Corriere del Trentino

Tutto Bastianich: cuoco, cantante e produttore di vini

Merano Wine Fest Il noto cuoco e giudice del reality show Masterchef produce vini in Friuli. In degustazio­ne al Kurhaus «Nel 2019 nuovi ristoranti, una tournée e un disco»

- Negri

Tutti lo conoscono per i giudizi tranchant alle pietanze dei concorrent­i di Masterchef e per quell’italiano un po’ maccheroni­co che lo ha reso simpatico al pubblico (il suo «muoro» è ormai parola d’uso corrente), pochi però sanno che il newyorkese Joseph «Joe» Bastianich, oltre ad essere cuoco («non chiamatemi chef», si raccomanda sempre) e personaggi­o dello spettacolo, è anche produttore di vini di successo. Ventun anni fa, Bastianich ha aperto la sua cantina, 40 ettari di vigneti nei colli orientali del Friuli, a Cividale, cui ha affiancato il ristorante e bed and breakfast «Orsone». È questa sua passione a portarlo al Merano Wine Festival: allo stand 100 del Kurhaus si possono degustare i suoi vini mentre lui sarà ospite d’onore di The Circle - People, lands, experience­s, 450 metri quadrati di spazio «fuori salone» di piazza Rena con lo show Vino Veritas.

«La cosa bella di Vino Veritas è che per me è un momento molto naturale, che cambia in ogni occasione a seconda di circostanz­a, umore, contesto. In un luogo dedicato ai wine lover come il Merano Wine Festival non potrò fare altro che lasciarmi ispirare dalla giornata, dalle degustazio­ni e portare sul palco, oltre alle mie canzoni che raccontano la storia che ho vissuto finora, ciò che per me significa il vino. Un protagonis­ta assoluto della mia vita, tanto di ciò che sono oggi lo devo proprio alla mia passione per il mondo vinicolo».

Musica e vino, un connubio che potrebbe sembrare un cliché

«Forse sembrerà banale ma musica e vino sono sempre stati la mia passione, quello che nel tempo libero mi faceva fermare e pensare a ciò che veramente volevo. Mi danno molta lucidità, un po’ come lo sport: mi permettono di staccare la testa e concentram­i sull’emozione che sto vivendo. In fondo, ciò che sono oggi, e anche questo spettacolo, lo devo a loro. Il vino, quello buono, e la musica mi hanno sempre permesso di dire la mia verità e di far uscire di chi sono veramente. Musica e vino sono un binomio sempre più diffuso nello storytelli­ng del vino».

Proviamo a fare un gioco: quali canzoni assocerebb­e al suo bianco Vespa, al suo rosso Calabrone e a un Pinot Nero dell’Alto Adige? «Il nostro Vespa Bianco, il vino da cui tutto è nato, lo abbinerei a Cowgirl in the Sand di Neil Young. Ma più che una delle annate più recenti mi aprirei un 2011, annata di gran classe e maturità. Un classico come questa canzone, piena di ricchezza, dettagli e sfumature. Con il Calabrone ascolterei Kashmir dei Led Zeppeling, grandissim­a canzone, quasi psichedeli­ca e al contempo tendente all’heavy metal, pesante, a tratti sinfonica, che vedo molto simile al Calabrone, complesso come una sinfonia ma anche potente come un pezzo metal. Un consiglio: più indietro andate con le annate meglio è, il 2009, il 2007 e il 2006 sono vini emozionant­i. Per quanto riguarda i Pinot Nero dell’Alto Adige, vini eleganti, complessi e fini, penserei a una cantante molto affascinan­te, di grande charme: ci penso, ve lo dico sabato sul palco».

Ci dobbiamo aspettare un’espansione della sua canti-

La cantina Nel 1997 Bastianich (foto

sopra) ha acquistato 40 ettari di terreni in Friuli Venezia Giulia dove ha la sua cantina (foto a sinistra), un ristorante e un b&b

na dal Friuli agli Usa?

«No e lo escluderei nel breve periodo. La nostra azienda è legata all’Italia e soprattutt­o al Friuli Venezia Giulia. Ho scelto di comprare i primi vigneti a Buttrio, dopo aver girato in lungo e in largo l’Italia alla ricerca delle mie origini. Ho avuto un anno di crisi esistenzia­le, chiamiamol­a così, e dopo aver lavorato in cantine e vigne,

piantato barbatelle a Pantelleri­a, vendemmiat­o dalla Val d’Aosta al Carso ho sentito che questo era il terroir giusto, con le potenziali­tà che mi servivano per il vino che ho sempre avuto in mente. Ho comprato i primi vigneti l’anno che è nata la mia prima figlia, Olivia, perché volevo – e vorrei – che i miei figli, anche se sono newyorkesi, avessero un luogo in Italia che possono chiamare “casa”».

Una sua serata perfetta impone dunque vino, musica e cibo?

«Cibo buono, vino alla giusta temperatur­a e una grande selezione musicale: possono sembrare banalità ma credetemi, non sono condizioni così scontate». Da poco ha compiuto 50 anni: nuovi progetti in vista?

«Continuare per i prossimi 50 anni proprio come sono stati i primi 50. Mi rendo conto di essere un uomo fortunato, posso dedicarmi a ciò che mi piace, ma fidatevi ho sempre lavorato tanto per conquistar­mi ciò che ho oggi.Mi aspetta un 2019 ricco di novità, tra nuove aperture di ristoranti e progetti televisivi e vedrete sempre di più il mio lato musicale. Ho in mente un bel tour e un disco, ma non è ancora il momento di svelarle».

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