«Concessione, sto con i territori»
Il viceministro Rixi: «A22 è virtuosa, l’Europa sbaglia. Presidente condiviso, giusta soluzione»
Il controllo dell’A22 deve restare ai territori. Ne è convinto il viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti del governo Conte in quota Lega Nord, Edoardo Rixi. «L’A22 è virtuosa — spiega il ministro — l’Europa sbaglia». Secondo Rixi la strada corretta da intraprendere è quella di un presidente condiviso. Ma il viceministro spinge anche sulla Valdastico e apre alla possibilità di abbassare il limite a 100 km all’ora sul tratto autostradale.
TRENTO Il desiderio è chiaro: il controllo dell’autostrada del Brennero deve restare ai territori. La strada per realizzarlo, però, è più complessa. Lo spiega Edoardo Rixi, viceministro delle infrastrutture e dei trasporti del governo Conte in quota Lega Nord. Nei giorni scorsi il ministro pentastellato Danilo Toninelli aveva gelato le aspettative dei soci locali, chiarendo che l’Europa si sarebbe opposta alla nomina di un presidente del comitato di sorveglianza che venisse dai soci locali. Rixi conferma ma rilancia: «L’Europa sta sbagliando, dovrebbe dare più possibilità ai territori. È necessario trovare una mediazione, non sarà facile ma il rischio di andare a gara deve essere scongiurato». Il viceministro passa poi in rassegna altre questioni aperte: dalla Valdastico Nord, «opera da portare a termine» secondo Rixi fino al tunnel del Brennero, contro il quale si era espresso il titolare del suo stesso ministero. «È tutto ancora da discutere» frena Rixi.
Viceministro, l’Autostrada del Brennero è in questi giorni sotto la lente di ingrandimento per vari motivi. Il ministro Toninelli ha stoppato le richieste dei soci locali, che volevano esprimere parere vincolante sul nome del presidente del comitato paritetico di indirizzo e coordinamento. L’Europa avrebbe detto no, ha sancito il ministro. Ma il comitato sarebbe un po’ cuore e cervello della nuova società in house «Brenner Corridor» e lasciare che i vertici siano imposti da Roma per i locali equivale a perdere il controllo sulla società.
«Infatti, questo aspetto non dipende dallo Stato, ma dall’Europa. L’Europa sta sbagliando, dovrebbe dare ai territori più possibilità, dovrebbe dare loro la facoltà di gestire le concessioni. A22, come del resto anche le autostrade del Veneto, sono sistemi virtuosi, perché tengono sul territorio le plusvalenze che realizzano. Spero che questo iter si concluda con una composizione, ossia che si possa andare avanti con la concessione e venga così scongiurata l’ipotesi, che so essere stata presa in considerazione, di andare a gara».
Ma la soluzione a questo punto quale potrebbe essere? L’idea di individuare un nome condiviso anche dai soci locali per la presidenza potrebbe essere una mediazione per uscire da questa situazione di stallo?
«Sì, questo potrebbe essere il punto di sutura, la mediazione diventa necessaria. Dispiace tuttavia davvero molto quando ci sono regole di livello europeo che impediscono di realizzare delle soluzioni virtuose».
E di trovare un accordo con la Commissione europea forzando un po’ la mano non se ne parla?
«Abbiamo troppe procedure di infrazione e i rapporti con l’Europa in questa fase non sono facili. Spero si arrivi a una ricomposizione del problema, è interesse di tutti che l’arteria funzioni».
Sempre rimanendo in tema di autostrada, si parla anche di abbassare la velocità come misura anti-smog. Dai dati del progetto BrennerLec è emerso che riducendo la velocità di 15 km/h si contraggono le emissioni di biossido di azoto del 10 per cento. Comune e Provincia spingono affinché, con una direttiva del ministero, venga posto il limite di velocità a 100 km orari. Che ne pensa?
«Se si tratta di misure concordate tra territori e lo Stato e capaci di avere un impatto positivo sull’ambiente ben vengano. Purché si abbia sempre presente la necessità di fluidificare il traffico e di garantire la circolazione».
Ma lei si farebbe portavoce di una simile istanza?
«Non sono stato interpellato su questo tema, ma se qualcuno me lo chiedesse ne discuterei volentieri».
È utile trovare un nome condiviso per il comitato di sorveglianza
Spostiamoci su un altro fronte aperto, quello della realizzazione del tunnel del Brennero. Il ministro Toninelli ha manifestato le sue perplessità sulla prosecuzione dei lavori. Il tunnel si farà o si ferma tutto?
Ridurre la velocità per abbattere l’inquinamento? Buona idea, discutiamone
«Siamo in una fase di valutazione. Dell’opera è necessario discutere con i territori e aprire anche un dialogo con l’Austria».
Però il cantiere è partito.
«Ma questo non è indicativo di alcunché. In Italia quante opere sono avviate e non concluse? Ciò però non significa che si sono fatti passi indietro rispetto a prima, non è cambiato nulla. È un tema su cui ci sono posizioni non omogenee, questo è vero, ma troveremo una sintesi. Bisognerà valutare il progetto, eventuali modifiche, i flussi, il rapporto fra costi e benefici. Andranno vagliate tutte le soluzioni possibili e poi andrà presa una decisione, che sarà politica, perché la scelta alla fine è sempre politica. Voglio solo dire che per le nostre merci è fondamentale avere un collegamento europeo, altrimenti le Alpi finiscono per rivelarsi un elemento invalicabile».
A proposito di questioni su cui le posizioni nel governo sono divergenti c’è da citare la Valdastico. Per i vostri partner di governo è un’opera che probabilmente non s’ha da fare.
«Per noi è importante portare a termine quel progetto. Questa è la mia posizione. A mio avviso i territori montani si aiutano rendendoli più accessibili, altrimenti rischiano di patire gravi limitazioni al loro sviluppo. Bisogna cercare di andare avanti; certo non sarà facilissimo ma troveremo una composizione».