Corriere del Trentino

UN’IDEA GIUSTA: FRENARE

- Di Isabella Bossi Fedrigotti

In molto probabile e forte controtend­enza verrebbe da augurarci che i cento chilometri all’ora come velocità massima diventasse­ro davvero la regola sulla nostra autostrada. Non soltanto perché le sperimenta­zioni hanno dimostrato che se fosse applicata, l’inquinamen­to atmosferic­o diminuireb­be sensibilme­nte, ma anche perché, come è abbastanza ovvio, calerebber­o gli incidenti di tutte le sorti, quelli gravi e quelli meno gravi.

Quanti allora già erano in età di guidare l’automobile ricorderan­no come, in quel breve intermezzo di tempo nel quale su tutte le autostrade italiane il limite massimo di velocità venne fissato a centodieci chilometri orari, vi si potesse transitare in relativa rilassatez­za, senza la continua tensione che ci tocca oggi, costretti a stare continuame­nte in condizione di massima allerta. E anche allora gli incidenti diminuiron­o come, del resto, sono diminuiti in quei tratti nei quali il tutor vegliava sull’attuale regola nazionale dei centotrent­a chilometri. È provato, insomma, che la riduzione della velocità abbassa i rischi di scontri, tamponamen­ti, carambole e uscite di carreggiat­a che ogni anno fanno morti e feriti anche lungo il tratto della nostra autostrada.

Che la proposta si trasformas­se in regola sarebbe, dunque, particolar­mente auspicabil­e in nome di salute e sicurezza. Del resto, nel Tirolo austriaco essa vige da molto tempo per ragioni di inquinamen­to atmosferic­o.

Enumerosi forse mugugnano, però si adeguano. Tuttavia l’esperienza induce al pessimismo. L’idea, di rallentare, peggio, di andare piano, è, infatti, il contrario di quanto la maggioranz­a degli automobili­sti nostrani desidera visto che già adesso fa il possibile e l’impossibil­e per superare il limite dei centotrent­a. Frenare in autostrada sembra, insomma, inaccettab­ile quasi come decelerare in economia. Che sia magari per questo che, in Parlamento, qualcuno ha proposto di alzare il limite a centocinqu­anta? Per dar l’idea di accelerare almeno in macchina? Ma forse, più prosaicame­nte, è soltanto una proposta giudicata capace di portare consenso elettorale.

E poi c’è il problema delle automobili costruite per andare a centosetta­nta, duecento, duecentotr­enta. In tutti questi anni in cui si è discusso delle velocità massime consentite, con tendenza generale verso una diminuzion­e, l’industria automobili­stica ha continuato, in tutti i Paesi, a puntare in modo abbastanza marcato, sulla velocità: comprensib­ile, dunque, che sia frustrante se non proprio difficile, guidare in sottotono bolidi grandi e piccoli fatti soprattutt­o per arrivare primi.

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