«Bene il confronto, ma non si riduca tutto a dati»
Pendenza (Associazione presidi): «Il sovrintendente? Se è vecchio stampo è superato»
Paolo Pendenza, dirigente dell’istituto di istruzione superiore Degasperi di Borgo Valsugana e presidente della sezione trentina dell’Associazione nazionale presidi,
cosa ne pensa del portale Eduscopio? «Offre sicuramente degli indicatori utili per l’orientamento alla scelta della scuola superiore ma l’importante è che studenti e famiglie non li prendano in considerazione in senso assoluto, come unico fattore dirimente. Come ogni analisi statistica si tiene conto solo di alcuni aspetti trascurandone altri, magari altrettanto significativi; un po’ come con i risultati dei test Invalsi. Pertanto ritengo che sia uno strumento orientativo valido ma da affiancare a quelli tradizionali quali open day, laboratori esperienziali, colloqui e giudizi d’orientamento, confronto con docenti, amici e parenti, passaparola e così via. Fermo restando che bisogna sempre partire dalla persona, non esiste la scuola migliore in assoluto ma quella migliore rispetto allo specifico studente».
Però queste classifiche possono generare competitività tra le scuole.
«Il confronto tra le scuole non è negativo di per sé: l’importante è non pensare che il loro merito si riduca a dei singoli dati oggettivi, dati di cui è certamente importante tener conto per capire i progressi fatti ma che da soli non bastano per descrivere il valore di una scuola, che è sistema complesso fatto anche di fattori quali il benessere di studenti e docenti, la propensione all’innovazione, la collaborazione col territorio e molti altri».
Da un’analisi della percentuale di diplomati in regola emerge che in media sono proprio gli studenti provenienti dalle scuole più inclusive a ottenere i risultati migliori all’università.
«È un dato davvero interessante e che fa piacere: se una volta la scuola migliore era quella che bocciava tanto — o almeno così si pensava — oggi la migliore è invece la più inclusiva, quella che pur non abbassando livello e obiettivi porta al successo formativo il maggior numero possibile di studenti, grazie a una didattica attenta e innovativa».
Il nuovo presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, in campagna elettorale ha proposto di reintrodurre la figura del sovrintendente scolastico. Cosa ne pensa?
«Dipende cosa si intende: se parliamo del sovrintendente vecchio stampo, pre-scuola dell’autonomia, si tratterebbe di una figura superata, anacronistica e inefficace. Se invece si parla di una figura che medi con autonomia tra la politica e la scuola — compito che comunque viene già svolto dal dirigente generale del Dipartimento della conoscenza — se ne può parlare».
La valutazione
«Non esiste la scuola migliore in assoluto ma quella migliore rispetto allo specifico studente»