Sasa, partecipazione record allo sciopero degli autisti
Per la Cgil l’adesione ha raggiunto il 90%. L’azienda: «Partiamo dal contratto nazionale»
Perkmann Richieste semplici: più assunzioni e turni più corti
Ha registrato una partecipazione record, secondo i sindacati, lo sciopero del Sasa di ieri. Alla protesta degli autisti della società di trasporto urbano di Bolzano, Laives, Merano e Lana, secondo la Cgil, hanno partecipato il 95% dei dipendenti di Bolzano e l’80% di quelli di Merano. I sindacati aspettano ora un incontro con l’azienda, per la quale però la contrattazione su retribuzioni e rotazione dei turni non può prescindere dal contratto nazionale.
«Siamo molto soddisfatti della giornata di oggi (ieri, ndr)» commenta Anita Perkmann, segretaria della Filt Cgil dell’Alto Adige. I rappresentanti sindacali unitari ringraziano i lavoratori «per l’altissima adesione, che ha testimoniato che i problemi per i quali abbiamo incrociato le braccia esistono e hanno bisogno di soluzioni».
Il nodo che contrappone i dipendenti e l’azienda non riguarda soltanto gli stipendi degli autisti, che in Sasa i sindacati ritengono essere «tutt’altro che allettanti» e «rischiano di far scappare anche i pochi nuovi assunti»; la questione più spinosa riguarda invece la durata dei turni di lavoro. Per i sindacati, infatti, la mancanza di personale costringe gli autisti a rimanere al volante anche «per sette o otto ore, quando per contratto dovrebbe lavorare 39 ore settimanali, o sei ore e mezza su sette giorni».
Chiedono dunque nuove assunzioni i sindacati: «Basta poco, da parte dell’azienda, per risolvere i grandi problemi dell’azienda - conclude Perkmann - e far tornare Sasa la migliore azienda di trasporto dell’Alto Adige».
L’azienda, tramite il presidente Stefano Pagani, si dice aperta al confronto: «C’è un tavolo permanente dove discutere e siamo pronti a incontrarci lì con i sindacati. Bisogna considerare, però, che le istanze vanno necessariamente ricomposte all’interno della cornice dei contratti nazionali e regionali di categoria».