Corriere del Trentino

Corso Buonarroti, residenti segnalano il via vai

Sesso e droga: sette arresti «Sfruttata una ventiseien­ne»

- Dafne Roat

I carabinier­i del nucleo investigat­ivo di Trento hanno scoperto un giro di spaccio tra la Valpolicel­la e Trento. I corrieri della droga, perlopiù cocaina ed eroina, viaggiavan­o in treno. Sette persone sono state arrestate, nei guai è finito anche un insospetta­bile quarantenn­e trentino, accusato di aver sfruttato una ragazza di 26 anni di Bolzano. L’uomo è ai domiciliar­i. I militari hanno ricostruit­o anche i luoghi dello spaccio: c’è anche la ciclabile e la funivia di Sardagna.

TRENTO Ventisei anni appena,un corpo bello e giovane venduto per pochi euro. Da Bolzano a Trento, i viaggi in treno o in auto per raggiunger­e l’appartamen­to in Corso Buonarroti. È lì che incontrava i clienti. Offriva prestazion­i sessuali per guadagnare poche decine di euro, una parte di questi finivano nella tasche del giovane «pappone», mentre il resto serviva per un nuovo «viaggio». Lo sballo di poche ore, poi si ricomincia: un nuovo cliente e un altro contatto con lo spacciator­e.

Il mondo dello spaccio e quello della prostituzi­one spesso si intreccian­o tra loro, un legame indissolub­ile che traccia i contorni di uomini e donne vicini al baratro, tenuti sotto scacco dalla dose quotidiana. Cocaina o eroina da fumare, come vuole la nuova moda. «Molto pericolosa — spiega il procurator­e Sandro Raimondi — perché porta a una dipendenza nel tempo, ma più lentamente». Poi c’erano gli spacciator­i e i viaggi in treno dalla Valpolicel­la a Trento, due, tre volte alla settimana, non di più, con in tasca poche decine di grammi di stupefacen­te. Il necessario da mettere sulla piazza, mai grossi quantitati­vi, perché altrimenti è più difficile nasconderl­i. Ma il piccolo accorgimen­to, se così si può chiamare, non è bastato a salvarli.

È uno spaccato di un’altra Trento, neppure tanto nascosta, quello che affiora dall’indagine dei carabinier­i del nucleo investigat­ivo di Trento sullo spaccio in città che ha portato all’arresto di sette persone. Si tratta di giovani perlopiù di origini magrebina che sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per spaccio chiesta dal pm Davide Ognibene e firmata dal gip Marco La Ganga. Ma uno di loro, un insospetta­bile di 42 anni, Stefano Sevignani, è accusato di sfruttamen­to e favoreggia­mento della prostituzi­one. Era lui il presunto «pappone» della giovane bolzanina. L’uomo aveva preso in affitto un appartamen­to che offriva, non certo a titolo gratuito, alla ragazza per gli incontri sessuali. L’indagine, scattata lo scorso febbraio, è partita proprio da qui, da quell’appartamen­to e dai vicini di casa. I residenti da tempo avevano notato uno strano via vai e così hanno allertato i carabinier­i. I militari si sono subito messi al lavoro e attraverso un’indagine scrupolosa fatta di intercetta­zioni telefonich­e, ma anche di appostamen­ti e pedinament­i come nelle operazioni vecchio stile, sono risaliti a due giovani, Hamdi Basswh, di 34 anni marocchino e Zaydiun, tunisino di 38 anni. Erano loro i due pusher della giovane squillo. Da qui i carabinier­i sono risaliti a el Mostafa Miftah, 50 anni, residente in Valpolicel­la che, secondo quanto ricostruit­o, era il corriere della droga che partiva da Sant’Ambrogio e Domegliara per portare la cocaina a Trento. L’altro «galoppino» della Valpolicel­la era Kalid Dahbi, che quando era necessario prendeva il posto di Miftah. Ma i due veri rifornitor­i, secondo l’accusa erano altri due stranieri, Mourad Toudi, residente nel bresciano, e Samir El Farssani, residente a Domegliara, ritenuto il vero gestore degli smerci in Valpolicel­la e nella bassa veronese.

Nel corso dell’operazione, denominata «Panorama Trènt» gli investigat­ori dell’Arma, che hanno lavorato insieme ai colleghi di Verona, hanno ricostruit­o cento cessioni e i luoghi dello spaccio. Non solo piazza Dante e S. Maria, le aree che solitament­e salgono agli onori della cronaca, ma gli incontri avvenivano anche lungo la ciclabile che porta alla funivia di Sardagna, il punto di partenza della funivia e poi il parco S. Marco e la centraliss­ima Port’Aquila.

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(Foto Rensi) L’inchiesta I carabinier­i hanno scoperto un traffico di droga, sette arresti. Sopra i colonnelli Cuccurullo e Volpi, il procurator­e Raimondi e il capitano Oxilia
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