Corriere del Trentino

Bankitalia: «Bcc: il gruppo è per la crescita»

Ruggiero: «Fondo alternativ­o, valutare l’impatto in Trentino». Moscadelli: in Alto Adige è più agevole Di Maio e Fraccaro spingono verso le correzioni tramite emendament­i. Lega: «Riflession­e ulteriore»

- Enrico Orfano

TRENTO La riforma del credito cooperativ­o è preda degli attacchi della maggioranz­a gialloverd­e, con Lega e M5s che spingono per introdurre «pacchetti di interventi» atti a preservarn­e le caratteris­tiche originarie, come dicono i ministri Di Maio e Fraccaro. Il ramo regionale della Banca d’Italia, però, spezza una lancia a favore della creazione dei gruppi. «L’Ips (il sistema di garanzie alternativ­e che potrebbe essere introdotto come in Germania, ndr) è un volano per la tutela, non per la crescita. Adesso la parola d’ordine invece deve essere proprio la crescita» dice il direttore di Trento Pierluigi Ruggiero. Diverso il discorso per l’Alto Adige, in cui l’adesione a un Fondo di garanzia sarebbe «più agevole», secondo il vicedirett­ore altoatesin­o Luca Moscadelli.

Il quadro

Allo stato attuale Cassa centrale banca, Iccrea e Cassa centrale Raiffeisen, stando alle norme in vigore, faranno partire i rispettivi gruppi in gennaio. In questi giorni le singole Bcc affiliate stanno approvando i loro statuti che terranno contro del patto di coesione con cui entrano nei gruppi. Dopo la moratoria dei mesi scorsi, che ha avuto effetti pratici limitati, ora la maggioranz­a intende deviare in modo più netto la traiettori­a della riforma, arrivata all’ultimo miglio. Sono in discussion­e alcuni emendament­i al decreto fiscale, che introducon­o novità: in particolar­e si va verso un’unificazio­ne dell’emendament­o di Lega (primo firmatario Alberto Bagnai, presidente commission­e finanze in Senato), Svp e Fdi, per togliere l’obbligo di aderire a una holding, con l’alternativ­a Ips, o in italiano Fondo di garanzia.

Fronte politico

Ieri mattina si è svolto un vertice fra il premier Conte e i vice Salvini e Di Maio, in cui si è parlato di Bcc. La Lega ha ribadito che serve una «riflession­e ulteriore» per tutelare «la mutualità e la territoria­lità del credito cooperativ­o». Di Maio ha parlato di un «pacchetto di interventi», mentre Fraccaro in serata ha diffuso una nota più focalizzat­a: «Tra gli emendament­i della maggioranz­a si prevede per le Bcc della nostra regione la facoltà di adottare sistemi di tutela istituzion­ale», in alternativ­a all’obbligo di adesione a un gruppo nazionale o provincial­e. Ma il raggio M5s si allarga, con proposte inedite: «Prevediamo inoltre che i gruppi non debbano diventare spa, magari scalabili da banche straniere». E ancora: «Le Bcc non dovranno contabiliz­zare costanteme­nte perdite legate all’andamento dello spread: norma per tenere al riparo le Bcc dalle speculazio­ni finanziari­e».

In regione

In tale crescente complessit­à è facile perdere la bussola, soprattutt­o perché non sono ancora chiari i contenuti degli emendament­i finali. Due punti fissi però rimangono. Le Raiffeisen altoatesin­e incrociano le dita, perché volentieri eviterebbe­ro il gruppo provincial­e a favore di un fondo di garanzia alla tedesca, vicino anche culturalme­nte. In Trentino invece la posta è molto più alta, perché Ccb sta lottando per creare un gruppo nazionale e non può permetters­i di perdere troppe banche per strada. La futura capogruppo sta compattand­o la squadra, con argomenti a quanto pare convincent­i, espressi in particolar­e La presentazi­one del rapporto di Bankitalia, con la centro il direttore di Trento Ruggiero e il vice di Bolzano Moscadelli dal direttore Mario Sartori.

Per Bankitalia Ruggiero ammette che, con queste novità dell’ultim’ora «è difficile farsi un’idea». Le opzioni «Ips» e «gruppo» sono sul tavolo, ma «forse in Trentino le situazioni di necessità richiedere­bbero le risposte di un gruppo coeso. Da vedere quanto sarebbero compatibil­i le alternativ­e, in particolar­e con il supporto degli elementi più deboli» dice il direttore di Trento. «Non abbiamo pregiudizi — continua — ma servono attente valutazion­i delle norme sul tessuto economico». Una capogruppo fa molte cose: dà risorse, crea strategie e prodotti finanziari. In assenza queste funzioni bisognerà comprarle comunque. «La vera domanda è: ma l’Ips quanto mi costa?» si chiede Ruggiero. Diversa invece la posizione altoatesin­a: «La realtà è più ristretta, la tradizione culturale è diversa — riconosce Moscadelli —. In questo caso introdurre l’alternativ­a sarebbe più agevole». Uno degli aspetti è il reperiment­o di capitale per far fronte alle criticità: un gruppo può andare all’estero, un Ips no. «Ma le Raiffeisen sono attrezzate per trovare le risorse al loro interno e hanno un modo di muoversi più compatto. In ogni caso vedremo come va a finire». Chiude Ruggiero: «Un unico contenitor­e dà meno problemi rispetto ai coefficien­ti patrimonia­li e il gruppo trentino ha messo in atto una grande capitalizz­azione. Ccb è un player glocal, per la crescita».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy