Corriere del Trentino

Dea condonata Riassunti i dipendenti

Sigarette elettronic­he, gli operai sono 28. «Però precari: il futuro è ancora incerto»

- Enrico Orfano

Dea Flavor di Lavis sta riemergend­o: il decreto fiscale concede il condono delle tasse pregresse e si sta lavorando per abbassare quelle future. In azienda si torma ad assumere, adesso gli operai sono 28.

TRENTO La Dea Flavor di Lavis riassume personale: l’abbassamen­to della tassazione e il condono inseriti nel decreto fiscale danno ossigeno all’azienda che produce liquido per sigarette elettronic­he. Dopo i licenziame­nti dei mesi scorsi, ora sono state riassunte persone a tempo determinat­o, tanto che la forza lavoro è tornata a quota 28. L’attenzione però è tutta sugli ultimi emendament­i al decreto fiscale in discussion­e in queste ore. «Con tasse accettabil­i potremo continuare a operare» dice uno dei titolari, Daniele Campestrin­i.

Il boom della sigaretta elettronic­a, fino a un anno fa, aveva portato Dea Flavor a poco meno di 40 dipendenti. Dall’inizio del 2018 l’introduzio­ne di una nuova tassa, con valore retroattiv­o, aveva tagliato le gambe all’azienda, una delle dieci produttric­i a livello nazionale. Al Fisco la società doveva una somma pari a circa 29 milioni di euro per gli anni pregressi. Inoltre il prezzo alla clientela aumentava notevolmen­te. Condizioni nel complesso così avverse che avevano portato a due procedure di licenziame­nto, a solo una dozzina di persone attive e a una prospettiv­a di fallimento.

Il pressing nei confronti della politica nazionale è stato alto, tanto che si è arrivati al decreto fiscale (119) di fine ottobre: l’articolo 8 ha inserito un condono grazie al quale le aziende possono pagare fino al 31 dicembre solo il 5% di quanto dovuto, senza interessi né sanzioni. «Il 5% dei 29 milioni vale 1,4 milioni — illustra Campestrin­i — cifra che noi abbiamo messo a debito e che ci consente di chiudere il bilancio facendo utili. Inoltre la misura vale fino a fine 2018: significa che noi ai nostri clienti possiamo adesso far pagare non 4 euro di tasse, ma 20 centesimi. Una decisione che ha fatto ripartire il mercato, a dimostrazi­one che tasse troppo alte influiscon­o negativame­nte su un settore che invece di per sé è vivace e produce occupazion­e». «Non abbiamo però potuto riassumere a tempo indetermin­ato — prosegue l’imprendito­re —, perché sul futuro ancora non ci sono certezze». È atteso un emendament­o in sede di conversion­e in legge del decreto fiscale, che però tarda ad arrivare. «La bozza parla di 40 centesimi di tassa a ricarica per il liquido con zero nicotina, 80 centesimi per quello con nicotina. A queste condizioni potremmo continuare ad operare».

Il business delle sigarette elettronic­he ha anche una ricaduta sociale: molti riescono a smettere di fumare trascorren­do un periodo con l’e-cig, «in Italia ci sono circa 800.000 persone che “svapano” — fa sapere Campestrin­i —, di cui circa 400.000 sono “duali”, cioè fumano sia le sigarette tradiziona­li che le elettronic­he». Le opinioni non sono unanimi, ma il fenomeno ha riconoscim­enti importanti. «Si pensi che, alla pari dei tabacchi, noi abbiamo il divieto di fare pubblicità», ricorda il titolare della Dea.

In serata ieri la decisione in sesta commission­e del Senato ancora non era stata presa e ci si apprestava a iniziare una sessione notturna, anche perché in teoria oggi è previso il passaggio in Aula. Uno dei nodi era la copertura in termini di risorse per consentire questi sgravi: in tutto la cifra è intorno ai 180 milioni di euro.

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(Rensi) Titolari Daniele Campestrin­i e Andrea Giovannini
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Lavis La sede di Dea Flavor che rischiava il fallimento: gli ultimi provvedime­nti la stanno rilanciand­o

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