«Beato te, hai figlie tue» L’alcol e il rancore nel rapporto col figliastro
TRENTO In paese lo conoscevano tutti, un po’ perché Folgaria conta poco più di 3.000 anime, un po’ perché Massimo Toller era «un personaggio», come lo definisce qualcuno.
Nativo del paese, i problemi con l’alcolismo che lo avevano segnato per tutta la vita non erano un mistero per nessuno. Ancora trent’anni fa capitava che arrivasse a casa di amici completamente ubriaco alle tre di notte. Ma non era un violento: niente risse, né notizie di mani alzate su nessuno. Una situazione che era leggermente migliorata circa vent’anni fa, quando aveva conosciuto la bresciana Renata Pighetti, in vacanza sull’Altopiano, durante un corso di tiro con l’arco.
La storia d’amore tra i due era stata sempre segnata dai problemi tra Massimo e Alessandro, figlio di Renata. Il rapporto era particolarmente difficile a causa dei problemi di alcolismo di Toller, a causa dei quali Pighetti non accettava di buon grado il nuovo compagno della madre.
Una relazione difficile in entrambi i sensi: la difficoltà ad accettare Alessandro in quanto figlio di primo letto di Renata Pighetti aveva spinto Massimo Toller a commentare con un amico di vecchia data, padre di due ragazze, »Beato te che hai figlie tue».
Nessuna grande passione o hobby, nessun interesse per un’attività piuttosto diffusa in zona come la caccia. Oltre alla famiglia e al vino, Toller aveva il lavoro. Camionista per molti anni, era noto per essere estremamente preciso sul lavoro e per non aver mai fatto nemmeno un graffio ai mezzi che guidava.
La bottiglia però non l’aveva mai abbandonato, al punto da costargli il ritiro della patente cinque anni fa e da farlo quasi bandire da alcuni bar locali.
Era entrato quindi nel «Progettone» provinciale a sostegno dell’occupazione, lavorando tra Folgaria e Lavarone, ma non ne faceva più parte da circa due anni.
Si teneva occupato durante la stagione invernale con piccoli lavori, come noleggio sci o sugli impianti di risalita.