Kaswalder in aula Rossi chiede fondi per i municipi
Oggi si torna in Aula: sul tavolo c’è il nome di Kaswalder, ma si cerca di evitare un altro flop
Torna a riunirsi questa mattina il consiglio provinciale di Trento, che ripartirà dal punto sul quale si era incagliato la scorsa settimana: l’elezione del presidente. Sul tavolo rimane il nome dell’ex Patt Walter Kaswalder, bocciato per due volte la scorsa settimana. Per avvicinare le opposizioni si tratta su poltrone e su garanzie legate a qualche tema specifico.
TRENTO Fino a ieri sera lo stallo era ancora lì: a una settimana di distanza dalle due fumate nere che, martedì scorso, avevano bloccato l’elezione a presidente del consiglio provinciale di Walter Kaswalder (Autonomisti popolari), alla vigila della nuova seduta non si registravano significativi passi in avanti. Tantomeno soluzioni in grado di superare l’impasse. Fatta eccezione per qualche contatto — «confessato» solo da pochissimi — tra i due schieramenti.
Oggi, però, si torna in Aula. E in una riunione «allungata» all’intera giornata, si cercherà di andare oltre quel primo punto all’ordine del giorno sul quale una settimana fa il consiglio si era incagliato.
Sul tavolo rimane la proposta della maggioranza di affidare lo scranno più importante di Palazzo Trentini all’ex Patt. Ma le incognite, attorno al nome di Kaswalder, sono ancora molte.
Per l’elezione del presidente il centrodestra ha bisogno di 24 voti. E considerata la presenza in Aula della presidente pro tempore Lucia Coppola, alla maggioranza servono ulteriori due voti (sempre che tra i banchi del centrodestra non ci siano assenze). In questi giorni, le attenzioni si sono rivolte verso il Movimento 5 Stelle. Ma non solo. Si è parlato di qualche «sguardo» rivolto anche a Pietro De Godenz (Upt). «Non sono stato né contattato né sentito» mette per ò le mani avanti l’upitino. Che assicura: «Qualsiasi decisione passerà attraverso un confronto con le minoranze. Non andrò certo per conto mio». E ad aspettare un dialogo tra le opposizioni sono anche i pentastellati, che in questi giorni hanno fatto capire di puntare soprattutto a un posto nell’ufficio di presidenza (gli altri due posti spetterebbero a Pd e Patt, anche se Futura sembra aver rivendicato una propria presenza). Si tratterà di capire se l’ipotesi di una vicepresidenza grillina, ventilata la scorsa settimana, verrà rimessa in ballo. Anche se il rischio, come martedì scorso, rimane quello dell’assenza del numero legale per la votazione della seconda poltrona (l’uscita di Lucia Coppola porterebbe di nuovo il numero a 23). Va detto che sulla vicepresidenza il Pd da sempre rivendica la priorità, con Alessandro Olivi. Gli stessi dem, come il Patt, non sembrano disposti ad avvallare il nome di Kaswalder, preferendo altre soluzioni (l’ipotetica «rosa» di nomi prevede la presenza anche del leader di Agire Claudio Cia).
Come uscirne, dunque? Le trattative, in queste ore, sembrano orientate in due direzioni: da un lato ci potrebbero essere garanzie su proposte e temi che stanno a cuore alle opposizioni — o a parte di queste — e dall’altro si potrebbe mediare affidando alle opposizioni qualche carica in più, soprattutto a livello regionale.
«Anche noi non auspichiamo uno stallo che duri troppo — osserva l’autonomista Ugo Rossi — ma questo non vuol dire che il Patt rimarrà da subito in Aula». Una mano tesa, quella di Rossi, che guarda al governatore Maurizio Fugatti. «Deve trovare delle modalità che garantiscano tutti, evitando trattative sottobanco. Dovrà fare uno sforzo di fantasia». Ma un suggerimento l’ex governatore lo dà: «Sarebbe un’ottima cosa se il presidente mostrasse fin da subito una propensione alla collaborazione a livello politico». Di più: «Ad esempio, se garantisse i finanziamenti per la ricostruzione attingendo al debito, senza fermare gli investimenti, sarebbe già una buona cosa. Kaswalder? Se Fugatti insiste su di lui, si ragionerà».
Stamattina, prima dell’inizio della seduta, le minoranze dovrebbero incontrarsi per capire se ci sono i margini per poter portare avanti una battaglia unitaria in Aula. Ma non è escluso che prima delle dieci ci sia qualche incontro anche con il centrodestra. In un clima ancora incerto, è possibile che la terza votazione finisca come le precedenti, per poi arrivare a un punto di contatto almeno per la quarta votazione. Una ulteriore fumata nera — è la convinzione di tutti — depotenzierebbe l’intera coalizione.
Rossi
Ci vuole un po’ di fantasia. Sblocchiamo i finanziamenti per i municipi