiche ben precise alla situazione nazionale e locale: «Non è con la flat tax e il condono che il governo centrale potrà risolvere le problematiche del fisco italiano, così come non è disdicendo il contratto integrativo che Sait aumenterà la qualità del lavoro».
Ieri assente Maurizio Fugatti, impegnato con l’emergenza maltempo, ma presente in sua vece il dirigente generale Paolo Nicoletti. Tra le poltrone della sala molti rappresentanti di associazioni di categoria e qualche esponente politico: il sindaco di Rovereto Francesco Valduga, l’ex presidente e ora consigliere Ugo Rossi e Bruno Dorigatti, ex presidente del consiglio provinciale, insieme ai consiglieri Alessandro Olivi e Alessio Manica.