Craft è pronto a guidare la squadra «E qui farò nascere mio figlio»
E’ l’àncora a cui la barca, TRENTO quasi alla deriva, spera di potersi fissare per poi poter riprendere il largo. Aaron Craft questa sera sarà regolarmente in campo contro Brescia e rappresenta la novità in un roster che sino ad ora ha inanellato dieci sconfitte su undici partite ufficiale. In campionato i ko sono cinque e le vittorie ancora zero. Il play dell’Ohio è reduce dalla non felice esperienza tra file del Buducnost; per il numero 13 si tratta di un ritorno dopo la stagione 2016 – 2017 che lo ha visto assoluto protagonista nella cavalcata bianconera giunta sino alla finale scudetto. Craft, cosa l’ha spinta ad accettare la proposta dell’Aquila?
«Il conoscere già l’ottima organizzazione della società, lo staff tecnico e parte dei compagni è stata sicuramente una molla decisiva. A questo aggiungiamo che si è trattato di una decisione presa in pieno accordo con mia moglie: a febbraio nascerà il nostro primo figlio e Trento ci sembrava il posto migliore per affrontare al meglio anche questa meravigliosa situazione».
Come è maturata la trattativa che l’ha riportata alla Dolomiti e perché in Montenegro le cose non sono andate al meglio?
«E’ andato tutto molto velocemente. Un paio di settimane fa dopo un match disputato contro il Cedevita ho capito in maniera definitiva che gli spazi per me erano molto ridotti e ho preso la decisione di rescindere il contratto. A Podgorica c’erano troppe guardie, nel roster ci sono diversi giocatori che possono ricoprire più ruoli ed io ero quello più facilmente sostituibile. Non penso di aver fatto male, più semplicemente non era la situazione ideale per potermi esprimere al meglio, quando è arrivata la proposta di Trento ho impiegato pochissimo a decidere».
Qui trova una squadra in grandissima difficoltà, come pensa di poter incidere positivamente?
«Parto dal presupposto che potrò giocare la mia pallacanestro fatta di grande aggressività e dinamismo, allo stesso tempo ritrovare quella continuità che tanto mi manca. Per quanto riguarda invece il gruppo penso sia fondamentale cercare anche il divertimento quando si scende in campo e scacciare le eccessive pressioni. Sicuramente mi farò sentire in fase difensiva provando anche ad alzare il livello anche in attacco».
Come ci si sente a dover lavorare a stretto contatto con Radicevic?
«E’ indubbiamente una situazione un po’ strana ma dobbiamo pensare al bene della squadra e non a quello dei singoli. Non dimentichiamo poi che in Europa potremo giocare tutti. Piuttosto lasciatemi ringraziare i tifosi che ho avuto modo di incontrare in queste ore, tutti hanno dimostrato la loro felicità per il mio ritorno. Significa che ho lasciato davvero un bel ricordo».