Da Shangai i petali rosa dell’Anemone hupehensis
Nel 1842 Robert Fortune, noto, intraprendente e spudorato cacciatore di piante anglosassone, intraprese su commissione un lungo viaggio attraverso la Cina. Il suo compito era mettere le mani sui peschi coltivati nei proibitissimi giardini imperiali a Pechino. La missione ebbe successo: ritornò a casa quattro anni dopo, carico di un bottino di piante fino allora sconosciute in Europa e subito sistemate nei giardini di Chiswick della Horticultural Society londinese.
Un’essenza in particolare, l’Anemone hupehensis, dalla fioritura tardiva, deve la sua riscoperta in Europa a Fortune, il pirata botanico (nel Seicento era stata erroneamente registrata come japonica). Nei suoi carteggi aveva annotato il luogo dove l’aveva asportata: crescevano copiose, in massa, sui tumuli funerari nei pressi dei bastioni di Shangai. Un altro cacciatore di piante, un francese, aveva introdotto in Europa nel 1817 un altro anemone orientale a fioritura tardiva, l’Anemone vitifolia, simile all’hupehensis. Nel 1902 invece è l’Anemone tomentosa a essere importata. Immediatamente i vivaisti iniziano a incrociarle.
Queste anemoni sono perenni interessanti, alcune vivono spontanee fino a duemila cinquecento metri di altezza nelle montagne cinesi e in Giappone. A seconda della varietà iniziano a fiorire in luglio e agosto o in settembre e novembre. Quello degli anemoni è un genere con amplissimo spettro di fioritura: iniziano gli anemoni primaverili, acquattati fra le foglie secche, con la precoce Anemone nemorosa, fino ad arrivare all’altissima Anemone vitifolia, che chiude la danza in novembre.
Nei vivai si trovano molte varietà con colori che variano dal bianco puro al bianco verdolino, dal rosa antico al color magenta. Ce ne sono a fiori doppi, con petali - botanicamente tepali - arricciati o lisci, a fiore aperto, a fiore semichiuso. E tutte amano luoghi ombreggiati e terreno fresco. Le varietà a fiore bianco - la più conosciuta è la «Honorine Jobert» - illuminano a lungo anche angoli ombrosi. Un matrimonio ben riuscito è l’abbinamento con Clematis a fioritura autunnale, come «Hadspen abundance» o «Kermesina».
Amano il terreno calcareo, esigono irrigazioni nelle giornate più calde, sopportano temperature sotto lo zero e reagiscono positivamente a leggere concimazioni naturali in autunno ogni paio di anni. Se troppo coccolate e dove si sentono a loro agio, si propagano sotterraneamente con grande vigore, a volte anche troppo. In questo caso si dividono in primavera.