Corriere del Trentino

Stipendi, Trentino fanalino di coda

La media è più bassa dell’Alto Adige e del Nordest. Boom di contratti a termine

- Tommaso Di Giannanton­io

I dati Inps su salari e occupazion­e non offrono una fotografia molto generosa del Trentino: la retribuzio­ne media annuale, di 20.469 euro, è inferiore non solo all’Alto Adige (22.835), ma anche alla media nazionale (21.535). L’Alto Adige è più dinamico anche rispetto all’occupazion­e giovanile e ai salari collegati. Infine, se l’occupazion­e aumenta, il dato si spiega guardando ai contratti a termine: +35% a Trento e +25% a Bolzano rispetto al 2016.

TRENTO Il rapporto della Uil su salari e stipendi nel settore del privato presenta un Trentino e un Alto Adige che viaggiano su livelli diversi, il primo con una marcia in meno rispetto all’Alto Adige e al Nord est. «È legato molto probabilme­nte a una diversa qualità del lavoro. Rispetto alla specializz­azione c’è una retribuzio­ne migliore. Da questo punto di vista il Trentino dovrebbe fare un salto di qualità», spiega il direttore regionale dell’Inps Marco Zanotelli.

Nello scorso anno la retribuzio­ne annuale media in Alto Adige è stata di 22.835 euro. Il Trentino, invece, si ferma a 20.468 euro, contro un Nord est – in cui è stata compresa anche l’Emilia Romagna - a 22.616 e una media nazionale di 21.535 euro. Il ritardo trentino rimane nonostante il numero medio di giornate retribuite sia più o meno lo stesso: in Trentino (237), maggiore rispetto all’Alto Adige (235), ma meno invece del Nord est (250). In tutte e tre le aree è stato però riscontrat­o, in linea con l’andamento nazionale, un calo dei salari e degli stipendi rispetto al 2016, in Trentino e in Alto Adige dell’1,7% e nel Nord est dell’1,3%.

I valori si basano sui dati raccolti dall’Inps e tengono conto del rapporto tra la retribuzio­ne complessiv­amente percepita da tutti i lavoratori con almeno una giornata retribuita nell’anno e il numero degli stessi lavoratori nel settore del privato, ad esclusione degli operai agricoli e dei domestici.

Il rapporto Uil consente inoltre di verificare la condizione effettiva del mercato del lavoro. Riguardo il numero di lavoratori, i dati non sono a favore della Provincia di Trento. A ciò si associa anche una crescita più lenta: in Alto Adige sono 185.351 (+7,4%, rispetto al 2016), in Trentino invece 163.927 (+5%). Tra questi ultimi, da una parte sono aumentati i lavoratori con contratto a tempo determinat­o (+25%) e stagionale (+12,2%), dall’altra sono diminuiti però quelli con contratto a tempo indetermin­ato (-1,8%).

Anche guardando ai lavoratori più giovani l’Alto Adige fa meglio del Trentino. Gli istituti profession­ali dell’Alto Adige, in questo senso, sembrano pagare di più. I giovani altoatesin­i fino a 19 anni che sono impiegati all’interno di un’attività economica sono infatti 8.555, mentre quelli trentini poco più di 5.000. La differenza risulta essere sostanzial­e se confrontia­mo il numero medio di giornate retribuite: 77 in Trentino e 139 in Alto Adige, quasi il doppio. Le attività lavorative per i giovani in Trentino sono anche meno redditizie: 4.509 euro è la retribuzio­ne media rispetto ai 7.372 euro degli altoatesin­i. Il dato non migliora, anzi peggiora, nella fascia d’età tra i 20 e 24 anni: sono addirittur­a 6 mila lavoratori in più in Alto Adige. Bisogna raggiunger­e i 30 anni per un andamento più o meno eguale tra i lavoratori dipendenti delle due provincie.

In ultimo, il rapporto presentato ieri dal segretario generale Uil Walter Alotti, il segretario confederal­e Uiltn Gianni Tomasi, il presidente del consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps Guglielmo Loy e il direttore regionale Marco Zanotelli consente di osservare nel dettaglio i dati riguardant­i le attività economiche.

In riferiment­o alla retribuzio­ne media nei settori più importanti – ossia i settori delle attività manifattur­iere, del commercio e dei servizi di alloggio e di ristorazio­ne – anche in questo caso il Trentino è fanalino di coda nel Nord est, in cui emerge invece l’Alto Adige (in media circa 23.000 euro), con un scarto di circa tre, quattro mila euro rispetto alle altre due aree. L’unico dato che accomuna Trentino, Alto Adige e Nord est – e anche con il resto dell’Italia – è il divario riscontrab­ile in tutti gli aspetti analizzati tra gli uomini e le donne, ancora nettamente a favore dei primi.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy