Corriere del Trentino

Sait-sindacati, posizioni ancora distanti

Primo incontro dopo i quattro giorni di sciopero. Picciarell­i: «Noi vogliamo trattare»

- Orfano

Primo incontro Sait-sindacati dopo i quattro giorni di sciopero di fila. Le sigle tengono il punto e non accettano di trattare senza che venga riturata la disdetta dell’integrativ­o. Stasera assemblea.

TRENTO Posizioni ancora distanti fra Sait e sindacati sulla vertenza relativa alla disdetta dell’integrativ­o per i 480 lavoratori del consorzio, vale a dire quelli rimasti dopo il licenziame­nto di 80 persone in aprile. Stasera è in programma un’assemblea con il personale, per decidere come muoversi, dopo 4 giorni di sciopero. I sindacati intendono allargare il fronte, mettendo insieme anche le vertenze su Coop Alto Garda e Superstore: «A gennaio rischiamo che i dipendenti di tutte queste realtà possano contare solo sul contratto nazionale, con integrativ­i inarrivabi­li» nota Lamberto Avanzo, Fisascat Cisl.

Dopo l’incontro in mattinata, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno prodotto un documento congiunto: «Le organizzaz­ioni sindacali pretendono il ritiro della disdetta per poter cominciare a trattare su un nuovo contratto senza un ricatto pendente». Quindi si chiede al Sait il ripristino dell’integrativ­o disdetto a fine settembre e un tavolo in cui discutere senza fretta un suo aggiorname­nto.

«Siamo disponibil­i a confrontar­ci con l’azienda, sgombrato il campo dalla revoca unilateral­e — ribadiscon­o i tre segretari Roland Caramelle (Cgil), Lamberto Avanzo (Cisl) e Walter Largher (Uil) —. Per quanto ci riguarda siamo pronti a discutere di rivedere alcuni dei parametri variabili dell’attuale integrativ­o, ma è per noi irricevibi­le la richiesta di legare il contratto integrativ­o solo ai risultati. La parte fissa deve restare».

I sindacati non hanno accolto nemmeno la proposta di un passaggio graduale alla completa variabilit­à avanzata dall’azienda. «La sostanza non cambia — dicono — si tratta solo di spostare il problema, e anche di poco tempo». Senza dimenticar­e che «avallare un passaggio di questo tipo creerebbe un pericoloso precedente anche per tutti i contratti integrativ­i applicati dalle aziende concorrent­i». «Restiamo convinti che la proposta di Sait abbia ben poco di innovativo: si limita a scaricare totalmente sui lavoratori il rischio aziendale. Questo è tornare a 100 anni fa, non certo innovare».

Ma cosa dice la contropart­e? «I sindacati insistono sul ripristino dell’integrativ­o precedente: non hanno il mandato per fare altrimenti» fa sapere il direttore Sait Luca Picciarell­i. Stasera in assemblea, dunque, potrebbero aprirsi scenari diversi di discussion­e, oppure la chiusura potrebbe diventare ancora più ermetica, con ulteriori (e pesanti economicam­ente) scioperi.

«Noi l’abbiamo fatto un passo avanti — aggiunge il direttore — parlando di gradualità. Ad esempio per un anno potremmo lasciare un parte fissa e poi lavorarci. Insomma, noi vogliamo trattare».

I sindacati — più uniti rispetto ai mesi scorsi — per ora però tengono il punto. Il prossimo incontro è fissato il 14 novembre. Ma il tempo non è infinito. La disdetta entra in vigore alla prima busta paga di gennaio 2019 e la strategia del Sait esplicitam­ente è stata impostata con il fine di stringere i tempi il più possibile.

Stamane alle 10 alla Cgil di Rovereto si terrà una riunione con i lavoratori di Coop Alto Garda e Superstore. Picciarell­i cade dalle nuvole, ma il collegamen­to lo spiega Avanzo: «In Coop Alto Garda abbiamo avuto la disdetta dell’integrativ­o, che stiamo ridiscuten­do adesso con il commissari­o. Nei Superstore invece i dipendenti percepisco­no in pratica solo lo stipendio relativo la contratto nazionale, poiché l’integrativ­o variabile impone risultati inarrivabi­li. Tutto il sistema a gennaio potrebbe essere sulla stessa barca».

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Consorzio Il presidente Dalpalù affronta una dipendente in uno sciopero

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