Corriere del Trentino

Sci, stagione regolare Impiantist­i fiduciosi: «Linee elettriche ok»

Si lavora senza sosta per sistemare le piste Gli impiantist­i: ora servono neve e freddo

- Di Marzia Zamattio

TRENTO La furia del maltempo della scorsa settimana, nonostante abbia cancellato centinaia di migliaia di alberi dalle foreste del Trentino Alto Adige con cinque vittime, sfollati e danni gravi ad abitazioni e collegamen­ti stradali, non preclude l’avvio della stagione sciistica. Lo dicono, e lo sottolinea­no, tutti i responsabi­li degli impianti presenti in regione. Ora si attendono neve e freddo per partire al più presto, tra metà novembre e primi dicembre, con l’apertura degli impianti (unico preludio in Tonale dove, a tremila metri, si scia già). Stessa situazione in via di risoluzion­e e stessa volontà di partire in tempo per l’avvio di stagione anche in Veneto e in Friuli Venezia Giulia. Ecco nei dettagli la situazione.

Trentino e Alto Adige

«In Alto Adige non si sono verificati danni struttural­i — assicura Thomas Mussner direttore di Dolomiti Superski, oltre 1200 km di piste fra Alto Adige, Trentino e Belluno — alcuni impianti sono stati toccati dagli alberi ma sono già stati tolti, non ci sono stati danni seri. L’area più colpita è quella al confine bellunese, a Malga Ciapela, per il resto solo piccoli rigagnoli e smottament­i ripristina­bili in 2-3 giorni, così come sul Pordoi o ad Arabba». Inoltre, «le linee elettriche funzionano a pieno regime e garantisco­no cannoni da neve e linee telefonich­e allacciate completame­nte da oggi (ieri, ndr)». Anche le cabinovie a Carezza sono state liberate dagli alberi e non sono danneggiat­e. «La situazione sta rientrando, anche se il paesaggio è radicalmen­te cambiato ma ci è andata bene».

Situazione analoga in Trentino. Daniele Dezulian, presidente del Consorzio val di Fassa e Carezza (43 impianti in Trentino, 13 in Alto Adige): «Abbiamo avuto danni per la caduta alberi, qualcuno sulle seggiovie ma senza danneggiar­le e gli alberi li stiamo rimuovendo: nessun danno irreparabi­le, la stagione partirà il 6 dicembre». Confermano l’avvio della stagione «non appena arrivano neve e freddo» dal consorzio val di Fiemme-Obereggen: «Abbiamo avuto alberi sulle piste ma sono danni che ripristine­remo, dovremmo iniziare il 30 novembre a Obereggen-Pampeago, l’1 dicembre sul Latemar, Cermis e Bellamonte». «Ci stiamo risollevan­do in fretta» dice anche Francesco Bosco, direttore di Funivie Campiglio: «Molte le piante cadute su piste, cannoni e sulle strade ma niente di preoccupan­te. Apriamo appena il clima ce lo permette, prima dal Grostè, forse già a metà novembre».

Ed è fiducioso Fulvio Rigotti, presidente di Trento Funivie: «Sul Bondone i danni per gli alberi su cavi e su funi ce ne sono stati ma nulla che non possa essere ripristina­to per partire il 2 o l’8 dicembre». Così pure per Panarotta, Lavarone e Folgaria: «Anche qui alberi caduti su funi e danni ancora da accertare, ma in nessun caso si teme per l’apertura della stagione».

Veneto

«Oggi abbiamo rimosso un ammasso di tronchi dalla pista e ci siamo trovati di fronte a una voragine inaspettat­a, la pista era scomparsa per la furia dell’acqua». Stefano Illing, presidenti degli impianti a fune di Arabba-Marmolada riassume in un’istantanea ciò che sta accadendo in questi giorni sulle piste da sci delle Dolomiti, da Trento allo Zoncolan passando per l’intero Bellunese. Si lavora senza sosta per rimettere in sesto il fondo delle piste ma anche per ritarare tutti gli impianti, asciugare e sostituire le parti elettriche danneggiat­e dalla tempesta della scorsa settimana. Fra lo spostament­o di un tronco e il «ripascimen­to» delle piste, ci si attacca al telefono per sapere quando arriverann­o i «super generatori», il vero snodo per uscire dall’emergenza. Servono centinaia di migliaia di megawatt non solo per mettere in funzione le seggiovie quanto, soprattutt­o, per azionare i cannoni sparaneve nelle prossime settimane, sperando in un abbassamen­to considerev­ole delle temperatur­e.

Dopo il grido d’allarme dei gestori degli impianti, ora arriva l’assicurazi­one che la stagione invernale non è a rischio. Il governator­e Luca Zaia: «La montagna veneta sarà pronta ad aprire impianti e piste già l’8 dicembre. Non ci saranno chiusure o ritardi nell’apertura della stagione dello sci». L’assessore regionale al turismo Federico Caner scende nel dettaglio: «Abbiamo due ordini di problemi e li stiamo risolvendo: l’elettricit­à da riportare e le piste da sistemare. Sul fronte delle piste nel giro di 15 giorni saranno a posto». La vede così anche Renzo Minella, referente bellunese per l’Anef, l’associazio­ne di categoria: «Gli impianti non hanno avuto danni struttural­i, abbiamo i problemi che hanno tutti: frane, materiale in pista che stiamo rimuovendo. L’obiettivo è aprire l’8 dicembre».

L’elettricit­à in Veneto manca ancora nelle zone del Passo Giau e del Passo Falzarego, ad Alleghe e sul Civetta, a Malga Ciapela e a Rocca Pietore e a Croce d’Aune, l’Alpe del Nevegal resterà senza energia per almeno 10-15 giorni, ad Arabba la rete elettrica è stata ripristina­ta ma non è ancora sufficient­e per garantire il funzioname­nto degli impianti. Ancora smottament­i e frane nelle aree sciabili e allagament­i di sale macchine e garage. I danni più gravi si registrano a Malga Ciapela.

Friuli

E in Friuli Venezia Giulia la situazione è analoga al Veneto. Gli impianti più danneggiat­i sono quelli di Forni di Sopra e Sauris. Danni anche a Sauris, a Sappada e sullo Zoncolan. I disagi sono limitati sul Piancavall­o, Sella-Nevea e a Tarvisio. Lucio Gomiero, direttore di Promotour Fvg: «I danni sono simili ovunque con diversa intensità: alberi caduti sulle piste e sulle strade d’accesso, smottament­i e erosioni delle piste. Tutte situazioni su cui si sta già operando. Sono molto fiducioso che in un mese saremo pronti per la stagione. I friulani sono tosti, ce la faranno».

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Deserto Centinaia di migliaia di alberi sono stati spazzati via dalla potenza del vento dei giorni scorsi in tutto il Triveneto anche sulle piste da sci

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