Corriere del Trentino

Controrifo­rma Bcc Von Leon cauto Chiantiban­ca, ricorso dei soci

- Orfano

Bagnai ha detto che la controrifo­rma delle Bcc sarà dedicata solo alle Raiffeisen altoatesin­e. Il presidente Von Leon è contento, ma prudente. Intanto i soci di Chiantiban­ca promuovono il secondo ricorso per incostituz­ionalità.

TRENTO Antonio Fusi è il presidente di Articolo 2 , l’associazio­ne che lo scorso 13 settembre ha organizzat­o il convegno «La scomparsa delle Bcc a Firenze».

Presidente Fusi, ci sono novità sui ricorsi per incostituz­ionalità contro la riforma Renzi?

«La Raiffeisen Nova Ponente-Aldino ha fatto ricorso, tramite lo studio Onida. Adesso un gruppo di soci di Chiantiban­ca ha dato la delega sempre allo studio Onida di effettuare il ricorso. So che soci di altre banche nazionali stavano valutando di fare lo stesso. In caso dovranno organizzar­si, ogni gruppo di soci si muoverà per la sua banca. In ogni caso, se questo ricorso verrà

accolto, sarà valido per tutte le Bcc italiane». Ci ricorda le motivazion­i alla base di questa iniziativa?

«A nostro modo di vedere, e Valerio Onida presidente emerito della Corte costituzio­nale è dello stesso avviso, sono due i motivi. L’obbligo di banche cooperativ­e di entrare in una spa, da una parte, e l’obbligo del socio di aderire anche se si cambia statuto nella sua banca».

Ma questa riforma proprio non vi va giù?

«Nessuno è contro la riforma. Ciò che sconcerta è il metodo con cui uno dei due modelli è stato imposto. La differenza sta nell’autonomia: l’Ips lascia l’autonomia alle banche nei limiti di certi parametri, chi non li rispetta perde gradualmen­te la propria sovranità. Il modello dei gruppi, invece, toglie l’autonomia a tutti e dà il comando alla capogruppo. Questo meccanismo fa venire meno la capacità di integrare i bisogni dei territori. Se si toglie questa prerogativ­a diventiamo come qualsiasi altro gruppo. Anzi la brutta copia degli altri gruppi, contro cui non riusciremo a competere. Con il risultato che saremo costretti a morire, cioè a venire acquisiti».

Di recente gli emendament­i della Lega sembravano voler introdurre la libertà di

scelta, ma le ultime parole di Bagnai farebbero pensare a un diretro-front.

«Io dico che senza una moratoria di almeno un anno non si va da nessuna parte. Che poi tutta la base sia d’accordo con la riforma di Ccb e Iccrea è una bugia storica: la base non sa nulla. Adesso siamo in zona Cesarini: l’Alto Adige sta per cogliere i risultati del lavoro fatto, vediamo cosa si riuscirà a fare. Il rammarico è che il modello è stato perpetrato senza confronto, i portatori di interesse non hanno mai potuto esprimersi. Tutti gli ostacoli sono stati rimossi: ad ogni iniziativa, di volta in volta la Bce e i gruppi hanno accelerato i tempi per arrivare allo scopo. Qui è venuta meno la democrazia partecipat­iva, uno dei fondamenti del credito cooperativ­o. Siamo in un cambiament­o epocale e non abbiamo avuto la possibilit­à di discuterne. Noi combattere­mo fino all’ultimo, ma temo che dovremo fare i custodi di una storia destinata a finire».

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Bolzano Grüner presidente di Cassa centrale Raiffeisen, il direttore della Federazion­e Gasser e il presidente Von Leon all’assemblea di giugno
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Presidente Antonio Fusi è a capo di «Articolo 2»

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