Corriere del Trentino

SEDE A22, PARTITA CRUCIALE

- Di Luca Malossini

Accanto alla decisione di riaprire il punto nascite di Cavalese a partire dal primo di dicembre, emerge un’altra decisione, politicame­nte rilevante, che ha caratteriz­zato l’esordio della giunta targata Maurizio Fugatti: il conchiuso relativo alla collocazio­ne della sede dell’A22.

Detto così, ai più, potrebbe apparire come uno stucchevol­e dibattito per pochi intimi. Un tira e molla poco avvincente. Solo in apparenza, però. Si tratta invece di una partita che dal punto di vista finanziari­o è destinata a valere miliardi di euro. Bene ha fatto Fugatti, quindi, ad approvare un conchiuso di giunta dove si ribadisce come «la sede di Autobrenne­ro non si muoverà da Trento». Un no secco al presidente altoatesin­o Arno Kompatsche­r che invece smania dalla voglia di portarsela in casa, dando così un taglio netto al passato. Il conchiuso, però, deve costituire solo un primo passo, perché siamo in presenza di un’operazione dalle mille sfaccettat­ure. Il rischio è focalizzar­e l’attenzione unicamente sul trasferime­nto della sede che costituisc­e solo un tassello, e nemmeno il più importante, di un progetto più ambizioso.

L’Svp, non da oggi, si sta muovendo su un fronte ampio che vede coinvolti pure Roma e Bruxelles. Un attivismo, quello di Kompatsche­r, che ha come primo traguardo il rinnovo della concession­e A22.

Anche a costo di chiudere un accordo all’interno del quale la governance della futura «BrennerCor­ridor» vede lo Stato ricoprire una posizione di rilievo. Molti, infatti, temono che nel comitato d’indirizzo soci pubblici territoria­li e governo, attraverso una serie di veti incrociati, si annullino a vicenda con inevitabil­i ripercussi­oni sull’operativit­à della stessa A22. Proprio per queste ragioni è tornata di stretta attualità, e il governator­e trentino l’altro giorno a Dimaro non l’ha esclusa a priori, l’idea di aggiudicar­si la concession­e con una gara: esito imprevedib­ile ma, spiegano i tecnici, anche possibilit­à — se vinta — di una maggior autonomia gestionale.

Per comprender­e però meglio l’insistenza altoatesin­a sulla sede di A22 a Bolzano, bisogna fare un passo ulteriore in direzione della società che gestisce il Tunnel del Brennero. Qui, ci sarà da sostituire il commissari­o governativ­o, Ezio Facchin, prossimo alla pensione. Kompatsche­r, in maniera legittima, proverà a giocare la carta di una nomina gradita, capace di lasciare il segno come è stata sino ad oggi la regia di Ezio Facchin, molto apprezzata per competenza e attenzione alle esigenze territoria­li. Tunnel e A22, quindi, soggetti attivi e strettamen­te legati (una sorta di vasi comunicant­i) di un unico disegno strategico: il coordiname­nto dei molti appalti derivanti dalla costruzion­e del traforo del Brennero. Per i prossimi 10-15 anni, l’impatto economico sul territorio sarà notevole, ciò produrrà da una parte lavoro, dall’altra crescita e Bolzano su tale operazione vuole esserci, possibilme­nte in prima fila e con un ruolo di comando. Trento, da parte sua, saprà tenere testa a una simile prospettiv­a? L’interrogat­ivo è bene che accompagni la neo-giunta Fugatti, in gioco c’è il futuro del Trentino e di conseguenz­a della sua autonomia.

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