UN’IDEA GIUSTA: FRENARE
In molto probabile e forte controtendenza verrebbe da augurarci che i cento chilometri all’ora come velocità massima diventassero davvero la regola sulla nostra autostrada. Non soltanto perché le sperimentazioni hanno dimostrato che se fosse applicata, l’inquinamento atmosferico diminuirebbe sensibilmente, ma anche perché, come è abbastanza ovvio, calerebbero gli incidenti di tutte le sorti, quelli gravi e quelli meno gravi.
Quanti allora già erano in età di guidare l’automobile ricorderanno come, in quel breve intermezzo di tempo nel quale su tutte le autostrade italiane il limite massimo di velocità venne fissato a centodieci chilometri orari, vi si potesse transitare in relativa rilassatezza, senza la continua tensione che ci tocca oggi, costretti a stare continuamente in condizione di massima allerta. E anche allora gli incidenti diminuirono come, del resto, sono diminuiti in quei tratti nei quali il tutor vegliava sull’attuale regola nazionale dei centotrenta chilometri. È provato, insomma, che la riduzione della velocità abbassa i rischi di scontri, tamponamenti, carambole e uscite di carreggiata che ogni anno fanno morti e feriti anche lungo il tratto della nostra autostrada.
Che la proposta si trasformasse in regola sarebbe, dunque, particolarmente auspicabile in nome di salute e sicurezza. Del resto, nel Tirolo austriaco essa vige da molto tempo per ragioni di inquinamento atmosferico.
Enumerosi forse mugugnano, però si adeguano. Tuttavia l’esperienza induce al pessimismo. L’idea, di rallentare, peggio, di andare piano, è, infatti, il contrario di quanto la maggioranza degli automobilisti nostrani desidera visto che già adesso fa il possibile e l’impossibile per superare il limite dei centotrenta. Frenare in autostrada sembra, insomma, inaccettabile quasi come decelerare in economia. Che sia magari per questo che, in Parlamento, qualcuno ha proposto di alzare il limite a centocinquanta? Per dar l’idea di accelerare almeno in macchina? Ma forse, più prosaicamente, è soltanto una proposta giudicata capace di portare consenso elettorale.
E poi c’è il problema delle automobili costruite per andare a centosettanta, duecento, duecentotrenta. In tutti questi anni in cui si è discusso delle velocità massime consentite, con tendenza generale verso una diminuzione, l’industria automobilistica ha continuato, in tutti i Paesi, a puntare in modo abbastanza marcato, sulla velocità: comprensibile, dunque, che sia frustrante se non proprio difficile, guidare in sottotono bolidi grandi e piccoli fatti soprattutto per arrivare primi.