Corriere del Trentino

Oltre il folk con il musicista maledetto Malcolm Holcombe sul palco a Bolzano

Il cantautore chiude la rassegna «Concerti in cantina» della Fondazione Cassa di Risparmio

- Fabio Nappi

Finale col botto per la rassegna «Concerti in Cantina», curata da Paolo Brillo per la Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano. Venerdì 30 novembre alla Sala della Fondazione Cassa di Risparmio di via Talvera (ore 20.30) si esibirà il cantautore statuniten­se Malcolm Holcombe, per presentare il nuovo album Come Hell Or High Water (2018).

Artista la cui musica viene spesso definita «non proprio country, da qualche parte oltre il folk, una specie di blues in movimento, alla ricerca degli angoli più oscuri del cuore». Autorevoli colleghi stravedono per lui, l’elenco è lungo e va da Lucinda Williams a Steve Earle, da Mary Gauthier a Emmylou Harris.

La sua discografi­a si è mantenuta sempre su livelli molto alti regalando episodi folgoranti come A Hundred Lies (1999) e Gamblin’ House (2007). Le sue performanc­e sono caratteriz­zate da uno stile chitarrist­ico unico, dalla voce allo stesso tempo ruvida e soffusa, e da quello sguardo magnetico con cui fissa il pubblico sul filo della follia, ma sempre lucido e presente.

Malcolm Holcombe è nato nel 1955 a Weavervill­e, un paesino dei monti Appalachi, nella Carolina del Nord, tra boscaioli e vicini che suonavano la chitarra elettrica davanti a casa. Fin da piccolo, si appassiona ai programmi musicali televisivi, così la madre gli compra al supermerca­to una chitarra e un libro di accordi. Dopo la morte di entrambi i genitori, Malcolm, nella migliore tradizione americana, si mette on the road con la rock band dei Redwing. La strada lo porta a Nashville, dove trova lavoro in una caffetteri­a. Tra la preparazio­ne di un hamburger e l’altro, trova il tempo per esibirsi per gli avventori che ri- mangono conquistat­i dal suo stile innovativo, grezzo, carico di blues e di soul.

Dopo il promettent­e esordio discografi­co con A far cry from here (1994), nel 1996 firma un contratto per la Geffen Records che sembra segnare la svolta per la sua carriera, ma la situazione precipita. Holcombe si lascia trascinare nel vortice dell’alcolismo, non riesce a tenere fede ai suoi impegni e la Geffen rinuncia a pubblicare il suo disco, che uscirà soltanto nel 1999 col titolo significat­ivo di A hundred lies. Segue un periodo buio, tra sbronze e depression­e, in cui Malcolm tira a campare.

Poi, il ritorno in North Carolina e il taglio netto con l’alcool lo rimettono in carreggiat­a. Autoproduc­e una serie di dischi di ottima qualità come Another Wisdom (2003), I never heard you knocking (2005) e Not forgotten (2006) che lo restituisc­ono all’onore del mondo musicale.

Il nuovo disco di Malcolm Holcombe è il quindicesi­mo della sua carriera e vede la partecipaz­ione di ospiti preziosi come Darrell Scott, Greg Brown e Iris Dement. Il sound è il marchio di fabbrica di Malcolm, sospeso tra i monti Appalachi e Nashville, stile ribattezza­to da qualche anno «Americana». Ma è impossibil­e etichettar­e un artista come Holcombe, uno dei tesori nascosti del grande songwritin­g americano. L’ingresso è a invito: per assistere al live basta mandare una mail a paolobrill­o61@gmail.

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