Riforma del credito, Mattarei alza la voce Dellasega nel mirino
Credito cooperativo, nell’associazione nazionale si discute il futuro delle Federazioni locali Ricorsi contro la riforma, il ruolo dell’ex direttore Dellasega. La presidente: «C’è imbarazzo»
A uno dei ricorsi per incostituzionalità contro la riforma del credito cooperativo starebbe lavorando l’ex direttore di Federcoop Carlo Dellasega. La presidente Mattarei conferma e ammette: «C’è imbarazzo». Si sta decidendo, intanto, chi mandare da Trento in Federcasse a Roma. Mattarei risoluta: «Ci vado io». In ballo il futuro delle Federazioni.
TRENTO Le partite più importanti per Federcoop in questa fase sono quelle del consumo e del credito. La presidente Marina Mattarei non si sottrae. Rispetto ai problemi in Sait e Dao ritiene che la Federazione debba trovare un ruolo di vero sindacato, senza adattarsi di volta in volta alle circostanze. Quanto al credito, gli attacchi alla riforma, che stanno passando anche attraverso iniziative di ricorsi costituzionali organizzate dall’ex direttore Carlo Dellasega, «creano imbarazzo» e a questo punto sono «irresponsabili». E in questa fase delicata, in cui Federcasse sta lavorando a un nuovo statuto che sancirà la vita o la morte delle Federazioni, Mattarei annuncia che sarà lei stessa a rappresentare via Segantini nel consiglio a Roma. Non il suo ex avversario, Ermanno Villotti.
Presidente Mattarei, siamo all’ultimo miglio della riforma ele credito cooperativo, con le banche che in assemblea stanno cambiando gli statuti. Tre settimane fa però il vicepremier Matteo Salvini ha dichiarato di voler mettere mano alla riforma, una Cassa Raiffeisen ha fatto ricorso per incostituzionalità e anche altre Bcc pare che si stiano organizzando. Corre voce che ci stia lavorando Dellasega, assieme all’associazione «Articolo 2» di Firenze.
«Infatti. E questo fatto sta creando anche un certo imbarazzo».
E la vostra posizione?
«È sempre la stessa: la riforma deve andare avanti, ma occorre preservare la distintività e la mutualità del credito cooperativo».
Ma appoggereste moralmente chi ha in mente di fare ricorso?
«No, sarebbe un vero caso di strabismo. La Federazione è a fianco delle Rurali nell’attuazione della riforma. Siamo a un punto di non ritorno, è da irresponsabili pensare che si possa fermare tutto come con un interruttore, all’ultimo momento. Certo, se un’assemblea prendesse posizioni contrarie a questo percorso, la Federazione dovrebbe fornire tutela anche a quei soci».
Nodo Federcasse: c’è un braccio di ferro fra voi e Ccb per decidere chi mandare a Roma in rappresentanza della Federazione trentina. Ccb spinge Ermanno Villotti, in uscita dalla presidenza di Cr Lavis una volta che sarà fusa nella Cr Trento di Fracalossi. Lei Villotti l’ha battuto in assemblea federale, per voi si fa il nome del vicepresidente Marco Misconel.
«A Roma ci andrò io. Punto. È tempo che decidiamo che cosa ci va a fare il rappresentante di Federcoop nel consiglio di Federcasse. E ancor prima che cosa vogliamo che sia la Federazione. Per la prima volta ho avuto tutti qua, nella loro casa, i presidenti delle Rurali. La decisione deve partire da tutti, non solo da un gruppo ristretto. A Roma ci vado io perché in questa fase si vanno a portare istanze politiche: Federcasse si sta dotando di un nuovo statuto, in cui in particolare si deciderà se la singola Bcc aderirà direttamente a Federcasse, oppure se continuerà a farlo tramite le Federazioni».
In gioco c’è il loro ruolo insomma. Se ci fosse un’adesione diretta si tratterebbe del colpo finale, in particolare verso le Federazioni solo bancarie. Colpo duro però anche per Federazioni che hanno in sé anche altri settori, come Trento e Bolzano.
«Ed è per questo che occorre da parte nostra un presidio politico, almeno fino alla fine di questa partita, che dura già da 5 mesi».
A proposito di altri settori, in queste settimane abbiamo assistito a quattro giorni di sciopero dopo la disdetta dell’integrativo del Sait. Più di recente Dao ha disdetto un contratto ventennale con la coop Movitrento, determinando una situazione «delicata» per 40 lavoratori. Federcoop viene tirata ogni volta per la giacchetta.
«Dobbiamo ritrovare un approccio razionale e ordinato. Pochi giorni fa ho avuto anche un incontro con i sindacati confederali. Dobbiamo trovare un metodo che sia sempre quello, non cambiare di volta in volta. Ricordo che la nostra base si lamentava del fatto che la Federazione in questi anni ha perso il suo ruolo sindacale. Ecco, noi dobbiamo mettere in atto una lenta ricostruzione del riconoscimento istituzionale. Sempre nel rispetto dell’autonomia delle singole coop. Un ruolo di terzietà».
Ma vorreste essere parte delle trattative?
«La nostra disponibilità di essere presenti ai tavoli c’è, sempre come figura terza. Da vedere però se ci vogliono».