«Riforma Bcc», si riaprono i giochi
Lega, Svp e Fdi depositano emendamenti alla riforma. Discussione nel decreto fiscale Possibile una scelta alternativa ai gruppi, spazio ai Fondi di garanzia. Mattarei in Federcasse
TRENTO Lega, Svp e Fdi hanno depositato un emendamento al decreto Fiscale che istituisce la possibilità, per le banche di credito cooperativo, di scegliere fra l’adesione a un gruppo (Ccb, Iccrea, Cassa Raiffeisen) oppure «in alternativa» di dotarsi di «sistemi di garanzia reciproca». In caso di approvazione, salterebbe dunque l’obbligo di aderire a una holding, punto cardine della riforma Pd del 2016. Oltre ai tre dispositivi simili, ce ne sono altri 5 che riguardano le Bcc. Sempre ieri a Roma si è svolta l’assemblea di Federcasse: in consiglio per il Trentino entra la presidente di Federcoop Marina Mattarei, non uomini di Ccb. Il suo sarà un mandato «politico» per cercare di evitare un’adesione diretta delle singole Bcc a Federcasse, che significherebbe la perdita di senso per le Federazioni locali, in particolare quelle solo bancarie.
Il gruppo di emendamenti relativi alle Bcc è stato presentato in Senato nella sesta Commissione Finanze e tesoro. La
Ips Per le Raiffeisen si avvicina la possibilità del modello tedesco
Lega conta di chiudere la partita della conversione in legge del decreto Fiscale entro il 20 di novembre. L’aggancio è l’articolo 20 del decreto che istituisce i benefici Iva anche ai nascenti gruppi cooperativi.
L’Svp (con i senatori Dieter Steger, Julia Unterberger, Meinhard Durnwalder e Albert Laniece) ha presentato un emendamento simile a quello della Lega. Il passaggio fondamentale dice: «Le medesime banche (le Bcc, ndr) hanno la facoltà di adottare, in alternativa alla costituzione del gruppo bancario cooperativo, sistemi di tutela istituzionale», in riferimento al Regolamento Ue 575/2013 che parla di Fondi di garanzia, il sistema adottato dal credito cooperativo tedesco, a cui mirano da sempre le Raiffeisen altoatesine. L’emendamento della Lega (a firma del presidente della Commissione Alberto Bagnai, da Enrico Montani, Paolo Saviane e Massimiliano Romeo) è simile, così come quello presentato dal senatore trentino di Fdi Andrea De Bertoldi, che fa esplicito riferimento alla protezione Ips (Istitutional protectione scheme). Tutti mirano a integrare l’articolo 37 bis del «Testo unico bancario», che norma i gruppi bancari cooperativi.
Fra gli emendamenti c’è anche l’istituzione del «Fondo di garanzia del credito cooperativo» a partire dal 2019. Altro emendamento importante, quello che riguarda le «disposizioni in materia di vigilanza cooperativa». Il testo: «L’autorità governativa assoggetta a medesimi controlli anche le società capogruppo dei gruppi bancari cooperativi», per verificare che la capogruppo «risulti coerente con le finalità mutualistiche delle Bcc». Viene in mente il braccio di ferro a Trento fra Federcoop e Cassa centrale banca che ha deciso di uscire, proprio per questioni di vigilanza.
Un ulteriore emendamento fissa il limite per lo svolgimento dell’attività bancaria delle Bcc. Fra i vari parametri non si può scendere sotto i 100 milioni di patrimonio netto, non si può avere un Common equity tier 1 inferiore all’8% e gli Npl non devono superare il 15%. Un’altra proposta al vaglio della commissione e poi dell’aula sarà «l’istituzione degli Albi delle banche a carattere regionale», entro il 31 gennaio 2019. Entro il 15 febbraio il presidente del Consiglio «nomina un commissario per ogni singola Regione» in caso di inadempienza. Infine l’emendamento che riguarda il cda della capogruppo: non più una maggioranza di 2 componenti a favore delle Bcc, ma addirittura un cda a soli tre membri, «di cui 2 ad espressione delle Bcc».
Da vedere, a partire dalla prossima settimana, che piega prenderà la discussione parlamentare: alcuni emendamenti potrebbero non passare, ma il principale, quello che restituisce «libertà di scelta», sembra essere sostenuto da Lega, M5s, Fdi e Fi. Il tutto mentre la riforma sta percorrendo gli ultimi passi verso il compimento: le Bcc stanno modificando lo statuto in assemblea, per aderire ai rispettivi gruppi. Le Raiffeisen si sono tenute le mani libere, con la clausola di salvaguardia, e probabilmente usufruiranno della modifica legislativa che si sta creando. Difficile invece che in Trentino qualcuno abbia il coraggio di deviare rispetto al progetto di Cassa centrale banca.
Ieri intanto Federcasse ha rinnovato il consiglio. Per il Trentino entrano Mattarei, impegnata nella partita del rinnovo statutario, il presidente di Ccb Giorgio Fracalossi e il sindaco Enzo Zampiccoli. Per l’Alto Adige confermati il vicepresidente della Federazione Robert Zampieri e il presidente di Cassa centrale Raiffeisen Michael Grüner.