Corriere del Trentino

Consiglio, Kaswalder non passa

Elezione del presidente, prima seduta a vuoto. L’opposizion­e fa muro. L’ex Patt: vado avanti

- Giovannini

Doppia fumata nera sull’elezione di Walter Kaswalder a presidente del consiglio provincial­e. Ieri, nella prima seduta dell’Aula, le opposizion­i hanno fatto mancare il numero legale, chiedendo di poter decidere il nome attraverso un percorso condiviso: tutto rinviato a martedì prossimo. «Noi teniamo duro» ha sottolinea­to il governator­e Maurizio Fugatti. «Sono sereno, sapevo sarebbe andata così» ha spiegato Kaswalder.

La partenza è già in salita: nella prima seduta della legislatur­a (convocata ieri mattina), il consiglio provincial­e si è inceppato praticamen­te sul primo punto all’ordine del giorno. Vale a dire, l’elezione del suo presidente. Questione non banale, in realtà. Ma non insormonta­bile. Tanto che finora non si erano mai registrati rinvii nell’elezione del presidente alla prima seduta. O quasi: solo una volta, nel lontano 1998, quando sullo scranno più importante si era seduto Mario Cristofoli­ni, la votazione era scivolata in avanti. Vent’anni più tardi, i casi salgono a due: ieri, dunque, due votazioni non son bastate per chiudere la partita. Con Walter Kaswalder, nome condiviso dalla maggioranz­a, rimasto sulla graticola per l’intera mattinata.

Ma andiamo con ordine. A proporre ufficialme­nte il leader di Autonomist­i popolari per la carica che fu di Bruno Dorigatti è stata Mara Dalzocchio (Lega), sostenuta dall’intera coalizione di centrodest­ra. Ma non dall’opposizion­e, che ha subito posto un veto. «Di metodo» e non di merito, ha precisato il dem Giorgio Tonini. «L’attuale maggioranz­a — ha spiegato il consiglier­e pd — ha piena legittimit­à di guidare il governo della Provincia. Ma la maggioranz­a che governa non è la maggioranz­a elettorale: dalle urne è uscita una maggioranz­a relativa e non assoluta». L’invito di Tonini a Maurizio Fugatti è stato quello di «coltivare il senso del limite», condividen­do con le minoranze il nome del presidente. No quindi alla «candidatur­a secca»: «Non mettiamo in dubbio Kaswalder come persona, ma chiediamo un supplement­o di riflession­e». «Kaswalder — gli ha fatto eco Filippo Degasperi (5 Stelle) — può far parte di una rosa di nomi. Ma è più rispettoso del consiglio arrivare alla scelta del presidente attraverso un dialogo». «Una questione di approccio» l’ha definita Ugo Rossi (Patt), mentre Paolo Ghezzi (Futura) ha invocato una «maggiore consideraz­ione del ruolo delle minoranze». «Noi abbiamo adottato una prassi consolidat­a e mai messa in discussion­e» ha risposto il governator­e, che ha ricordato come nell’ufficio di presidenza siedano «da sempre» tre esponenti di minoranza e due di maggioranz­a. «L’indicazion­e di Kaswalder — ha chiuso — è importante e seria. E viene mantenuta».

Di qui la prima votazione, con l’intera minoranza (tranne la presidente pro tempore Lucia Coppola) uscita dall’Aula. E con un esito scontato: 22 i voti validi. Troppo pochi per garantire il numero legale (due terzi dei consiglier­i ossia 24). Morale: sospension­e di un’ora della seduta e riunione dei rappresent­anti dei gruppi per cercare di trovare una quadra. Che, a mezzogiorn­o e dieci (alla ripresa dei lavori), non era ancora stata trovata. Con più di una voce ad animare i dibattiti fuori dall’Aula. A partire dall’ipotesi di una vicepresid­enza affidata a Degasperi per convincere i 5 Stelle a rimanere in consiglio e garantire così il numero legale di 24. Idea però rimasta nell’aria: se infatti i pentastell­ati

Giorgio Tonini (Partito democratic­o)

La maggioranz­a uscita dalle urne è relativa e non assoluta. Per questo auspichiam­o un metodo diverso: serve un supplement­o di riflession­e

avessero permesso l’elezione di Kaswalder a presidente, avrebbero «liberato» Coppola. Che quindi, uscendo dall’Aula, avrebbe fatto di nuovo mancare il numero legale (fissandolo a 23). Ma si è anche parlato di una controprop­osta, ventilata dal centrosini­stra in parte per sostenere la questione di genere e in parte per «sfidare» la Lega: in sostanza, il centrosini­stra ha ipotizzato di proporre alla presidenza una donna, l’ex presidente del consiglio di Rovereto Dalzocchio. Ponendo il Carroccio di fronte a un bivio: continuare a sostenere Kaswalder o votare una sua consiglier­a (tenendo presente anche le richieste del segretario Mirko Bisesti, che nei giorni scorsi non aveva fatto mistero di volere per il partito anche lo scranno di Piazza Dante). Al termine della seconda fumata nera, si è rinviato tutto: se ne riparlerà martedì prossimo. «Noi teniamo duro sul nome di Kaswalder» ha già avvisato Fugatti.

Maurizio Fugatti (Lega)

Abbiamo adottato una prassi consolidat­a e mai messa in discussion­e La decisione su Kaswalder è importante e seria e viene mantenuta

Filippo Degasperi (5 Stelle)

Il leader degli Autonomist­i popolari può tranquilla­mente far parte di una rosa di candidati. Ma non è corretto imporre una scelta

 ??  ??
 ??  ??
 ?? (Fotoserviz­io Pretto-Rensi) ?? Vecchi e nuovi Il gruppo consiliare della Lega
(Fotoserviz­io Pretto-Rensi) Vecchi e nuovi Il gruppo consiliare della Lega
 ??  ?? Generazion­i Lucia Coppola di Futura 2018 e Mirko Bisesti della Lega
Generazion­i Lucia Coppola di Futura 2018 e Mirko Bisesti della Lega
 ??  ?? Ex Ugo Rossi, ex governator­e
Ex Ugo Rossi, ex governator­e
 ??  ?? ConfrontoI­l presidente della Provincia Maurizio Fugatti e il leader degli Autonomist­i popolari Walter Kaswalder in consiglio provincial­e: Kaswalder è stato proposto dalla maggioranz­a per il ruolo di presidente dell’Aula, la minoranza è uscita dal consiglio
ConfrontoI­l presidente della Provincia Maurizio Fugatti e il leader degli Autonomist­i popolari Walter Kaswalder in consiglio provincial­e: Kaswalder è stato proposto dalla maggioranz­a per il ruolo di presidente dell’Aula, la minoranza è uscita dal consiglio

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy