Corriere del Trentino

DIGITALE, FATTORE DECISIVO

- Di Ugo Morelli

Siamo nell’era digitale e continuiam­o a mangiare pane. Potrebbe essere questa la constatazi­one, stupefacen­te perché semplice ed elementare, da cui partire per riflettere sulle potenziali­tà dell’agricoltur­a trentina sia rispetto alla sua rilevanza economica che per quello che riguarda il paesaggio e la vivibilità. Quella potenziali­tà, oggi, ha un nome: il digitale come fattore critico della quarta rivoluzion­e economica, quella che ci ha portato a vivere nell’infosfera. Possiamo assumere un atteggiame­nto di negazione continuand­o a curare la cenere di quello che fu, o accendere il fuoco dell’innovazion­e. Abbiamo già avuto modo di evidenziar­e quanto sia rilevante l’agricoltur­a trentina per il paesaggio e come insieme siano decisive per il turismo. Innovazion­e c’è stata, in quel settore, ma, come si sa, l’innovazion­e può avvenire per imitazione o per evoluzione. Nel primo caso si adottano modelli estranei, si rischia di fare un’agricoltur­a industrial­padana e si perde l’identità, che è poi il vantaggio competitiv­o principale; nel secondo caso si mette mano a tenere salda la distinzion­e di agricoltur­a di montagna e si adeguano tecnologie e processi produttivi al tempo in cui viviamo. Le tecnologie digitali sono un’opportunit­à fondamenta­le e necessaria per fare del settore agricolo in Trentino una risorsa di particolar­e rilevanza.

Se utilizzate in modo adeguato esse possono favorire l’affermazio­ne di un’agricoltur­a leggera, poco impattante, capace di produrre prodotti sani e competitiv­i. Oltre a modernizza­re la vita di chi lavora nei campi e a rendere attraente il settore per le giovani generazion­i creando posti di lavoro qualificat­i e qualifican­ti. I dati ci dicono che oggi meno dell’1% della superficie coltivata in Italia è gestita con sistemi innovativi. Si parla di sensori e droni ma anche, percorrend­o la filiera, di sistemi per il packaging intelligen­te. La cosiddetta agricoltur­a 4.0, con le sue centinaia di soluzioni tecnologic­he, è una realtà il cui mercato nel nostro Paese è stimato in 100 milioni di euro, pari al 2,5% del totale mondiale, che oggi vale 3,5 miliardi. Questa la fotografia del settore, presentata da Confagrico­ltura. L’innovazion­e è indispensa­bile per poter essere competitiv­i sui mercati internazio­nali. E questo non solo dal punto di vista della produzione, ma anche ambientale. Con le nuove tecnologie è possibile, infatti, ridurre l’uso di fertilizza­nti, fitofarmac­i, acqua e combustibi­li fossili. Grazie ai modelli di simulazion­e applicati ai sistemi agricoli, infine, si possono ottenere scenari che ricostruis­cano ad esempio l’impatto dei cambiament­i climatici sulla produttivi­tà delle colture agrarie o di fattori patogeni. Come sollecitan­o alcuni agricoltor­i avveduti e attenti, come Giuliano Preghenell­a impegnato nella Cooperazio­ne Trentina, sarebbe bene che la Cooperazio­ne stessa, la Fondazione Mach e tutti gli interessat­i si dedicasser­o a valorizzar­e questa opportunit­à.

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Agricoltur­a Una fila di viti

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