Tramandare senza tradire: quando dal passato al presente c’è anche la responsabilità di tradurre bene usi e costumi
Tradizioni: mi sono chiesta cosa può significare, per chi mi legge, questo tradurre, traslare riportare, comparare antiche tradizioni della terra dalla quale provengo. Cosa può significare tradursi- in una terra dove due lingue (o meglio tre) dovrebbero intersecarsi per dare veste ad un pensiero che rappresenta un luogo, il Trentino Alto Adige. Dire quasi la stessa cosaesperienze di traduzione é il titolo di Umberto Eco in un simposio del quale si é molto parlato (Bompiani Milano, 2003). Tradurre vuol dire misurare il cosa dire con il contesto nel quale si propone.
Assumo in toto il concetto di Eco: tradurre vuol dire misurare le cose da dire con il contesto dell’altro. Riprodurre esattamente suoni, sensazioni, contenuti, rimandi, odori, paesaggi.
Ci vuole una conoscenza profonda del tessuto culturale nelle lingue nelle quali si trasporta, traduce, negozia, quanto si va dicendo. Un concetto di mercato... Insomma, traducendo, come negoziando si può perdere, guadagnare, mutare in altre forme, ma con la speranza di non modificare la sostanza letta come messaggio.
Scrive Walter Benjamin nel Compito del traduttore (Angelus Novus): «Come i frammenti di un vaso, per lasciarsi riunire e ricomporre, devono susseguirsi nei minimi dettagli, ma non per ciò somigliarsi, così invece di assimilarsi al significato dell’originale, la traduzione deve amorosamente, e fin nei minimi dettagli, ricreare nella propria lingua il suo modo di intendere, per fare apparire così entrambe – come cocci frammenti di uno stesso vagli so…». E questo non riguarda solo la traduzione letterariamente intesa, cioè la trasposizione da una lingua all’altra.
Riguarda anche l’arte di tramandare raccontando antiche storie, usi, costumi e renderle attuali con le necessità di ora, con lo spirito di ora.
Si può riuscire a tradurre, tramandare senza tradire?
Nel regno delle tradizioni, alcune forme di memorie de- usi passati, alle volte cambiano, si integrano con altre fonti o culture.
Così io cerco di trasmettere le usanze delle feste, le paure che diventano figure dei racconti, l’odore del Natale, la tenerezza di un prato in fiore e la gioia del raccolto, il suono delle campane che scandivano il tempo, le antiche virtù o i valori di un mondo passato, la profonda nostalgia di chi non c’è più e le usanze per ricordarlo, un mondo che c’era e forse ancora c’è senza fare della retorica sulle memorie.
Mi piacerebbe che ad uno ad uno dei lettori del nostro giornale venissero in mente le sue di tradizioni, traducendole, confrontandole, comparandole con quelle della mia terra.
L’impresa
Tradurre una tradizione significa misurare le cose da dire con il loro contesto