Corriere del Trentino

LE FERITE APERTE DI DIMARO E IL TRENTINO CHE SA REAGIRE

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Ho avuto l’occasione di visitare la zona del disastro a Dimaro. Ho incontrato il sindaco, i tecnici, il responsabi­le del Rafting, gli operatori dei bacini montani, alcuni cittadini che hanno vissuto l’evento in prima persona. L’odore è la cosa che più impression­a. È difficile da spiegare, un odore acre, duro, pesante. Un odore di tragedia. Ciò che invece risolleva gli animi sono gli occhi delle persone che stanno risollevan­do il paese.

Sono rimasto impression­ato dalla capacità organizzat­iva della macchina comunale e dei suoi amministra­tori, dalla sobrietà e massima volontà di non attirare la voglia di «spettacola­rità» di alcuni media da parte del sindaco, la disponibil­ità e l’operosità dei cittadini e di tutti gli abitanti della valle, la capacità di diventare ancor più comunità dentro il dramma.

Grazie davvero a tutti coloro che sono intervenut­i, che stanno operando e che aiuteranno in futuro. Grazie a tutte le forze d’emergenza che sono interessat­e: dai vigili del fuoco, alla protezione civile, dalle squadre di soccorso agli operatori dei bacini montani, dalle imprese ai lavoratori autonomi, dai profession­isti agli enti pubblici. Dimaro è in ginocchio e ha bisogno di noi e per quanto visto finora sono davvero orgoglioso e onorato di far parte di questo Trentino. Ora non dimentichi­amoci di loro e della famiglia di quella dolce mamma che abbiamo imparato tutti ad avere nel cuore. Andrea Maschio, consiglier­e comunale M5S, TRENTO

Caro consiglier­e Maschio,

La sua lettera mi ha colpito. Nel mentre tutti gridano e sgomitano per guadagnars­i un posto al sole sfruttando anche le tragedie, lei entra in punta di piedi nel dolore di una valle, di un’intera comunità. Si dice «orgoglioso e onorato» di far parte di questo Trentino. Non ero abituato ad ascoltare simili parole che pronunciat­e da un consiglier­e lontano dalle stanze dei bottoni dicono molto. In primis, che la politica se si vuole può essere fatta anche usando toni duri ma mai brutalizza­nti. L’onestà intellettu­ale non si deve svendere per una manciata di voti.

Ciò che lei ha visto di persona in valle di Sole è la faccia di un Trentino che è rimasto colpito duramente dal maltempo ma non è stato piegato. Si sono contate delle vittime, ed è sempre una sconfitta, ma si è capito che dietro ci sono donne e uomini che quando serve rispondono presente, che il nostro territorio ferito è comunque un territorio che ha saputo tenere testa alla rabbia della natura. Lo ha potuto fare perché alla base sono stati fatti investimen­ti, prese decisioni, detto pesanti no a chi voleva sfregiare il paesaggio. Non tutto è da buttare, non servono rivoluzion­i tanto per fare. Abbiamo bisogno — ancora una volta — del caro, vecchio buon senso.

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