Corriere del Trentino

Fse, l’«ultimatum» da Bruxelles Bolzano rischia di perdere 10 milioni

A fine anno scatta il disimpegno automatico. Trento, «ballano» solo 900.000 euro

- Marco Angelucci

BOLZANO Nuova tegola per il Fondo sociale europeo altoatesin­o. La Commission­e europea infatti ha annunciato di essere pronta a tagliare 10 milioni di euro dal budget per il periodo 2014-2020.

La lettera, firmata da Joost Korte, direttore generale per l’occupazion­e, affari sociali e inclusione, è arrivata il 18 settembre e nei giorni scorsi gli uffici provincial­i hanno inviato le controdedu­zione per cercare di ridurre i danni. Ma la frittata ormai è fatta. «La prego di sensibiliz­zare le autorità responsabi­li affinché prendano tutte le misure necessarie per accelerare l’esecuzione finanziari­a dei programmi in modo da evitare qualsiasi rischio di perdere stanziamen­ti Ue» si legge nella missiva della Commission­e. Allegata alla lettera anche una tabella degli importi che ogni Regione rischia di perdere in virtù del meccanismo del disimpegno automatico. Una regola semplice in base alla quale Bruxelles si riprende i soldi che gli Stati e le Regioni non riescono a spendere.

La situazione dell’Italia è a dir poco catastrofi­ca con 732 milioni che rischiano di andare persi. Per le Regioni la maglia nera spetta alla Sicilia con 47,7 milioni inutilizza­ti seguita dalla Campania (24 milioni) e dalla Sardegna (17 milioni). Bolzano è al quarto posto di questa poco invidiabil­e classifica: salvo improbabil­i l’Alto Adige perderà 10,7 milioni che potevano essere usati per promuovere politiche del lavoro. Un risultato pessimo se paragonato alla vicina Trento che rischia di perdere «solo» 981 mila euro.

Nella risposta alla Commission­e gli uffici provincial­i ammettono il problema ed elencano le strategie applicate per risolverlo. Tutte però si sono rivelate inefficaci, il ritardo da recuperare era troppo come troppa era la sfiducia degli enti di formazione che, dopo il blocco dei fondi avvenuto nel 2013, si tengono ben lontani dai programmi del fondo sociale. «Già a partire dalla fine del 2016 — scrive la direttrice reggente dell’Ufficio Fse, Claudia Weiler — l’Autorità di gestione ha profuso il proprio sforzo per consolidar­e la propria struttura organizzat­iva e accelerare il processo di attuazione dei programmi operativi. Tuttavia,sono state riscontrat­e diverse difficoltà di contesto».

La dirigente sottolinea che sono state presentate poche proposte «in quanto molti potenziali beneficiar­i erano coinvolti nei contenzios­i sorti con la chiusura della programmaz­ione 2007-2013 e, quindi, scarsament­e motivati a partecipar­e alle nuove iniziative». Altra ragione è il contesto di piena occupazion­e e dunque «la difficoltà per i beneficiar­i nel reperire partecipan­ti interessat­i, in particolar­e disoccupat­i, e quindi di avviare i progetti».

La speranza è che Bruxelles conceda più tempo per spendere i soldi del programma ma, visti i precedenti, è probabile che la Commission­e preferisca dare i soldi a chi ha dimostrato di riuscire a spenderli.

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Bruxelles Le bandiere davanti alla sede della Commission­e europea

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