Autodifesa: i corsi fanno tendenza
Aumentano gli iscritti. Tabarelli: «Niente allarmismi, è importante prevenire»
Imparare a difendersi per fare attività fisica, avere più consapevolezza del proprio corpo e sapere cosa fare in caso di aggressione. Hanno sempre più iscritti a Trento i corsi di autodifesa dedicati alle donne. Ma sono seguiti anche da uomini. I corsi vengono portati anche nelle scuole per combattere bullismo e aggressività. «È importante prevenire» spiega Angelica Tabarelli, campionessa mondiale di judo. «Niente allarmismi» chiarisce.
TRENTO Imparare a difendersi per fare attività fisica e anche — o soprattutto — per avere più consapevolezza del proprio corpo e sapere cosa fare in caso di aggressione o pericolo. Hanno sempre più iscritti, anche a Trento, i corsi di autodifesa dedicati alle donne ma seguiti pure gli uomini, portati nelle scuole per combattere bullismo e aggressività e seguiti persino dai campioni dell’Aquila Basket, «perché la confidenza con il contatto fisico di un’altra persona, la percezione del proprio corpo a contatto con quello di qualcun altro, ti fanno cambiare equilibri e posture».
A raccontare il successo di questa iniziativa è Angelica Tabarelli, campionessa mondiale ed europea di judo, istruttrice 4 dan e maestra di jujutsu 5 dan. Un curriculum di tutto rispetto per un’insegnante che alla tecnica unisce empatia e passione. Due volte la settimana, alle sue lezioni del mattino, si presentano tante donne che vogliono apprendere il Metodo globale autodifesa (Mga), ricompreso dal 2000 tra le arti marziali insegnate dalla Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali. «L’Mga — spiega Tarabelli — è un metodo che prende le tecniche delle arti marziali e insegna l’autodifesa, ma prima di tutto insegna a prendere consapevolezza del proprio corpo. Serve anzitutto prevenire, bisogna imparare a far tesoro di alcune informazioni. Qui non creiamo allarmismi, ma diamo sicurezza».
Oltre ad avere una parte pratica, ai corsi sono previste lezioni con avvocati e legali «perché la difesa deve essere proporzionata all’offesa se non si vogliono rischiare cause legali» e pure con la psicologa «perché si devono superare anche blocchi e paure: in caso di pericolo non reagiamo tutti allo stesso modo». Così tra una presa al collo e una al polso, una messa a terra e un «blocco» le corsiste si cimentano con la propria fisicità e quella dell’altro, imparano a cadere in avanti, indietro o di lato, imparano squilibri ed equilibri.
«Sono tre anni che partecipo alle lezioni — racconta Antonella — portavo mia figlia a judo a un certo punto mi è venuta voglia di prendere confidenza con le arti marziali. Il corso di autodifesa mi ha aiutato a diventare più sicura, a sentirmi meglio con me stessa. Se ho dovuto mettere in pratica qualche tecnica? No, mai». Nessuna delle allieve, in realtà, si è mai trovata in situazioni di pericolo o nella necessità di doversi difendere «ma credo sia dovuto anche al fatto che abbiamo imparato ad evitare situazioni a rischio più che doverle affrontare» dice Barbara che insieme all’amica Roberta si allena sul tatami. «Poi, certo, Trento non è una città rischiosa o pericolosa» aggiunge l’insegnante, ma non si tratta semplicemente di stendere un aggressore, di metterlo ko.
Oltre ai corsi dedicati alle donne, Tarabelli insegna le tecniche di difesa e autodifesa anche ad educatori, alle forze dell’ordine (è l’unica docente abilitata in tutta la regione) e nelle scuole, «la prossima settimana inizierò un corso la liceo da Vinci a Trento e il prossimo anno a Rovereto. I ragazzi imparano a dosare le proprie forze a controllare l’aggressività, è un buon metodo, questo, anche per combattere il bullismo».
Maestra Occorre superare blocchi e paure Le reazioni non sono tutte uguali