Gualazzi in regione «Suono e racconto cercando l’intimità»
Il concerto Il 27 novembre l’artista al teatro Cristallo
Il talento eclettico di Raphael Gualazzi è in arrivo il 27 novembre al Teatro Cristallo di Bolzano (ore 21). Il pianista, compositore, cantautore e produttore si esibirà in «Piano Solo Tour», nella stagione di «Racconti di musica» dell’associazione «L’Obiettivo». Raphael Gualazzi, nato a Urbino nel 1981, ha raggiunto la notorietà nel 2011 vincendo a Sanremo tra i giovani con «Follia d’amore». Successo centrato a trent’anni, ma prima una lunga gavetta tra studi classici al Conservatorio e una trafila nel mondo dei festival jazz. L’incontro con la Sugar di Caterina Caselli lo ha lanciato a livello internazionale con l’album «Reality and Fantasy» e la partecipazione all’Eurovision Song Contest, dove ha ottenuto il secondo posto dopo quattordici anni di assenza di un’artista italiano. La sua versatilità lo rende immediatamente riconoscibile, grazie a uno stile personalissimo che fonde stride piano, jazz, blues e fusion. I suoi dischi più recenti «Happy Mistake» (2013) e «Love Life Peace» (2016) hanno richiesto una ristampa internazionale per far fronte alle richieste dei mercati europei ed extracontinentali. Ospite dei principali festival jazz europei Gualazzi è sbarcato di recente anche in Giappone al prestigioso Blue Note di Tokyo. I biglietti per il concerto di Bolzano sono disponibili alla cassa del Teatro Cristallo (30 euro).
La dimensione per pianoforte e voce la predispone maggiormente al racconto e all’interazione col pubblico?
«Indubbiamente sì. Io di solito non parlo molto durante i concerti ma questa dimensione si presta bene a spiegare l’ideale di libertà che è insita nel pianoforte. I tempi si adattano al racconto di come sono nate certe canzoni, le ispirazioni o le idee di un certo arrangiamento. Spesso i pensieri anticipano i brani e mi trovo a mio agio in questa dimensione più confidenziale col pubblico».
Torna in Trentino Alto Adige dopo l’esibizione dell’anno scorso al Blue Lakes Festival: che ricordi ha di quel concerto sulle rive del lago di Levico?
«Ho un ricordo bellissimo di quel concerto sulle sponde del lago: l’atmosfera era molto intima nonostante la grande folla di pubblico. Sono rimasto colpito non solo dal contesto naturalistico ma anche dall’attenzione della gente per le sfumature e i dettagli dell’esibizione. Un valore aggiunto che mi ha dato entusiasmo e calore».
Dopo il successo di «Love Life Peace» sta lavorando a un nuovo disco di inediti?
«Al momento sono in un posto isolato in mezzo ai
Pensando a Levico «Ho un ricordo bellissimo del mio concerto affollato sulle sponde del lago»
monti a fare le prove per i prossimi concerti ma da qualche mese sto lavorando a nuove idee per il prossimo album. In realtà più che dare io un indirizzo, sono le canzoni a scegliere la direzione. Il mio approccio è molto eclettico, da amante della musica in tutte le sue sfaccettature: ho la smania di imparare sempre qualcosa di nuovo».
Quanto dedica al giorno allo studio del pianoforte o è sufficiente il talento?
«Lo studio non è mai abbastanza per tenere calda la tecnica dello strumento. Nel mio caso sono partito dal pianoforte, con ore e ore di studio giornaliere, poi mi sono dedicato al canto e all’arrangiamento. Credo che il talento vada sempre esercitato e la mia quotidianità è ancora fatta di tante ore al pianoforte».
Il Festival di Sanremo è ancora nei suoi pensieri?
«Sanremo è una bellissima vetrina che in Europa ci invidiano perchè non esiste un’equivalente con la stessa visibilità mediatica. Io credo che quel palco meriti un brano di valore, che abbia un certo spessore e che trasmetta bellezza e qualità».