«Tu eri il nostro sole splendente» Paese attonito per la morte di Verena
Il sindaco Gamper «scosso», la disperazione dei genitori e della sorella Il cordoglio di tutto il mondo sportivo locale, nazionale e internazionale
MERANO Il 2 novembre era morta la nonna, Zita Hölzl. Quattro giorni dopo, la scomparsa di Verena Erlacher, giovane campionessa di calcio con un passato nella nazionale femminile giovanile, avvenuta il 6 novembre a Lagundo, paese di cinquemila anime alle porte di Merano. Ieri alle 17 nello stesso paese, si è svolta la messa per ricordare «Veri» come tutti chiamavano la diciannovenne, e nonna Zita andata in cielo a 85 anni, nella chiesa parrocchiale di Lagundo. Il funerale, invece, si svolgerà in forma strettamente privata e riservata ai parenti stretti, come è volontà della famiglia che ha subito due gravi lutti in quattro giorni, il secondo, quello di Verena, devastante per genitori che perdono un figlio.
«Tu eri il nostro sole splendente», hanno scritto nel necrologio increduli di fronte a
Doppio lutto
Quattro giorni prima della morte della giovane di Lagundo era mancata nonna Zita
quanto accaduto il padre Luis e la madre Monika, la sorella Andi e l’amico Patrik, l’amico del cuore della giovane calciatrice, tutti nomi citati nell’annuncio funebre che recita ancora: «Prendiamo congedo con amore e riconoscenza dal nostro tesoro».
«Sono profondamente scosso — commenta il sindaco di Lagundo, Ulrich Gamper — anche perché si tratta dei miei vicini di casa, li conosco da tempo. Verena era una ragazza serena e sportiva, una giovane solare. Aveva concluso gli studi superiori e aveva superato da poco tempo l’esame di ammissione alla “Claudiana” di Bolzano, non riesco a capacitarmi della tragedia che ha colpito la famiglia per la perdita di una figlia». « È davvero un dramma sconvolgente, quello che è avvenuto, e in qualità di sindaco voglio dare, insieme a tutta l’amministrazione comunale la nostra vicinanza e affetto alla famiglia».
Da quanto emerge Verena da qualche mese non si stava allenando, probabilmente per l’inizio dell’università oppure per un momento di difficoltà. Si era chiusa in se stessa e sembrava un po’ stanca, assente. «Non abbiamo notizie al riguardo» dice l’ex sindaco di Merano, Günther Januth, «affranto», e attuale dirigente della squadra di calcio del Maia Alta dove Verena Erlacher aveva militato. Una carriera iniziata nel calcio fin da giovanissima, che l’ha portata a raggiungere l’ambito traguardo della nazionale: prima under 16 e successivamente 17. Ha indossato anche le maglie del Maia Alta,dell’Unterland di Cortina e del Südtirol Dame.
La notizia della morte prematura della giovane promessa del calcio femminile ieri è rimbalzata su tutti i media, nazionali e internazionali, con risalto sulla stampa sportiva: la stessa Gazzetta dello sport ne ha dato notizia dalle sue colonne. Il cordoglio attraverso i social e in Rete è stato espresso alla famiglia da molti sodalizi di calcio femminile, tra i quali il Riccione Calcio, il Carrara 90 e il Roma Decimoquarto, tutte squadre che avevano conosciuto e apprezzato questa giovane calciatrice.
Tra i tanti messaggi di cordoglio anche quello dell’allenatrice della Juventus, Rita Guarino: «Non riesco a trovare una minima ragione per un simile dramma. Conserverò nel cuore il suo ricordo come un dono prezioso», ha scritto sul suo profilo Facebook. Allo stesso modo, l’Inter ha commentato lo sconforto sul profilo Twitter: «L’intero club è unito alla famiglia e ai compagni di squadra di Verena Erlacher per piangere la sua scomparsa».