SEDE A22, PARTITA CRUCIALE
Accanto alla decisione di riaprire il punto nascite di Cavalese a partire dal primo di dicembre, emerge un’altra decisione, politicamente rilevante, che ha caratterizzato l’esordio della giunta targata Maurizio Fugatti: il conchiuso relativo alla collocazione della sede dell’A22.
Detto così, ai più, potrebbe apparire come uno stucchevole dibattito per pochi intimi. Un tira e molla poco avvincente. Solo in apparenza, però. Si tratta invece di una partita che dal punto di vista finanziario è destinata a valere miliardi di euro. Bene ha fatto Fugatti, quindi, ad approvare un conchiuso di giunta dove si ribadisce come «la sede di Autobrennero non si muoverà da Trento». Un no secco al presidente altoatesino Arno Kompatscher che invece smania dalla voglia di portarsela in casa, dando così un taglio netto al passato. Il conchiuso, però, deve costituire solo un primo passo, perché siamo in presenza di un’operazione dalle mille sfaccettature. Il rischio è focalizzare l’attenzione unicamente sul trasferimento della sede che costituisce solo un tassello, e nemmeno il più importante, di un progetto più ambizioso.
L’Svp, non da oggi, si sta muovendo su un fronte ampio che vede coinvolti pure Roma e Bruxelles. Un attivismo, quello di Kompatscher, che ha come primo traguardo il rinnovo della concessione A22.
Anche a costo di chiudere un accordo all’interno del quale la governance della futura «BrennerCorridor» vede lo Stato ricoprire una posizione di rilievo. Molti, infatti, temono che nel comitato d’indirizzo soci pubblici territoriali e governo, attraverso una serie di veti incrociati, si annullino a vicenda con inevitabili ripercussioni sull’operatività della stessa A22. Proprio per queste ragioni è tornata di stretta attualità, e il governatore trentino l’altro giorno a Dimaro non l’ha esclusa a priori, l’idea di aggiudicarsi la concessione con una gara: esito imprevedibile ma, spiegano i tecnici, anche possibilità — se vinta — di una maggior autonomia gestionale.
Per comprendere però meglio l’insistenza altoatesina sulla sede di A22 a Bolzano, bisogna fare un passo ulteriore in direzione della società che gestisce il Tunnel del Brennero. Qui, ci sarà da sostituire il commissario governativo, Ezio Facchin, prossimo alla pensione. Kompatscher, in maniera legittima, proverà a giocare la carta di una nomina gradita, capace di lasciare il segno come è stata sino ad oggi la regia di Ezio Facchin, molto apprezzata per competenza e attenzione alle esigenze territoriali. Tunnel e A22, quindi, soggetti attivi e strettamente legati (una sorta di vasi comunicanti) di un unico disegno strategico: il coordinamento dei molti appalti derivanti dalla costruzione del traforo del Brennero. Per i prossimi 10-15 anni, l’impatto economico sul territorio sarà notevole, ciò produrrà da una parte lavoro, dall’altra crescita e Bolzano su tale operazione vuole esserci, possibilmente in prima fila e con un ruolo di comando. Trento, da parte sua, saprà tenere testa a una simile prospettiva? L’interrogativo è bene che accompagni la neo-giunta Fugatti, in gioco c’è il futuro del Trentino e di conseguenza della sua autonomia.