Gestione A22, i molti dubbi dei soci minori
Caramaschi: «Voteremo con Kompatscher». Sboarina: «Quale ruolo per il Veneto?»
La querelle sulla sede TRENTO legale della nuova società pubblica che dovrà ottenere la concessione di A22, BrennerCorridor, si allarga ai soci pubblici minori. Mentre Trento e Bolzano si scontrano a colpi di delibere, gli altri soci pubblici si incontreranno mercoledì per chiarire la propria posizione. Se i capoluoghi delle province autonome seguiranno probabilmente il voto della propria Giunta provinciale, i soci pubblici a sud del Veneto chiedono invece chiarimenti sul loro ruolo nella governance della nuova società.
Anche ieri il presidente alto atesino Arno Kompatscher ha ribadito la sua volontà di spostare la sede legale della nuova in-house, cui un accordo inter istituzionale tra Ministero dei trasporti e soci pubblici di Autobrennero prevede di assegnare l’autostrada in concessione per i prossimi 30 anni, da Trento a Bolzano. Il governatore insiste che nulla cambierà rispetto al gettito fiscale, diviso 50-50 tra le due province. Il trasloco, però, avrebbe quantomeno un forte valore politico, uno spostamento di baricentro verso nord che la Giunta trentina di Maurizio Fugatti vuole evitare.
Finché i Consigli provinciali non troveranno un accordo, la fondazione di BrennerCorridor rimarrà sospesa. Per sbloccare la situazione, dunque, potrebbe essere fondamentale portare dall’una o dall’altra parte il resto dei soci pubblici: i Comuni di Trento, Bolzano, Mantova e Verona con le rispettive Camere di commercio; le Province di Verona, Mantova, Reggio Emilia e Modena. La somma delle quote in capo alla Regione Trentino-Alto Adige e alla Provincia di Bolzano, d’accordo sulla sede in Alto Adige, fanno il 39,9% del totale. Convincere anche soltanto tre fra gli altri soci pubblici con quote attorno al 4 o 5% significherebbe aggiudicarsi la maggioranza dei voti e poter quindi far passare la propria delibera.
Per quanto riguarda Trento e Bolzano, è difficile immaginare che non sosterranno le proprie Province: «C’è un filo La concessione di A22 è scaduta nel 2014 ed è ora in proroga diretto tra i due livelli» sottolinea il sindaco bolzanino Renzo Caramaschi. L’opinione dei soci veneti ed emiliani, invece, è più difficile da prevedere: per loro, la questione della sede legale conta relativamente poco, mentre grande attenzione viene posta ad una società che Trento e Bolzano vorrebbero fosse il più possibile sotto il loro controllo. «Tutte le zone attraversate dalla A22 devono poter avere voce in capitolo sulla sua governance - sottolinea il sindaco di Verona, Federico Sboarina - e di questo dovremo discutere all’incontro di mercoledì prossimo».
Rimane da capire, infine, quale impatto l’eventuale ingresso
Il nodo
Lo scontro tra Trento e Bolzano sulla sede blocca la nascita della nuova in-house
della Lega nella Giunta di Bolzano avrà sugli equilibri tra le forze politiche dietro il voto dei soci pubblici