Consiglio comunale, Panetta presidente: maggioranza in affanno
Maggioranza in affanno. Tanti dissensi. L’opposizione: non esistete più
In consiglio comunale a Trento Salvatore Panetta è stato eletto presidente, anche se non sono mancate le difficoltà, a causa dell’opera dei «franchi tiratori». La maggioranza è apparsa visibilmente in affanno, molti i dissensi. L’opposizione sfrutta le crepe che si fanno sempre più larghe: «Non esistete più».
TRENTO Incerto fino all’ultimo. Difficile definire altrimenti il voto, ieri in Consiglio comunale a Trento, per l’elezione del nuovo presidente. Nella prima seduta dopo il rimpasto di Giunta voluto la scorsa settimana dal sindaco Alessandro Andreatta, ci sono volute due elezioni e, infine, un ballottaggio per arrivare a eleggere, con un margine di soli due voti, Salvatore Panetta nuovo presidente del consiglio. Il neoeletto interpreta i voti contrari come un messaggio al sindaco, mentre dalle opposizioni Civica trentina stigmatizza la votazione come l’esempio di una «maggioranza dilaniata» e chiede elezioni anticipate.
Dopo l’elezione di Lucia Coppola al Consiglio provinciale, la presidenza dell’aula di Palazzo Thun è dunque passata, pro tempore, a Vittorio Bridi, che ha notificato ai consiglieri i nomi dei nuovi assessori, mettendo il sigillo formale al nuovo gabinetto di Andreatta: Alberto Salizzoni a urbanistica e mobilità, Corrado Bungaro a cultura, ambiente e pari opportunità. Approvato anche l’ingresso in Consiglio di Marco Ianes, nel gruppo misto, a riempire il vuoto lasciato da Coppola.
A quel punto, la seduta ha preso un corso meno prevedibile. La consigliera leghista Bruna Giuliani è intervenuta proponendo Roberta Zalla (Partito democratico) per la presidenza. In risposta, il capogruppo del Pd Paolo Serra, chiosando il rifiuto di Zalla alla proposta della minoranza, ha ricordato che la figura di Panetta è stata scelta «per la grande esperienza e competenza».
Poi è arrivato il momento del voto, a scrutinio segreto. Alla prima votazione per il nuovo presidente, per cui erano richiesti 27 voti, i due terzi dei consiglieri, a Panetta ne sono andati 17. Alla seconda, per la quale bastavano i 21 voti della maggioranza semplice, Panetta è rimasto fermo a 17, mentre Roberta Calza (Pd) ne ha raccolti 12. Per superare l’ostacolo, dunque, c’è voluto un ballottaggio tra Panetta e Calza: 18 a 16.
Gli auspici per i lavori della maggioranza post-rimpasto non sono dei migliori. Panetta, però, si dice tranquillo: «Non ero io il bersaglio dei voti contrari di stasera (ieri, ndr). Erano un messaggio al Sindaco, al quale io stesso ho ricordato più volte la necessità di risolvere la questione della nuova presidenza, così come altri temi sul tavolo della Giunta, mediando fra le diverse anime e sensibilità della maggioranza. Con la sua decisione, invece, Andreatta ha dato l’occasione alle minoranze di mettere in difficoltà la coalizione». Un pronostico sul resto della consiliatura è difficile: «Non so se arriveremo al 2020. Non si può più pensare in grande: la maggioranza dovrà ragionare punto per punto, portando a casa le partite su cui può ancora esserci consenso. Penso per esempio all’urbanistica: area Sloi, Italcementi, Atesina e nuovo stadio».
Si muoverà dunque in punta di piedi il nuovo presidente. Del travaglio per la sua elezione, invece, non è sorpreso Serra: «Sapevamo che c’erano malumori e rimostranze in alcuni settori della coalizione di maggioranza. Eravamo certi, tanto per cominciare, di non avere i due terzi dei voti. La proposta improvvisata di Zalla fatta dalla minoranza, poi, non ha favorito il consenso sul nome di Panetta, è stato un giochetto poco leale. Non caricherei il voto di ieri di troppo significato». I veri problemi infatti, come ammette lo stesso Serra, sono altri. Su tutti, la verifica della maggioranza, che il capogruppo dem prevede per uno dei prossimi fine settimana.
Vicende d’aula a parte, è arrivata intanto la conferma che il gruppo consigliare di Insieme Trento è stato accolto da Futura 2018, la lista di centrosinistra che ha raccolto alle provinciali il 7% dei voti.
L’eletto Io sereno, i voti contrari sono un messaggio al sindaco