Corriere del Trentino

Una «profusione di rosa» che sembra spiccare il volo

- di Martha Canestrini

Ecco una pianta che si stabilisce in giardino per sempre. È un peccato che sia così poco conosciuta: chi l’ha provata, è felice di averla scelta. La Gillenia trifoliata (una volta, Porteranth­us trifoliatu­s, in foto) è un arbusto che raggiunge a malapena un metro, un pregio per chi ha un giardino piccolo e ombroso. Produce una profusione di fiori stellati, farfalline leggere che sembra vogliano spiccare il volo. I fiori della cultivar «Pink profusion» hanno petali sottili, leggerment­e arricciati, all’inizio di color rosa, poi trascolora­no in bianco. Il fogliame, verde chiaro, è insolito: dentellato e trilobato, cioè a tre segmenti. Se la pianta sta un paio d’ore al sole, le foglie si sfumano dal verde al ramato.

Dopo la fioritura, che dura un mese in tarda primavera, i sepali (la parte che ricopre il calice sotto i petali), colorati di un allegro rosso lacca cinese, restano sulla pianta fino in autunno. Non è infestante, ha un aspetto arbustivo pur essendo erbacea: ricaccia ogni primavera. Proviene dal Canada e dal nord degli Stati Uniti, perciò resiste molto bene alle basse temperatur­e. Si può dunque coltivare anche in montagna. Ci si chiede come mai non sia ancora entrata vittoriosa­mente nei nostri giardini.

Dove era di casa, i nativi la chiamavano «radice dell’arciere», per via dei lunghi e diritti rizomi che ricordano la corda di un arco. La corteccia delle radici ha virtù medicinali, ben conosciute agli abitanti delle zone in cui cresce spontanea. La coltivazio­ne non presenta difficoltà, sarebbe però meglio prepararle prima il terreno, alleggeren­dolo con compost maturo e arricchend­olo con cornunghia, per fare in modo che la pianta parta avvantaggi­ata.

Se si vuole aumentarne l’impatto visivo, consiglier­ei di acquistarn­e tre e di piantarle insieme, in gruppo. Si allarghera­nno lentamente con gli anni, infoltendo­si. La Gillenia preferisce zone semiombros­e, da sottobosco o con un paio di ore di sole al mattino, il pieno sole la brucerebbe. Consiglian­o gli esperti di accompagna­rla con Hoste, a foglia molto larga per creare contrasto, o con Epimedium, compatibil­e con la Gillenia per leggerezza di fogliame.

In fase adulta, sopporta la mancanza d’acqua. I primi due anni però sarebbe meglio tenerla d’occhio, perché più sensibile alla siccità, intervenen­do in tempo con un paio di secchi d’acqua. Pur allargando­si ogni anno attraverso rizomi, non è mai invasiva. La Gillenia si può propagare facilmente con pezzi di radice. Si pota alla base in primavera, non prima, perché i semi rossicci sono molto attraenti anche in inverno.

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