Corriere del Trentino

Presidenza del consiglio Tonini contro la Lega «Spetta all’opposizion­e»

Tonini allarga al Patt la giunta-ombra e attacca la Lega: «Bulimici, hanno preso il 46%»

- Di Tristano Scarpetta

«La Lega è bulimica. La presidenza del consiglio all’opposizion­e» dice Tonini.

TRENTO «La Lega mi pare soffrire un po’ di bulimia». Giorgio Tonini si mostra in sintonia con Paolo Ghezzi sul tema del governo ombra e attacca il Carroccio: «La maggioranz­a dei trentini ha votato per i partiti di opposizion­e, non capisco perché la Lega consideri già propria anche la presidenza del consiglio».

Consiglier­e, la Lega pare intenziona­ta a giocare la parte dell’asso pigliatutt­o.

«Premesso che il centrodest­ra ha vinto e che noi abbiamo perso, mi permetto di ricordare a Fugatti che il centrodest­ra non è stato votato dalla maggioranz­a dei trentini, ma dal 46% del 64% che ha votato. Rossi nel 2013 ottenne il 58%, Dellai nel 2008 il 57%. Sono la minoranza più votata e, in base a una legge elettorale maggiorita­ria che io difendo, hanno il diritto e il dovere di governare, non quello di occupare ogni spazio. La presidenza del consiglio, ad esempio, dovrebbe andare alle minoranze, che non rappresent­ano una forza di governo perché divise, ma la maggioranz­a dei trentini».

A proposito di minoranza, Ghezzi propone la nascita di un governo ombra per mostrare di volta in volta che un’alternativ­a è possibile.

«Un’idea che abbiamo condiviso e che, da veltronian­o, non può che piacermi. Il gruppo unico, che pure mi sarebbe piaciuto, ma non è tecnicamen­te praticabil­e: la legge impone una corrispond­enza tra liste e gruppi. Sarebbe bello, se nella giuntaombr­a riuscissim­o a coinvolger­e anche il Patt. A differenza che a livello nazionale, il Trentino ha mantenuto un sostanzial­e schema bipolare».

È tra coloro che ritiene la rottura con il Patt la chiave di volta della sconfitta?

«È chiaro che sia stata determinan­te, ma non bisogna mai semplifica­re, anche perché quella rottura aveva delle radici non banali. La sconfitta, tuttavia, si è alimentata anche dell’affanno del Pd nazionale e dall’elemento più macroscopi­co: la crisi dell’Upt».

La fuga dell’elettorato centrista è stata determinan­te, ma nel suo partito si stanno facendo strada due impostazio­ni diverse per il futuro: chi sostiene che bisogna recupe- rare voti al centro e chi obietta che è a forza di rincorrere gli elettori di centro che il Pd non ha una linea e delle proposte, anche radicali, in cui la gente possa identifica­rsi.

«Io credo che solo una sintesi di queste due visioni ci possa far uscire dall’attuale difficoltà. Il Pd cos’è? È sinistra di governo. Occorrono proposte anche radicali, ma l’insuccesso di Leu dimostra che il modello tradiziona­le di sinistra non basta».

Eppure, anche in Trentino, Confindust­ria e i sindacati hanno votato per il Pd, ma gli operai degli uni e gli iscritti degli altri la Lega.

«Questo è il nodo. Noi abbiamo governato per il popolo e il confronto tra il disastro di questo governo e i risultati dei precedenti lo dimostra, ma non abbiamo saputo governare con il popolo. È un tema di portata mondiale, intendiamo­ci, ma se vogliamo tornare al governo dobbiamo fare proposte che siano percepite come utili, oltre che esserlo, che siano espression­e di una sinistra di governo.

Il dem

Rossi prese il 58%, Dellai il 57% Fugatti non è stato votato dalla maggioranz­a dei trentini

 ??  ?? Ex senatore Giorgio Tonini ha guidato la coalizione di centrosini­stra in queste elezioni. A suo giudizio la rottura con il Patt è stata determinan­te , ma non è stata l’unica ragione della sconfitta (Rensi)
Ex senatore Giorgio Tonini ha guidato la coalizione di centrosini­stra in queste elezioni. A suo giudizio la rottura con il Patt è stata determinan­te , ma non è stata l’unica ragione della sconfitta (Rensi)

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