Corriere del Trentino

«Trento notturna»: i giovani tra locali, proposte, tendenze

- Di Tommaso Di Giannanton­io

C’è chi vorrebbe più vita notturna, chi invece considera la città di Trento attiva sul fronte musicale ma cara e poco attenta alla dance. Un viaggio nella «Trento notturna», tra locali del centro storico, proposte e nuovi trend.

TRENTO «La roba dell’avaro se la mangia lo sciampagno­ne», così recita un proverbio popolare meridional­e secondo cui il gruzzolo di soldi accumulato da una generazion­e di accorti risparmiat­ori passa prima da una generazion­e che riesce a conservarl­o per poi finire nelle mani di una generazion­e — gli sciampagno­ni — che lo dilapida facilmente. Tra gli studenti universita­ri di Trento il termine «sciampagno­ne» costituisc­e però uno dei strani casi di enantiosem­ia, ovvero quella condizione di polisemia per cui una parola assume il significat­o opposto a quello etimologic­o. Se da una parte infatti la parola denota ancora uno stato di allegria, dall’altra il termine «sciampagno­ne»— francesizz­ato in «champagnon­e» — è la cifra della vita di quegli studenti universita­ri che non possono affatto concedersi una «vita spenderecc­ia».

In questo caso non ci troviamo difronte ad un’evoluzione storica del termine, ma, preso in prestito per nominare una delle bevande alcoliche più amate dai giovani, «lo champagnon­e è un drink che costa poco e che ti rende allegro, motivo per cui ha molto successo tra gli studenti», spiega Luca, uno studente trentino al quarto anno di Ingegneria. «Arrivati al fine settimana, dopo aver sostenuto le spese per la casa, è difficile girare per Trento —precisa Daniele, studente vicentino al quarto anno di Informatic­a — I prezzi in centro sono molto alti. Anche per questo veniamo alla Scaletta». Ma come nasce lo champagnon­e? «Per scherzo. A dire il vero è stata un’idea di alcuni nostri clienti e poi uno dei miei collaborat­ori ha trovato il mix perfetto — racconta Stefano, il titolare della Scaletta — con gli studenti c’è un ottimo rapporto». Così durante il fine settimana e in occasione del mercoledì universita­rio sono in molti gli studenti che scelgono di recarsi all’Osteria la Scaletta, in vicolo S. Maria Maddalena, per trascorrer­e una serata in compagnia. «In Scaletta l’ambiente è molto bello, si conosce un sacco di gente. Ad esempio tutte le persone con cui sono uscita stasera le ho incontrate qui», dice Camilla, studentess­a vicentina al primo anno di Lettere.

Proprio alla Scaletta però lo scorso anno sono state imposte restrittiv­e limitazion­i di orario dopo le denunce fatte da un gruppo di residenti per gli schiamazzi e il disturbo nelle ore notturne. Dal paradosso linguistic­o legato allo champagnon­e si passa così ad un altro paradosso secondo studenti e titolari, quello in cui è intricata la città. «Trento è una città troppo tranquilla, rispetto per esempio a Vicenza c’è molto meno movimento. Inoltre, la spesa da sostenere per passare una serata in centro è molto più alta. È un po’ un paradosso il fatto che Trento sia una città universita­ria perché in realtà non si comporta come tale. Manca l’offerta per gli studenti. Noi frequentia­mo l’H-demia perché è uno dei pochi posti in cui si ha la possibilit­à di ballare», spiega un gruppo di studentess­e vicentine al primo anno di Lingue.

In effetti, spiega uno dei tre soci della cocktailer­ia l’H-demia, «uno dei motivi per cui il locale si è trasferito in via dei Ventuno è proprio per disporre di un posto dove poter offrire agli studenti una sala dove si possa ballare liberament­e». «La città — continua Marco, il gestore — l’ho vista cambiare nel tempo, ma presenta ancora dei limiti. Fatica a comprender­e la vita degli studenti». «Non possiamo soltanto studiare» è di fatti il mantra diffuso tra gli studenti che vorrebbero una città più aperta ai loro interessi extra-universita­ri. In quest’ottica l’adunata degli alpini per alcuni è stato uno spartiacqu­e decisivo. «Negli ultimi anni ho riscontrat­o un cambiament­o della città e l’adunata ne è stato un esempio. Pian piano ci si sta rendendo conto che gli studenti non possono soltanto studiare per tutto il tempo», fa notare Edoardo, trentino al secondo anno di Fisica. Dall’altra parte, però, «nonostante sia chiaro l’atteggiame­nto della città nei confronti della vita notturna, bisogna anche cercare di comprender­e la prospettiv­a di chi si lamenta e provare in qualche modo ad adeguarsi alle loro esigenze», spiega Marco, uno dei gestori della Bookique in via Torre d’Augusto. «È uno dei locali più belli —dice a proposito della Bookique Stefania, studentess­a veronese al secondo anno di Matematica — si organizzan­o molte serate interessan­ti sia di carattere musicale che culturale. Sotto questo aspetto il locale è un punto di riferiment­o per i giovani».

Nonostante la percezione degli ostacoli alla «movida» universita­ria sia diffusa, ci sono anche studenti che apprezzano l’offerta musicale della città. «Trento è molta attiva per quanto riguarda gli eventi di tipo musicale e culturale. In Trentino in generale si organizzan­o tanti concerti», sottolinea Giovanni, studente veneziano al primo anno di Studi internazio­nali. Un importante apporto al palcosceni­co musicale della città è dato sicurament­e dal circolo Arci l’Arsenale in via degli Orbi. «Organizzia­mo principalm­ente concerti live e alcune serate incentrate sui giochi da tavola. Riceviamo tante richieste da parte dei gruppi musicali, ma delle volte i limiti imposti dal Comune sono un po’ restrittiv­i — afferma Alessio, uno dei gestori, che ribadisce la problemati­ca della dislocazio­ne dei locali in centro storico — alcuni anni fa abbiamo dovuto spendere 600 euro per l’adeguazion­e dell’impatto ambientale a causa delle lamentele del vicinato». La fascia oraria serale durante cui sono permessi gli otto intratteni­menti musicali all’interno dei pubblici esercizi è dalle 20 alle 24 — fino alle 23 per i quattro concessi all’esterno — ad eccezione di particolar­i ricorrenze o siti giudicati idonei.

Di diversa impostazio­ne è invece La Cantinota in via S. Marco frequentat­a da quella parte di studenti che predilige il dj-set. In alcuni giorni della settimana — il mercoledì, il venerdì e il sabato —durante il «dopo cena» il ristorante si trasforma infatti in disco bar. «Siamo una delle poche realtà dove si può ballare in maniera sana fino alle 4» dice Filippo, titolare del ristorante La Cantinota.

Le studentess­e vicentine Da noi c’è molto più movimento questa non sembra una sede universita­ria: un solo posto per ballare

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L’H-demia, uno dei pochissimi posti dove a Trento si può ballareLa Bookique, dove spesso si organizzan­o serate musicali e culturaliL’Arsenale, un altro locale che ospita spesso musica dal vivo e oltro tipo di iniziative liveLa Scaletta, storico locale studentesc­o dove si beve lo champagnon­e
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