IL RIMPASTO DI ANDREATTA E IL FUTURO DEL CAPOLUOGO
Il rimpasto incomprensibile. Il sacrificio di Biasioli da assessore e vicesindaco e quello di Robol per Salizzoni e Bungaro resta difficile da capire. Il mio rispetto per la competenza, serietà e stima per i nuovi assessori sono massime, ma se questo mini ribaltone doveva servire e serrare i ranghi della maggioranza direi che ha fallito nello stesso istante in cui è stato pensato. Si guadagnano con la presidenza a Panetta sei voti che in fondo a oggi sono comunque sempre arrivati e si mette in serio dubbio l’appoggio del Cantiere (3 consiglieri) e parte del Patt (2 esponenti). Se questo è aver trovato la quadra credo di preferire il cerchio di gran lunga. Vergognoso poi che il Patt con due assessori si lamenti e minacci di votare solo le delibere di quegli assessori e di valutare volta per volta le altre. Questi sono i partiti che vogliono il bene della città. Noi di contro garantiremo sempre il nostro contributo alla città in modo serio e costruttivo indipendentemente da ruoli e orientamenti in massima serietà e coerenza.
Caro consigliere Maschio,
Le sue valutazioni politiche fotografano una situazione che è sotto gli occhi di tutti. Com’era facilmente prevedibile il rimpasto messo in campo dal sindaco Alessandro Andreatta ha accontentato alcuni e scontentato altri. Ma soprattutto, come è emerso anche dalle dichiarazioni rilasciate l’altro giorno al Corriere del Trentino dall’ex governatore Ugo Rossi, il patto centrosinistra-autonomisti è destinato a chiudersi. Si tratta ora di capire se anticipatamente oppure alla scadenza naturale della legislatura. Le mosse di Andreatta hanno puntato a puntellare una maggioranza da sempre fragile. Il cambio degli assessori muove quindi dall’urgente necessità di rinsaldare le fila, in modo da evitare che la minoranza, ringalluzzita dai risultati delle ultime provinciali e ormai lanciata alla conquista anche del capoluogo, possa incunearsi nelle crepe della coalizione. Tattica a parte, rimane però aperto un altro interrogativo, forse il più importante: da questo rimescolamento delle carte con tanto di vincitori (il gruppo di Insieme per Trento) e di sconfitti (il Cantiere e anche il Pd se vogliamo) quale sarà il beneficio per la città? Si riusciranno a portare in porto alcuni obiettivi come la revisione del Piano regolatore, il futuro dell’area ex Italcementi, la nuova piscina gettando magari anche le basi per avviare una riflessione approfondita e non ideologica su un possibile interramento della ferrovia nel tratto cittadino? Ai posteri l’ardua sentenza, anche se dai primi sussulti sono più i dubbi che le certezze.