Corriere del Trentino

Brunello suona per il bosco ferito «Omaggio privato e affettuoso»

L’omaggio dell’artista nella foresta di Paneveggio

- Di Fabio Nappi

«Solo un omaggio affettuoso e privato di musicisti alla foresta, ma senza pubblico». Parola del violoncell­ista Mario Brunello, artista di fama mondiale che con la montagna ha sempre avuto un rapporto importante. La foresta è quella dei violini, nel cuore del parco di Paneveggio in Val di Fiemme, duramente colpita dalla furia del vento che ha devastato gli alberi.

L’omaggio è quello di Mario Brunello, direttore artistico di «Suoni delle Dolomiti» che da oltre vent’anni porta la musica tra boschi e montagne e ha visto «Il bosco che suona» (come è stata ribattezza­ta la foresta dei violini) come location privilegia­ta per gli appuntamen­ti dedicati alla musica classica.

Proprio là ha più volte suonato in passato e il musicista trevigiano di Castelfran­co Veneto tornerà domani con l’Orchestra di Violoncell­i Villa Lobos, con cui è attualment­e in tour. «Nessun concerto e nessuna raccolta fondi - ci tiene a precisare il violoncell­ista - . Solo un omaggio, una visita dovuta a quella che è la madre ferita dei nostri strumenti più belli». Un posto speciale in cui negli anni, oltre a Mario Brunello, si sono esibiti artisti di fama internazio­nale come Uto Ughi, Uri Caine, Giuliano Carmignola, Ezio Bosso, Giovanni Allevi, Salvatore Accardo, Gidon Kremer, Stefano Bollani, Giovanni Sollima, Isabelle Faust e Franco D’Andrea. A ciascuno di questi musicisti è stato dedicato un albero con un vero e proprio rito battesimal­e ideato da Claudio Delvai della Magnifica Comunità di Fiemme.

«Andiamo a parlare con gli alberi – continua il violoncell­ista Brunello - che grazie alla risonanza del loro legno erano scelti dai liutai per fare gli strumenti che oggi vengono generalmen­te identifica­ti come “Stradivari”, nome che definisce l’eccellenza di questo costruttor­e. E quelli che si sono continuati a fabbricare anche dopo il tramonto di quel filone d’oro tra il 1600 e il 1700». Un omaggio in forma privata, che non prevede pubblico, in linea con il rispetto che i danni subiti dal territorio richiedono.«L’umanità ha dichiarato guerra alla Terra – dice il musicista - non ricordando­si che è l’uomo ad avere bisogno della natura e non il contrario. E la terra si difende con questi segnali, queste sfuriate tremende. Credo che questo sia l’inizio di qualcosa, purtroppo, perchè certi fenomeni non pare abbiano precedenti tanto forti e potrebbe entrarci qualcosa il riscaldame­nto dell’atmosfera. L’arte è una delle poche possibilit­à, da parte dell’uomo, di dialogare con la natura. Ed ecco spiegato cosa andiamo a fare lassù domenica: proviamo a riallaccia­re un dialogo e a rendere omaggio alla foresta ferita: la “Foresta dei violini”, ma anche dei violoncell­i, delle viole e delle chitarre. La foresta della musica, grande linguaggio internazio­nale».

Una località che Brunello conosce benissimo e a cui è legato da grande affetto, tanto che il programma dei «Suoni delle Dolomiti» è da sempre una priorità assoluta nella sua fittissima agenda internazio­nale. I suoi due violoncell­i provengono dal legno degli abeti rossi di questa foresta, come anche alcuni degli strumenti degli undici elementi dell’Orchestra Villa Lobos. Nel repertorio di questa formazione c’è il «Concerto Brandeburg­hese» di Bach, il «Bolero» di Ravel e il «Concerto per due violoncell­i» di Vivaldi. Chissà che queste note domenica non facciano risuonare anche gli alberi rimasti in piedi dopo la tremenda tempesta di vento che ha decimato la foresta. «Abbiamo già suonato nella Foresta dei violini e abbiamo le prove che succede – precisa Brunello Ho suonato appoggiato con lo strumento a un abete rosso e l’ho sentito rispondere. Se gli alberi reagiscono anche a quando gli si parla, come possono restare indifferen­ti a un linguaggio che è loro familiare?». La foresta dei Violini è raggiungib­ile da Predazzo lungo la strada forestale che porta in Valmaggior­e: parcheggia­ndo in località Paluat in quindici minuti a piedi si arriva al «Bosco che Suona», annunciato da cartelli a forma di violino.

Tributo alle piante Un tributo dovuto alla madre ferita dei nostri strumenti musicali. Andiamo a parlare con le piante proprio quelle che per la risonanza del legno venivano scelte dai liutai per gli Stradivari

Dialogo con gli abeti Ho suonato appoggiato con il violoncell­o a un abete rosso e l’ho sentito rispondere Se gli alberi reagiscono anche quando gli si parla, non possono restare indifferen­ti alle note

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Dialogo in musica con gli abeti Il violoncell­ista Mario Brunello di Castelfran­co Veneto (Treviso)

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