Fse, l’«ultimatum» da Bruxelles Bolzano rischia di perdere 10 milioni
A fine anno scatta il disimpegno automatico. Trento, «ballano» solo 900.000 euro
BOLZANO Nuova tegola per il Fondo sociale europeo altoatesino. La Commissione europea infatti ha annunciato di essere pronta a tagliare 10 milioni di euro dal budget per il periodo 2014-2020.
La lettera, firmata da Joost Korte, direttore generale per l’occupazione, affari sociali e inclusione, è arrivata il 18 settembre e nei giorni scorsi gli uffici provinciali hanno inviato le controdeduzione per cercare di ridurre i danni. Ma la frittata ormai è fatta. «La prego di sensibilizzare le autorità responsabili affinché prendano tutte le misure necessarie per accelerare l’esecuzione finanziaria dei programmi in modo da evitare qualsiasi rischio di perdere stanziamenti Ue» si legge nella missiva della Commissione. Allegata alla lettera anche una tabella degli importi che ogni Regione rischia di perdere in virtù del meccanismo del disimpegno automatico. Una regola semplice in base alla quale Bruxelles si riprende i soldi che gli Stati e le Regioni non riescono a spendere.
La situazione dell’Italia è a dir poco catastrofica con 732 milioni che rischiano di andare persi. Per le Regioni la maglia nera spetta alla Sicilia con 47,7 milioni inutilizzati seguita dalla Campania (24 milioni) e dalla Sardegna (17 milioni). Bolzano è al quarto posto di questa poco invidiabile classifica: salvo improbabili l’Alto Adige perderà 10,7 milioni che potevano essere usati per promuovere politiche del lavoro. Un risultato pessimo se paragonato alla vicina Trento che rischia di perdere «solo» 981 mila euro.
Nella risposta alla Commissione gli uffici provinciali ammettono il problema ed elencano le strategie applicate per risolverlo. Tutte però si sono rivelate inefficaci, il ritardo da recuperare era troppo come troppa era la sfiducia degli enti di formazione che, dopo il blocco dei fondi avvenuto nel 2013, si tengono ben lontani dai programmi del fondo sociale. «Già a partire dalla fine del 2016 — scrive la direttrice reggente dell’Ufficio Fse, Claudia Weiler — l’Autorità di gestione ha profuso il proprio sforzo per consolidare la propria struttura organizzativa e accelerare il processo di attuazione dei programmi operativi. Tuttavia,sono state riscontrate diverse difficoltà di contesto».
La dirigente sottolinea che sono state presentate poche proposte «in quanto molti potenziali beneficiari erano coinvolti nei contenziosi sorti con la chiusura della programmazione 2007-2013 e, quindi, scarsamente motivati a partecipare alle nuove iniziative». Altra ragione è il contesto di piena occupazione e dunque «la difficoltà per i beneficiari nel reperire partecipanti interessati, in particolare disoccupati, e quindi di avviare i progetti».
La speranza è che Bruxelles conceda più tempo per spendere i soldi del programma ma, visti i precedenti, è probabile che la Commissione preferisca dare i soldi a chi ha dimostrato di riuscire a spenderli.