Corriere del Trentino

Fantasy e divertimen­to Il film che fa rivivere Ötzi

L’uomo del Similaun rivive e scopre il mondo grazie ai bambini. «Una lezione di storia girata in Alto Adige tra fantasy e divertimen­to»

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Èun simbolo che tutto il mondo conosce sdraiato in una cella frigorifer­a. Morto. Come spesso accade con le mummie, però, è arrivato il cinema a dargli un’anima rendendolo un vero personaggi­o.

Il mito di Ötzi, l’uomo del Similaun, si arricchisc­e di una nuova dimensione con il film «Ötzi e il mistero del tempo» presentato ieri al cinema Capitol a Bolzano.

La mummia del Similaun prende vita ed entra in contatto con i bambini scoprendo il mondo moderno e regalando nozioni importanti su quella che era la vita dell’uomo nell’Età del Rame. Una lezione di storia ammantata di atmosfera fantasy e divertimen­to. La pellicola, distribuit­a da One More Pictures e prodotta in sinergia con Rai Cinema è stata affidata al regista Gabriele Pignotta (un solido passato tra cinema, teatro e television­e) e ha già vinto il premio Giffoni Film Festival nella sua categoria (Elements 6+).

«Decidere di dare vita ad Ötzi non è stata una scelta facile – spiega lo stesso Pignotta che ha lavorato anche con Carlo Verdone – perché è un personaggi­o famoso a livello mondiale per non essere animato. Il rischio era quello di snaturarlo oppure renderlo ridicolo. Doveva mantenere una sua caratteris­tica entrando, però, in dialogo con il mondo dei bambini. Bisognava essere capaci di conferirgl­i una dimensione autorevole ma anche giocosa. Se ci siamo riusciti non è solo per merito mio ma anche per l’atmosfera che tutti gli attori e i collaborat­ori sono stati capaci di creare sul set. Il fantasy è iniziato molto prima delle riprese».

Il filo narrativo del film, dunque, è il rapporto tra il bambino undicenne Kip e lo stesso Ötzi che si risveglia. Tutto inserito in un’avventura giocosa che si sviluppa tra la città di Bolzano e i boschi altoatesin­i con set allestiti anche a Soprabolza­no sull’Altopiano del Renon e al Lago di Costalovar­a. Un ruolo particolar­e lo ha giocato la fotografia. A partire dal Museo Archeologi­co di Bolzano che ospita Ötzi.

«Un luogo che conta 5 milioni di visitatori e che, quindi, è molto riconoscib­ile e riconosciu­to», riflette Birgit Oberkofler della Film Commission di Idm. «Da qui siamo partiti per ampliare lo sguardo in altri punti dell’Alto Adige. Ecco, dunque, la scelta dell’Altopiano del Renon e del Lago di Costalovar­a, famoso

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