Corriere del Trentino

Caumo: «C’è frustrazio­ne, ma bisogna ripartire»

La presidente dell’Upt: «Si ricomincia dai candidati. Ora spazio a nuovi protagonis­ti»

- T. Sc.

Scioglimen­to e rifondazio­ne TRENTO su nuove basi, o tentativo di rilancio partendo dai volti poco votati, ma almeno nuovi, dei candidati del 21 ottobre? Il dibattito avviato ieri sera nel parlamenti­no dell’Upt gira intorno a queste due ipotesi, con due ulteriori variabili: continuare a guardare al Pd, o concentrar­si su un progetto civico neocentris­ta? Su una cosa tutti concordano: i vecchi protagonis­ti vanno consegnati alla storia.

L’Unione è il partito del vecchio centrosini­stra autonomist­a che ha pagato il conto più salato. La scelta di non scegliere (il Pd, il Patt, il civismo) e di rimanere attaccati allo schema ormai logoro di un centro baricentri­co e regista delle ali (sinistra e autonomist­i) è stata fatale. C’è chi, anche con un occhio ai conti, già prevede lo scioglimen­to e la nascita di una semplice associazio­ne senza troppe spese fisse. Per ora, però, il partito resta vivo.

È la presidente Annalisa Caumo a cercare di indicare la rotta dopo il disalberam­ento della nave. «Al parlamenti­no di questa sera (ieri per chi legge, ndr) abbiamo invitato anche i candidati perché è da loro che, penso, dobbiamo ripartire. Lo scoramento c’è e so che qualcuno vorrebbe magari buttare tutto alle ortiche, ma in questi giorni in diversi si sono fatti vivi dalle nostre valli per incitare ad andare avanti, a ricostruir­e». Le incognite restano ovviamente molte, ma su tutte campeggia una certezza: «Il partito — afferma la presidente — ha bisogno di facce nuove».

Tra i «vecchi» dirigenti, tuttavia, si può già intraveder­e il riproporsi di una divisione mai sanata: chi guarda a sinistra e chi a destra, o meglio al centro-centro, quello civico. La divisione su cui si consumò l’ultimo congresso, quello tra Tiziano Mellarini e Lorenzo Dellai. Nessuno è in grado di usare il risultato elettorale come argomento: se l’Upt schiacciat­a sul Pd è arrivata al minimo storico, non è chiaro dove sarebbe arrivata coi civici, esplosi in un attimo come una bolla almeno apparentem­ente vuota.

Di ciò che fu la Margherita resta in consiglio il solo Pietro De Godenz, che secondo i bene informati sarebbe stato a un passo dal seguire Mario Tonina nel salto della barricata. «De Godenz sarà impegnato a fare il consiglier­e» afferma la presidente non lasciando intraveder­e un ruolo da guida politica per il politico della Val di Fiemme.

Ieri sera, i circa sessanta convenuti, si sono concentrat­i sull’analisi della sconfitta. Molti gli interventi, in cui si è alternata la frustrazio­ne per il risultato alla voglia di risollevar­si.

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Determinat­a Annalisa Caumo non pare intenziona­ta a decretare la fine dell’Upt (Rensi)

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