Il sosia a teatro: inganno, tragedia e smarrimento
Per sedurre Alcmena, Giove assume le sembianze del marito di lei Anfitrione, generale tebano, e fa durare la notte tre giorni. Ad accompagnarlo nell’impresa c’è Mercurio, che prende a sua volta l’aspetto dello schiavo di Anfitrione, Sosia, e si pone a guardia della casa. Attraverso questo duplice scambio di persona dai risvolti tragicomici, con l’Amphitruo (inizio II secolo a.C.) il commediografo latino Plauto manda in scena per la prima volta in Occidente il tema del doppio. Inaugura così la fortuna del termine «sosia», archetipo teatrale che a partire dal Medioevo e fino all’età moderna, avrà diverse riscritture di successo. Nel contemporaneo è spesso utilizzato per indagare il femminile e l’ambito esistenziale, basti pensare al romanzo L’uomo duplicato del premio Nobel per la letteratura José Saramago. Attorno al tema del Sosia a teatro, si sviluppa la prima edizione di Teatro sotterraneo, la rassegna articolata in sette appuntamenti che scaturisce da una collaborazione tra il Centro servizi culturali Santa Chiara e il Dipartimento di lettere e filosofia dell’Università di Trento. Il ciclo si svolge presso lo Spazio archeologico sotterraneo del Sas, situato sotto il Teatro Sociale di Trento: 1700 metri quadrati di città romana, un’immersione nella storia di duemila anni fa attraverso un allestimento affascinante. «La parola “sotterraneo”, al pari di “sosia”, richiama a una duplice prospettiva - spiega la responsabile scientifica dell’iniziativa Caterina Mordeglia, latinista nell’ateneo trentino -. Da un lato a quella archeologica, perché si tratta di uno spa- zio collocato sotto il Teatro Sociale, ma c’è anche un riferimento al viaggio attraverso più di duemila anni di teatro e letteratura, dalla prima attestazione del doppio teatrale in Plauto, fino alla diverse riprese del tema nel contemporaneo».
Il ciclo si è aperto nei giorni scorsi sul tema Identità, alterità e figura del doppio nel teatro con Guido Paduano e Margherita Rubino, registrando grande affluenza di pubblico. Per questo si è deciso di spostare il prossimo, in programma mercoledì 21 alle 17.30, nella più capiente sala Anna Proclemer, all’interno del Teatro Sociale. Per i successivi sempre di mercoledì alle 17.30, fino al 10 aprile - si valuterà la sede più idonea. A portare il pubblico nel vivo dei temi in calendario saranno alcuni docenti del Dipartimento di lettere e filosofia, mentre delle letture si occuperanno gli attori di Trento Spettacoli. Mercoledì 21 sarà Caterina Mordeglia ad approfondire l’Amphytruo di Plauto, accompagnata dalle letture di Marta Marchi ed Emanuele Cerra.
«Nel caso di Plauto – spiega - Sosia corrisponde a un’esigenza comica, però c’è anche il risvolto tragico di un personaggio che incontra se stesso, che smarrisce la propria identità: qui il sorriso lascia il posto all’amarezza e allo smarrimento». Rispetto al modello plautino, esistono riscritture che, a seconda dell’obiettivo e delle esigenze dell’epoca, amplificano alcune parti dell’opera. Da vittima inconsapevole in Plauto, ad esempio, a partire da von Kleist Alcmena muta ruolo: «In lei si insinua il dubbio di avere davvero ingannato il marito e si tortura psicologicamente. Nell’Amphitryon 38 di Jean Giraudoux, come in von Kleist, Alcmena diventa la protagonista della pièce», conclude la docente. Il 12 dicembre Paolo Tamassia darà spazio all’Amphitryon di Molière, si prosegue il 16 gennaio con Luca Crescenzi sull’Amphitryon di Heinrich von Kleist; il 13 febbraio Francesca Di Blasio parla di William Wilson di Edgar Allan Poe; il 13 marzo Adalgisa Mingati si sofferma sulla complessità de Il sosia di Fëdor Dostoevskij, mentre a concludere, il 10 aprile, sarà Massimo Rizzante su O homem duplicado di José Saramago.