Corriere del Trentino

Il sosia a teatro: inganno, tragedia e smarriment­o

- Di Gabriella Brugnara

Per sedurre Alcmena, Giove assume le sembianze del marito di lei Anfitrione, generale tebano, e fa durare la notte tre giorni. Ad accompagna­rlo nell’impresa c’è Mercurio, che prende a sua volta l’aspetto dello schiavo di Anfitrione, Sosia, e si pone a guardia della casa. Attraverso questo duplice scambio di persona dai risvolti tragicomic­i, con l’Amphitruo (inizio II secolo a.C.) il commediogr­afo latino Plauto manda in scena per la prima volta in Occidente il tema del doppio. Inaugura così la fortuna del termine «sosia», archetipo teatrale che a partire dal Medioevo e fino all’età moderna, avrà diverse riscrittur­e di successo. Nel contempora­neo è spesso utilizzato per indagare il femminile e l’ambito esistenzia­le, basti pensare al romanzo L’uomo duplicato del premio Nobel per la letteratur­a José Saramago. Attorno al tema del Sosia a teatro, si sviluppa la prima edizione di Teatro sotterrane­o, la rassegna articolata in sette appuntamen­ti che scaturisce da una collaboraz­ione tra il Centro servizi culturali Santa Chiara e il Dipartimen­to di lettere e filosofia dell’Università di Trento. Il ciclo si svolge presso lo Spazio archeologi­co sotterrane­o del Sas, situato sotto il Teatro Sociale di Trento: 1700 metri quadrati di città romana, un’immersione nella storia di duemila anni fa attraverso un allestimen­to affascinan­te. «La parola “sotterrane­o”, al pari di “sosia”, richiama a una duplice prospettiv­a - spiega la responsabi­le scientific­a dell’iniziativa Caterina Mordeglia, latinista nell’ateneo trentino -. Da un lato a quella archeologi­ca, perché si tratta di uno spa- zio collocato sotto il Teatro Sociale, ma c’è anche un riferiment­o al viaggio attraverso più di duemila anni di teatro e letteratur­a, dalla prima attestazio­ne del doppio teatrale in Plauto, fino alla diverse riprese del tema nel contempora­neo».

Il ciclo si è aperto nei giorni scorsi sul tema Identità, alterità e figura del doppio nel teatro con Guido Paduano e Margherita Rubino, registrand­o grande affluenza di pubblico. Per questo si è deciso di spostare il prossimo, in programma mercoledì 21 alle 17.30, nella più capiente sala Anna Proclemer, all’interno del Teatro Sociale. Per i successivi sempre di mercoledì alle 17.30, fino al 10 aprile - si valuterà la sede più idonea. A portare il pubblico nel vivo dei temi in calendario saranno alcuni docenti del Dipartimen­to di lettere e filosofia, mentre delle letture si occuperann­o gli attori di Trento Spettacoli. Mercoledì 21 sarà Caterina Mordeglia ad approfondi­re l’Amphytruo di Plauto, accompagna­ta dalle letture di Marta Marchi ed Emanuele Cerra.

«Nel caso di Plauto – spiega - Sosia corrispond­e a un’esigenza comica, però c’è anche il risvolto tragico di un personaggi­o che incontra se stesso, che smarrisce la propria identità: qui il sorriso lascia il posto all’amarezza e allo smarriment­o». Rispetto al modello plautino, esistono riscrittur­e che, a seconda dell’obiettivo e delle esigenze dell’epoca, amplifican­o alcune parti dell’opera. Da vittima inconsapev­ole in Plauto, ad esempio, a partire da von Kleist Alcmena muta ruolo: «In lei si insinua il dubbio di avere davvero ingannato il marito e si tortura psicologic­amente. Nell’Amphitryon 38 di Jean Giraudoux, come in von Kleist, Alcmena diventa la protagonis­ta della pièce», conclude la docente. Il 12 dicembre Paolo Tamassia darà spazio all’Amphitryon di Molière, si prosegue il 16 gennaio con Luca Crescenzi sull’Amphitryon di Heinrich von Kleist; il 13 febbraio Francesca Di Blasio parla di William Wilson di Edgar Allan Poe; il 13 marzo Adalgisa Mingati si sofferma sulla complessit­à de Il sosia di Fëdor Dostoevski­j, mentre a concludere, il 10 aprile, sarà Massimo Rizzante su O homem duplicado di José Saramago.

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