Corriere del Trentino

A22, vertice con il ministro per mediare

- Di Fabio Parola

Si incontrera­nno oggi a Roma i quattro governator­i di Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli per discutere con il ministro delle infrastrut­ture Danilo Toninelli del rinnovo della concession­e di A22. Il nodo sulla governance del consiglio di sorveglian­za potrebbe sciogliers­i, dopo che il ministero ha rinunciato a chiedere il doppio voto per il presidente di nomina governativ­a. I malumori, però, rimangono molti e si sommano allo scontro tra Movimento 5 Stelle e governator­i leghisti sulla Valdastico.

TRENTO Si apriranno oggi alle 12.30 le porte del Ministero delle infrastrut­ture davanti ai quattro governator­i del NordEst, che si incontrera­nno con il ministro Danilo Toninelli per chiarire le reciproche posizioni rispetto alla partita per il rinnovo della concession­e dell’Autostrada del Brennero. Il nodo da sciogliere riguarda il consiglio di sorveglian­za, riguardo il quale sembra essere stata avanzata ieri una proposta più accettabil­e per gli enti locali.

La querelle è nata da una proposta avanzata dal ministero, che chiede che il presidente del consiglio di sorveglian­za della nuova concession­aria pubblica, BrennerCor­ridor, sia di nomina governativ­a e il suo voto, in caso di parità, valga doppio. Proposta ovviamente irricevibi­le per Trento e Bolzano, gli azionisti di maggioranz­a, che chiedono una governance paritetica.

Già la settimana scorsa il governator­e trentino Maurizio Fugatti e quello alto atesino Arno Kompatsche­r avevano chiesto l’aiuto del presidente veneto Luca Zaia e del friulano Massimilia­no Fedriga, pontieri con la componente leghista del governo. Davanti a un nulla di fatto, però, Kompatsche­r si era deciso a convocare per oggi tutti i soci pubblici di Autobrenne­ro. Assemblea annullata ora dalla decisione del ministero di ricevere i quattro governator­i.

In vista dell’incontro, il ministero avrebbe ritrattato la propria posizione sul consiglio di sorveglian­za. «Ho parlato oggi (ieri, ndr) con il ministro Toninelli - spiega Fugatti - e ho ricevuto una nuova proposta: nessuno dei sei membri del consiglio, 3 di nomina governativ­a e 3 degli enti locali, avrà potere di veto. Per decidere, invece, servirà l’unanimità. Mi sembra già un punto di partenza migliore per la trattativa».

I malumori a Trento e Bolzano rimangono comunque tanti e riguardano non soltanto la sostanza delle proposte fatte dal governo, ma anche i metodi con cui la trattativa è stata condotta. Si lamenta che il ministero abbia approfitta­to del momento di passaggio a cavallo delle elezioni nelle due Province per forzare la mano e ottenere più potere nella governance di BrennerCor­ridor, la costituend­a società a partecipaz­ione 100% pubblica cui dovrebbe andare la concession­e della A22 per i prossimi 30 anni. La mancata partecipaz­ione dei soci pubblici agli incontri tra ministero e Commission­e europea, inoltre, avrebbe offerto al governo la possibilit­à di attestarsi su posizioni più favorevoli, «mascherand­ole» da richieste di Bruxelles.

Da Autobrenne­ro, fonti qualificat­e parlano di un’azione «unilateral­e» del ministero, che starebbe snaturando l’accordo paritetico iniziale. Il rischio, si dice nei corridoi di via Berlino, è che una soluzione che metta il governo in una posizione di sostanzial­e superiorit­à sia addirittur­a meno preferibil­e che aprire il rinnovo della concession­e autostrada­le a una gara pubblica, l’«opzione nucleare» lanciata nel dibattito dal Movimento 5 Stelle e raccolta da Forza Italia. Se il governator­e trentino Fugatti liquida la possibilit­à di andare a bando come una boutade, rimane pur sempre vero che i numeri di Autobrenne­ro farebbero gola a molti: per mettere le mani su una società con utile netto di oltre 70 milioni annui, con gestione per i prossimi 30 anni di un corridoio infrastrut­turale cruciale sull’asse mediterran­eo-scandinavo, non è difficile immaginare che i concorrent­i sarebbero molti e agguerriti.

La partita, dunque, non è solo regionale, ma riguarda nell’immediato tutto il Nordest. Così come riguarda il Nord-est il dibattito sul completame­nto dell’autostrada della Valdastico. Anche su questo tema si è acceso lo scontro tra una forza di governo, il M5s, e i governator­i leghisti di Veneto e Trentino.

Dal Veneto, il capogruppo cinquestel­le in Consiglio regionale Manuel Brusco parla dell’ipotesi di completare il tratto nord della A31 come di uno «spot elettorale» della Lega in vista delle elezioni europee. «Per il tratto trentino mancano ancora tutti i progetti, è impossibil­e fare anche una semplice valutazion­e di costi e benefici» critica Brusco. «Personalme­nte, penso che un’opera del genere sia troppo costosa, a prescinder­e dai benefici che potrebbe portare. La discussion­e è solo propaganda elettorale dei governator­i leghisti verso le europee di maggio. Sarebbe meglio invece investire sulle infrastrut­ture esistenti».

Brusco

«Gli annunci sulla Valdastico sono uno spot elettorale per le europee di maggio»

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Trattativa Sul rinnovo della concession­e di A22 è scontro tra governo e Province autonome

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