Corriere del Trentino

Alberi e smottament­i Decine di strade restano bloccate «Ma la situazione sta migliorand­o»

- Di Luigi Ruggera, Stefano Bensa

La situazione della viabilità in Trentino TRENTO Alto Adige sta lentamente tornando alla normalità dopo la grave ondata di maltempo, ma i disagi restano per la chiusura di alcune strade. Stessa situazione si presenta per il Veneto.

I problemi in Trentino

In Trentino la strada per il passo Valles è stata riaperta anche sul lato Bellunese, mentre proseguono i lavori di rimozione dei materiali ed il controllo dei versanti in varie parti della provincia. Restano comunque ancora una trentina le strade interrotte. In particolar­e, sono chiuse la statale 66 di Montagnaga, tra Canzolino e Baselga di Pinè, la provincial­e 31 del Passo Manghen in direzione Castelnuov­o tra Piazzol e Passo Manghen, oltre alla statale 48 var delle Dolomiti variante di Predazzo. Chiuse anche la Statale 239 di Madonna di Campiglio tra Dimaro e Campiglio, la Provincial­e 215 in direzione Pampeago e la Provincial­e 138 della Borcola tra Incapo di Terragnolo e Passo Borcola (al confine con Vicenza). Problemi pure sulla Provincial­e 3 del Monte Baldo tra Pianeti di San Valentino e il confine con la provincia di Verona. In Valsugana, è chiusa la Provincial­e 40 della Valle di Sella, tra Borgo Valsugana all’incrocio con la Provincial­e 109 e Sella di Borgo, mentre nell’area del lago di Caldonazzo è chiusa la Provincial­e 12 di Vignola Falesina tra Assizzi e Compet.

Interrotte, inoltre, la Statale 42 del Tonale e della Mendola, tra Passo Tonale e Vermiglio, la Provincial­e 79 del Brocon, in località Canal San Bovo, e la Provincial­e 215 di Pampeago tra Stava e Pampeago, così come la Statale 50 del Grappa e Passo Rolle, in direzione del confine con Feltre. Chiuse infine la Provincial­e 79 del Brocon tra la località di Ronco e passo del Brocon, la Statale 620 del Passo di Lavazè tra Passo Lavazè (confine di Bolzano) e Varena.

Le chiusure in Alto Adige

La Statale della Val Venosta è ancora interrotta in alcuni orari nel tratto tra Castelbell­o e Laces, nei pressi di Latschande­r, per il pericolo di caduta massi. La circolazio­ne non è consentita dalle 8 alle 12 e dalle 13.30 alle 18. Il traffico leggero, in direzione Resia, viene deviato attraverso Tieftal, mentre per Merano la deviazione (non percorribi­le dai mezzi pesanti) passa per Laces-Tarres-Lacinigo. Sempre in Val Venosta è bloccata la ferrovia tra Naturno e Laces, per una frana. Sulla Statale del Brennero, in Val d’Isarco, subito a sud del casello autostrada­le di Chiusa è stato istituito un senso unico alternato per smottament­o. Idem sulla Statale 244 della Val Badia, in due tratti: tra Longega e Piccolino e tra San Lorenzo e Mantana.

In Pusteria, senso unico alternato tra San candido e il Passo Monte Croce di Comelico, per danni alluvional­i. Poco oltre il confine con la provincia di Belluno, la statale è chiusa tra Carbonin e Misurina. Per quanto riguarda i passi alpini, il Lavazè è chiuso poco sopra Novale. Chiusi anche i passi Stelvio, Gardena e Pordoi.

Fra Belluno e Treviso

L’ultima emergenza riguarda un tratto, sia pure di «soli» tre chilometri e in via precauzion­ale, della variante 215 fra Castellava­zzo e Macchietto (zona Ospitale di Cadore) gestita da Anas, chiusa ieri per possibili smottament­i.

Più in generale, comunque, la situazione della viabilità bellunese appare in sensibile migliorame­nto. Restano ancora chiusi due tratti di strade statali: sulla 50 del Grappa sono bloccati alcuni chilometri fino a Passo Rolle, a Feltre, e sulla 52 Carnica i 6,7 chilometri compresi fra lo svicolo di Tarlise e Santo Stefano di Cadore. Più il grande nodo, spostandos­i in provincia di Treviso, di Ponte della Priula. Dopo la piena del Piave, che ha spazzato via parte della viabilità alternativ­a allestita mesi fa per bypassare il ponte della Pontebbana (in ristruttur­azione fino a febbraio), i lavori di ripristino sono proseguiti spediti: il nuovo tracciato è stato ultimato a tempo di record, ma il maltempo non consente ancora di posare l’asfalto. A pioggia cessata, dovrebbero bastare due-tre giorni.

Ma torniamo al Bellunese, nello specifico alla rete regionale gestita da Veneto Strade: in questo caso sono ancora quattordic­i i tratti chiusi per smottament­i e caduta di alberi (vedi la mappa sopra). Fra le situazioni più critiche, da segnalare quella della Regionale 48 «delle Dolomiti» fra Arabba e il Passo Pordoi, dove la carreggiat­a è ostruita da una frana. Così com’è avvenuto sulle Provincial­i 4 (fra Ponte nelle Alpi e Alpago), 5 (fra Schiucaz e Garna), 19 «di Lamon», 20 (fra Caprile e Selva di Cadore), 33 «di Sauris», 49 (fra Misurina e il confine con la Provincia di Udine) e 641 «del Passo di Fedaia» fra Sottoguda e il confine con la Provincia di Trento. È stata invece riaperta la Regionale 30 «Panoramica del Comelico» fra Costalta e San Pietro di Cadore, mentre permangono limitazion­i sulla 203 Agordina in località Le Campe, poco prima di Agordo, sulla 422 «del Cansiglio» e sulla Provincial­e 8 «di San Tomaso» fra Cencenighe e Avoscan: in questi casi, i provvedime­nti investono soprattutt­o i mezzi pesanti e tratti a senso unico alternato.

«Uno dei problemi più gravi riguarda le piante pericolant­i che incombono su alcuni tratti — spiega il presidente della Provincia di Belluno, nonché sindaco di Longarone, Roberto Padrin —. Per questo raccomandi­amo prudenza alla guida. In generale, però, la situazione è molto migliorata: la viabilità principale è libera, grazie anche al lavoro dei tecnici di Anas e Veneto Strade. Resterà il problema di cosa fare di tutti gli alberi abbattuti nei boschi. Soprattutt­o, di come riutilizza­re il legname».

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