Caso Btd, la battaglia delle perizie
Crac della coop, udienza rinviata. E spuntano anche carte secretate dalla Provincia
Si va al febbraio prossimo: servirà un’altra udienza preliminare per chiarire le posizioni delle parti in causa nel processo per il crac della coop «Btd servizi Primiero».
Ieri i legali degli imputati si sono confrontati sulle perizie fatte per stabilire il valore di un terreno comprato dai Dalla Sega e rivenduto a Btd. L’accusa contesta la perizia iniziale, mentre i legali dell’ingegnere che l’ha firmata chiedono di vedere le carte della Provincia, che però sono secretate.
TRENTO È rinviata al 7 febbraio l’udienza per il caso «Btd servizi Primiero». I quattordici imputati per il crac della cooperativa edile fallita nel 2013 erano ieri davanti al giudice per le udienze preliminari, dove la discussione si è focalizzata su una delle perizie relative al terreno acquistato dai fratelli Dalla Sega e rivenduto alla Btd prima della bancarotta. Le richieste dei legali di accedere ai documenti del commissario liquidatore, però, hanno incontrato un muro: le carte, infatti, sarebbero secretate.
Il caso è complesso. La coop edile era stata messa in liquidazione coatta su richiesta della Provincia dopo il tracollo finanziario del 2015. Indagati per bancarotta sono l’ex direttore della Btd Fabiano Dalla Sega, il fratello Guido e le rispettive mogli, Carla Fontan e Catia Dallagiacoma. Sono inoltre indagati l’ex consigliere della coop ed ex membro del comitato di controllo Renato Dalpalù (che a causa della vicenda aveva visto sfumare la sua candidatura alla presidenza della Federazione delle cooperative), l’ingegnere Arturo Gobber e gli altri ex consiglieri Danilo Bettega, Alberto Micheli, Andrea Moser, Michele Marinelli, Franco Sartori e l’ex presidente del cda Franco Bettega, che per primo aveva denunciato il dissesto.
Secondo le ricostruzioni della Procura, i fratelli Dalla Sega e le mogli avrebbero acquistato un terreno per 150 mila euro nel 2003, rivendendolo poi nel 2007 a Btd, società che i quattro avrebbero nel frattempo costituito, per un valore di quasi dieci volte maggiore. L’udienza preliminare si è dunque concentrata sulle perizie che avrebbero stabilito, a distanza di qualche anno, un valore molto diverso allo stesso terreno.
L’accusa contesta a Gobber, l’ingegnere firmatario della perizia che avrebbe stimato il valore del terreno a circa un milione di euro, di avere fatto «carte false» sulla perizia, aumentando artificialmente il valore del terreno, che i Dalla Sega avevano pagato 150 mila euro e bonificato per ulteriori 80 mila. Per la difesa, invece, Gobber avrebbe assegnato un valore equo al terreno, cui il piano regolatore provinciale avrebbe dovuto modificare l’assegnazione d’uso da terreno agricolo ad area industriale, aumentandone il prezzo. Inoltre, sottolineano i legali, il terreno era usato da Btd come deposito temporaneo di materiali, garantendo un risparmio rispetto ai costi di gestione ordinaria dei rifiuti: le minori spese, a loro volta, avrebbero permesso a Btd di presentarsi alle gare di appalto con un preventivo di costi più basso. La difesa dell’ingegnere, dunque, chiede ora di vedere i documenti dei cantieri che dimostrino che i risparmi così generati superano il costo di acquisto del terreno.
La seconda perizia sotto osservazione, invece, è quella fatta dal commissario liquidatore, che avrebbe stimato il valore del terreno a 120 mila euro e lo avrebbe quindi messo all’asta a tale cifra. A compravendita avvenuta, tuttavia, uno dei creditori della Btd avrebbe contestato la perizia del liquidatore, ritenendola troppo bassa. La Provincia avrebbe dunque revocato l’asta e annullato la compravendita. Alla richiesta dei legali di Gobber di accedere alla perizia del liquidatore, però, è stato risposto che le carte sono coperte da segreto d’ufficio.
Servirà dunque attendere la prossima udienza per avere un quadro più chiaro del caso. Nell’udienza di ieri, infine, è tornata a costituirsi parte civile nel processo la Elmar srl: toccherà ora al giudice valuterà la richiesta.